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Telegiornaliste anno XIX N. 26 (742) del 25 ottobre 2023
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Marzia Roncacci, finestra su Italia ed Europa
di Giuseppe Bosso
Da dieci anni Marzia Roncacci cura lo spazio mattutino del
Tg2,
che nella nuova edizione, iniziata lo scorso 2 ottobre, ha preso il
titolo di
Tg2 Italia Europa.
Ben trovata, Marzia. Hai tagliato i dieci anni dall’inizio del tuo
spazio mattutino al Tg2. Immaginavi di arrivare a questo punto quando
hai iniziato?
«Quando si inizia un percorso non si può mai sapere dove si arriva.
Posso dire però che ho sempre creduto fortemente in questo spazio di
un’ora di informazione del mattino. Non ho mai mollato un giorno, è una
sfida quotidiana che permette al telespettatore non solo di informarsi
ma anche di poter approfondire gli argomenti. Ecco, per me la cosa più
importante è il “rispetto” verso il pubblico che ci segue a casa: è
molto più attento e preparato di quanto si possa pensare. Quindi massima
attenzione verso il telespettatore».
Che novità ci riserva la nuova stagione partita il 2 ottobre?
«La prima novità è nel nome del programma. Si chiama Tg2 Italia
Europa. Ampio spazio all’attualità, quindi alle notizie. Ogni giorno
ci colleghiamo con i nostri corrispondenti, ala Rai ha sedi in tutto il
mondo, e questo ci permette di allargare lo sguardo ovunque, dove
ovviamente ci sono notizie da dare. Bruxelles al centro del programma, i
lavori del Parlamento europeo, le scelte e le direttive che arrivano
dall’Europa, con gli effetti sul nostro Paese. Ogni giorno ricordiamo un
avvenimento degli anni passati. C’è uno spazio dedicato ad un tema di
attualità che approfondiamo con servizi e ospiti in studio. Infine
spazio all’intervista, a personaggi del mondo dello spettacolo, dello
sport, della politica, un “a tu per tu” cercando di conoscere aspetti
che magari non conosciamo».
Tg2 Italia Europa, un titolo più che mai attuale: Italia ed Europa
possono considerarsi un’unica cosa, non solo politicamente?
«Un titolo attualissimo, che ha voluto il direttore Antonio Preziosi.
Che l’Italia e l’Europa possano considerarsi un’unica cosa, non credo,
però il nostro Paese ha un peso importante. Inoltre non dimentichiamo
che andiamo verso le elezioni europee. Noi, con Tg2 Italia Europa,
ci siamo».
Possiamo definirvi una finestra sul mondo in quest’epoca, dove siamo
passati da una pandemia ad un conflitto che sta avendo ripercussioni
anche sul nostro quotidiano alle incertezze di oggi tra economia e
ambiente: con quale spirito?
«Siamo una finestra sul mondo, grazie ai nostri inviati, ai nostri
corrispondenti. Purtroppo in questo periodo la guerra, anzi le guerre,
stanno dominando l’informazione. Queste e non solo, creano incertezze,
sotto ogni punto di vista. Raccontare tragedie come la guerra in
Ucraina, o quella del Medio Oriente, non è facile. Si rischia di fare
“spettacolarizzazione”. Ecco questo non deve mai accadere. E al Tg2 non
succede. Noi facciamo informazione. Punto».
L’ultima
volta ti avevo chiesto se ti sentissi realizzata e mi hai risposto
che sarebbe stata una condizione ‘definitiva’ inaccettabile per te che
ami nuove sfide: dove trovi nuove sfide oggi?
«Nuove sfide? Sì, è vero, ho bisogno sempre di nuovi stimoli. Sono una
appassionata della mia professione, come fosse sempre il primo giorno.
Con la nuova direzione, lo spazio del mattino, che mi onoro di condurre
da dieci anni, ha cambiato format. C’è ritmo, specialmente nella prima
parte diversi collegamenti sui grandi temi di attualità, notizie e
approfondimenti. Quindi è una nuova sfida e mi piace molto. Arrivano già
i primi risultati. Siamo tornati da pochi giorni e già il pubblico ci
sta premiando con gli ascolti. Facciamo servizio pubblico, e se arrivano
anche gli ascolti siamo molto contenti, significa che facciamo bene il
nostro lavoro».
Quando ti ho intervistata l’ultima volta il tuo direttore era
l’attuale ministro alla Cultura Sangiuliano: magari non proprio la
politica ma ci potrebbe essere qualcosa che come una sliding door
improvvisa ti allontanasse dal giornalismo per una nuova sfida?
«Sì, il nostro ex direttore Gennaro Sangiuliano oggi fa parte del
Governo. Siamo in ottimi rapporti! Al momento nessuna proposta che mi
possa allontanare dal giornalismo, che, come già detto, per me è una
grande passione. La sveglia tutte le mattine alle 5:45 ed essere
impegnata quasi tutto il giorno, non è semplice, ma a me non pesa. La
curiosità, la voglia di sapere, di conoscere, di leggere, di studiare
prevale su tutto. Evviva il mio lavoro!». |
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Nuova
serie de I Bastardi di Pizzofalcone
di Silvestra Sorbera
L’ispettore Lojacono legato e insanguinato. Così si
era chiusa la terza stagione della serie
I Bastardi di Pizzofalcone, coprodotta da
Rai Fiction e Clemart srl e tratta dai romanzi di
Maurizio De Giovanni, editi da Einaudi, che torna con
quattro nuovi episodi in onda da lunedì 23 ottobre in
prima serata su Rai 1.
Quelle immagini finali non erano nulla rispetto a quello
che attende Lojacono, chiuso in un hangar deserto e
torturato: che cosa gli è successo? Chi lo ha
rapito e perché? Quale sarà il destino che
gli toccherà in sorte?
Rocco Squillace, un misterioso nemico del passato,
ha deciso di vendicarsi. E la sua vendetta è più
crudele della morte: Lojacono è condannato a essere
solo e reietto, accusato di corruzione, senza più
la possibilità di contattare le persone a lui più care.
Squillace lo minaccia di ammazzare la figlia Marinella,
se solo si avvicina a lei o ai colleghi di
Pizzofalcone.
Imbottito di stupefacenti e abbandonato al suo
destino, Lojacono sarà costretto a una vita ai
margini, mentre tutti piangono la sua morte.
In preda al delirio e al dolore dell'astinenza,
Lojacono farà di tutto per rimettersi in piedi in un
viaggio ai confini della legge. Ma si renderà conto
che gli unici al mondo che potranno dargli una
mano sono i suoi fidati colleghi di Pizzofalcone.
Marinella e la sua amata Piras resteranno all’oscuro
di tutto; se solo dovessero rendersi conto che Lojacono è
ancora vivo, Squillace - che le tiene sempre d’occhio -
darebbe seguito alle sue minacce.
Dal cuore più nascosto del commissariato di Pizzofalcone,
Lojacono e tutti i Bastardi condurranno un'indagine
segreta per scoprire le prossime mosse del nemico.
Attenti a non fare passi falsi, perché ogni errore
potrebbe essere fatale.
Intanto, l'attività del commissariato di Pizzofalcone
proseguirà come al solito, in un quartiere pittoresco e
complesso che offre uno spaccato di tutta la cultura
e la tradizione napoletana.
Quattro omicidi, uno per puntata, indagini
complesse che i Bastardi dovranno svolgere per
assicurare il colpevole alla giustizia.
Nella nuova stagione i Bastardi sono tutti al
completo e alle prese con una nuova fase della loro
vita: Palma e Ottavia scopriranno che la loro
storia d'amore comporta molte responsabilità;
Romano, ossessionato dalla perdita della figlia
che tanto voleva, dopo un ultimo momento di rabbia furiosa
riuscirà finalmente a fare i conti con se stesso;
Pisanelli e Aragona, costretti a una convivenza
assurda e in cerca dei propri spazi e dei propri amori;
Alex e Martone, alle prese con una visita
inaspettata che metterà in discussione il loro
equilibrio.
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Valentina
Tomirotti, parole in fila
di Giuseppe Bosso
Una donna che non si è piegata davanti alle difficoltà, ma che
ha saputo trovare nella difficoltà uno sprone per portare il suo
messaggio. Incontriamo Valentina Tomirotti.
Benvenuta sulle nostre pagine, Valentina. Lei si presenta
così in
home page del suo sito: mi occupo di parole da mettere in
fila e contenuti che riempiono testa e cuore. Cosa intende
esattamente?
«Amo l'utilizzo delle parole se queste aggiungono valore alla
comunicazione. Non amo quelle abbandonate o utilizzate a
vanvera. Mi occupo di linguaggio inclusivo che racconti il mondo
della disabilità e trasformi ogni concetto inerente in cultura.
Se si produce cultura si dà valore e il valore riempie testa e
cuore attraverso la concezione di democrazia e di rispetto».
Non si è lasciata scoraggiare dalle difficoltà, ed ha trovato
nel corso degli anni quella ha definito la sua “seconda
famiglia”, cioè la community delle persone che la seguono: qual
è il principale messaggio che cerca di trasmettere loro?
«Amo la mia community come fosse davvero la mia 2ª famiglia:
parlo, mi ritrovo con loro e per loro, cerco di supportarla
raccontando magari qualcosa di nuovo che ho scoperto e che penso
possa essere utile a tutti loro. Cerco di fargli capire come
l'alternativa di comunicazione sia la strada migliore e che
raccontare o raccontarsi possa essere di valore».
Purtroppo nonostante esempi positivi come il suo e altre
storie di persone che nonostante una disabilità o un’invalidità
sono riuscite a seguire il loro percorso di vita, si ha come la
sensazione che permangano discriminazioni, pregiudizi, per non
parlare delle tante, troppe, tristi storie di atti di vera e
propria violenza: secondo lei, e mi scusi se sembrerò
provocatorio nella domanda, un primo passo da compiere non
sarebbe anzitutto cercare di capire quale sia la radice della
discriminazione, cosa cioè porta molte persone a comportarsi
così?
«Credo che sia al 90% un problema culturale, che non viene
sviscerato nei modi adeguati e che ancora non pone la persona al
centro, ma alimenta la voglia di utilizzare etichette. Come
risolvere? sembrerà banale ma un buon punto di partenza credo
possa essere fin dalla scuola, attraverso attività mirate ed
adatte allo sviluppo di persone che conoscono il mondo nelle
mille sfumature, anche attraverso l'accettazione di ognuno di
noi».
Discriminazioni, purtroppo, anche da parte delle istituzioni,
spesso anche attraverso vicende che teoricamente non dovrebbero
nemmeno esistere, se pensiamo alla problematica delle barriere
architettoniche o di accesso a servizi anche essenziali come il
trasporto pubblico: lei come si è attivata in questo senso per
farsi portavoce di queste esigenze?
«Sono sì una giornalista, ma sono soprattutto un'attivista e
quotidianamente mi batto perché certe cose smettano di esistere
e migliorino per chiunque. È da brividi che nel 2023 le
istituzioni non capiscano l'importanza di smettere con queste
discriminazioni e non averle quasi mai alleate di certe
battaglie».
Quali sono i prossimi eventi o impegni che la coinvolgeranno
a partire da questo mese di settembre?
«Sarà un autunno molto itinerante, pieno di eventi di natura
come sempre formativa. Sta partendo un bel progetto con la
Stampa di Torino con un corso di formazione sul linguaggio
inclusivo cercando di abbattere l'abilismo mediatico. E poi
ancora a Trento in Università, a Rimini al TTG alla Fiera del
Turismo e a Milano per un evento con Synergie sul mondo del
lavoro delle categorie protett».
Viviamo un tempo di mille problematiche legate alla guerra,
alla crisi economica e non possiamo dimenticare certo i
cambiamenti climatici che si fanno sentire ormai in tutto il
loro impeto anche nel nostro Paese: in questo scenario la parola
‘domani’ è qualcosa che le suscita più speranza o timore?
«Vedo sempre il bicchiere pieno e voglio continuare a vederci
speranza e a riuscire a pensare al futuro senza pensare al
passato, ma per farlo voglio contribuire con quello che so fare
meglio: comunicare in modo adeguato».
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