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Telegiornaliste anno XX N. 9 (756) del 6 marzo 2024
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Daniela Scotto, storie sociali la mia vita
di Giuseppe Bosso
Incontriamo Daniela Scotto,
da anni inviata di varie trasmissioni del day time di Raiuno ed
attualmente a
La volta buona condotta da
Caterina Balivo.
Possiamo definirla “una ragazza perennemente con la valigia in mano”?
«Direi proprio di sì, sia nella pratica che nelle aspirazioni».
Quali sono le storie che più l’hanno coinvolta tra quelle che ha
avuto modo di raccogliere in questi anni nelle sue differenti parentesi
in diverse trasmissioni Rai?
«Sicuramente quelle legate al sociale, alle persone cosiddette ‘comuni’
che affrontano le difficoltà di ogni giorno, e tra queste non posso non
menzionare Erika Borellini, una ragazza caregiver di una madre in
condizioni gravi, che ai tempi in cui lavoravo a ItaliaSì con
Marco Liorni abbiamo seguito nella sua battaglia e sono fiera dei
risultati che abbiamo conseguito con lei. Sono grata per averla
conosciuta».
Possiamo sfatare una errata convinzione: la cronaca ‘bianca’, per
così definirla, non è una forma di giornalismo minore?
«Ma assolutamente no! Il territorio è importantissimo, il territorio
vero fatto da persone vere, che vengono impropriamente chiamate “nip” e
che invece sono quelle che ti lasciano molto di più, ti insegnano le
vere difficoltà, ti aprono scenari che non conoscevi. Gli artisti, gli
attori, possono essere interessanti, divertenti, ma la mia strada è
davvero questa legata a temi sociali».
L’essere diventata progressivamente un volto familiare per il
pubblico è più gioia o responsabilità?
«Ma sinceramente non credo di essere così ‘familiare’ come dice. Per
anni sono rimasta dietro le quinte, dall’altra parte della telecamera, è
da poco che sono passata davanti. Pur seguendo tante storie non ho mai
cercato la notorietà e non è quello che mi interessa. Se poi un giorno
il pubblico mi dovesse riconoscere come una persona che sente vicina ne
sarei contentissima, ma sarà un effetto collaterale».
Si sente più proiettata sul presente o finalizzata al domani?
«Il domani è una prospettiva più importante in questo momento».
Cosa farà Daniela Scotto da grande?
«(ride, ndr) Quello che fa in maniera più continuativa, raccontare
sempre storie con o senza la sua presenza in video, ma che abbiano un
significato».
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Gloria a Sabrina Ferilli
di Giuseppe Bosso
Grande successo per le sei puntate della serie
Gloria, diretta da Fausto Brizzi,
sia in termini di ascolti che di critica.
Se la protagonista, Gloria Grandi, è una diva in
declino che cerca di tornare alla ribalta, la
stella di Sabrina Ferilli, che le ha prestato volto, è
tra le più luminose del panorama italiano da ormai
trent’anni.
Ne è passata di acqua sotto i ponti dall’epoca in cui
la ragazza di Fiano Romano, padre dirigente del
Pci e madre casalinga, veniva scartata dal
Centro sperimentale di cinematografia, e iniziava il suo
percorso in piccoli e non memorabili ruoli.
La svolta per Sabrina è innegabilmente il 1994,
quando, diretta da un regista, originario di Livorno, al
debutto e che tanto avrebbe fatto parlare di sé, Paolo
Virzì, si impone da attrice protagonista con La
bella vita.
Altra tappa fondamentale due anni dopo, quando Pippo
Baudo, insieme alla super modella argentina Valeria
Mazza, la sceglie per l’edizione del Festival di
Sanremo che passerà alla storia per le polemiche
legate alla vittoria di Ron, in duo con Tosca, a
discapito di Elio e le storie tese.
Da allora l’ascesa di Sabrina è stata folgorante
e praticamente senza sosta: si trattasse di
pellicole d’autore come Ferie d’agosto,
della commedia scollacciata dei "cinepanettoni",
di fiction di grido da Commesse a
Rimbocchiamoci le maniche, alla partecipazione a
trasmissioni di successo come Tu si que vales,
ha sempre dimostrato il suo valore da interprete capace
di adattarsi a ogni contesto.
Nella vita privata, dopo il matrimonio durato
solo due anni con Andrea Perrone, finito bruscamente,
è legata da ormai un decennio all’attuale d.g. di
Enel Flavio Cattaneo: un rapporto consolidato e duraturo
che ha saputo sempre tenersi alla larga dai riflettori
del gossip, ed è anche questo innegabilmente uno dei
grandi successi per Sabrina Ferilli.
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Alessandra
Todde, svolta in Sardegna
di Giuseppe Bosso
Forse annunciata, forse temuta, forse
inaspettata, la vittoria di Alessandra Todde,
prima presidente donna della Regione Sardegna, irrompe nel
dibattito italiano come un elemento di novità che può
rappresentare l’inizio di una nuova fase istituzionale.
Prescindendo da qualunque considerazione politica, non si può
non guardare con favore e ottimismo all’ascesa ad
una carica importante e fondamentale di una donna, originaria
di Nuoro, due volte laureata, con alle spalle una
importante carriera imprenditoriale, inserita nel 2018 tra
le più influenti donne italiane del mondo della tecnologia,
che si è avvicinata progressivamente al mondo della politica.
Mancato d’un soffio il seggio di Strasburgo alle ultime
elezioni europee del 2019, pochi mesi dopo ottiene il primo
incarico di rilievo, sottosegretario al Ministero dello
Sviluppo Economico, di cui poi sarebbe diventata
viceministro.
Deputata a seguito delle ultime elezioni del 2022, ha
deciso di sfidare alla partita per la sua Regione il sindaco
di Cagliari Paolo Truzzu e l’ex governatore Renato Soru,
sostenuta da un’ampissima coalizione.
Una vittoria non schiacciante sullo sfidante di centrodestra, ma
significativa, in quanto prima affermazione del suo
schieramento in una contesa regionale, e come detto prima
donna alla guida della Giunta dell’isola.
Sarà il tempo a dire se Alessandra Todde manterrà le
aspettative e le speranze che hanno circondato il suo
successo. Per ora non si può che augurarle buon lavoro.
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