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Archivio Telegiornaliste anno XVII N. 32 (682) del 24 novembre 2021
 
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TGISTE Alessandra Costanza, percepire il pubblico di Giuseppe Bosso

Incontriamo Alessandra Costanza, volto dell'emittente siciliana Tele One.

Anzitutto parliamo della sua ultima fatica, da poco in onda su Tele One, The Master Beauty. Come nasce e cosa si aspetta?
«The Master Beauty: la sfida all'ultima piega è un fashion talent, una competizione tra hair stylist. Il format è stato ideato da Roberto Marco Oddo che è il direttore di produzione dell'emittente regionale Tele One insieme a Salvuccio Canfora, hair stylist di fama nazionale. Io ho curato una parte del lavoro relativo alla produzione e poi la conduzione. È un progetto ambizioso per una tv regionale, alla quale ha collaborato un corposo staff di tecnici. Nelle giornate di ripresa eravamo impegnati per 12 ore. Le 8 puntate sono state tutte già registrate e vanno in onda sul 19 Tele One ed in contemporanea su tutta la piattaforma multimediale ed i canali social della rete ogni sabato alle 21.15 ed ogni domenica alle 15.00. The Master Beauty è un programma che può piacere molto al pubblico, in particolar modo a quello femminile e credo che possa viaggiare bene come struttura sul doppio binario tv-social perché si avvicina ad una versione più elaborata dei classici tutorial sul Beauty che spopolano su internet. Per ogni progetto televisivo cerco di instaurare un rapporto con il pubblico anche attraverso i social e rispondo veramente a tutte le persone che mi scrivono. Attraverso di loro cerco di capire cosa percepisce realmente il pubblico del mio lavoro, che genere di comunicazione sta arrivando e ho l'opportunità di migliorare il prodotto televisivo e il mio modo raccontarlo».

Le sta stretta la dimensione locale, sia pure in una splendida realtà come la Sicilia?
«Se devo essere sincera sì, sin da piccolissima. Oggi grazie ad i social, con piccole strategie di comunicazione, possiamo raggiungere diversi pubblici con facilità in diverse parti d'Italia e non solo».

Glam Music, altra sua creatura, il web per valorizzare giovani talenti. Fin qui che riscontri ha avuto rispetto gli artisti che ha avuto modo di incontrare?
«Glam Music è un format ideato dall'autore e regista Nicola Torregrossa con il quale avevo già lavorato diversi anni fa sempre per un programma di musica che riguardava i giovani talenti di musica indipendente siciliana, proprio i primi anni in cui venivano alla luce i canali su YouTube. Glam Music cerca di raccontare il percorso artistico e professionale di musicisti emergenti proventi da diverse parti d'Italia con una nota glamour data dagli abiti di alta moda del fashion designer Davorin Cordone. Il riscontro a livello di comunicazione è andato oltre le nostre aspettative iniziali, tanti i magazine che hanno scritto del format e dei nostri artisti ospiti. L'Italia è un paese pieno di giovani di talento soprattutto legati al settore musica. Purtroppo molti di loro nonostante la lunga gavetta, i percorsi di studio esemplari non riescono ad emergere sul nazionale. Glam Music è nato subito dopo il lock down con la speranza di indirizzare pubblico più all'ascolto sia della musica emergente, sia delle storie meravigliose degli autori che la producono».

Ha avuto modo di interagire con persone che nei loro diversi settori hanno dovuto confrontarsi con la realtà che ci ha imposto, da ormai due anni, questo virus che è piombato come un meteorite nelle nostre vite: cosa ha riscontrato in loro, rassegnazione, speranza o semplicemente rimboccarsi le maniche e ripartire?
«Nei periodi di zona rossa o di lockdown ho continuato a lavorare ed a raccontare ed informare il pubblico che aveva bisogno di conforto, di certezze e di compagnia. Il mio settore è prevalentemente quello dello spettacolo ed ho notato tantissima voglia di produrre qualcosa in qualsiasi modalità pur di star vicini agli utenti e pur di esprimere il proprio stato d'animo. Ho riscontrato una nuova apertura da parte degli artisti che gridavano con qualsiasi mezzo la loro presenza. Questo periodo ci ha cambiato ed ha segnato una svolta epocale, un cambio di direzione dal punto di vista dell'arte, della comunicazione e dei rapporti sociali».

Si è mai dovuta confrontare con spiacevoli parole come “proposta indecente” o “bavaglio”?
«Grazie al cielo no».

Mamma e giornalista, come convivono in lei?
«Convivono con molta fatica, lavoro giornaliero, costante, fisico e di organizzazione. Sono mamma di tre bambini tutti molto piccoli. Molte donne italiane mettono da parte tutto dopo il matrimonio per dedicarsi alla famiglia io ho cercato soluzioni continue per non lasciare il mio lavoro che svolgo con amore, determinazione e passione da quando avevo 18 anni. Bisogna essere forti mentalmente e testarde, mettere da parte i giudizi e poi avere molta forza nelle gambe perché una mamma che lavora sta sempre in piedi e corre tutto il giorno come una scheggia impazzita da un punto all'altro cercando di fare il massimo… ma purtroppo il massimo non è mai abbastanza. Non sono una madre perfetta ed è lontano da me il desiderio di esserlo. Sono una donna che vuole insegnare ai suoi figli, specialmente a quella più grande che è una bambina, che puoi continuare ad esistere come Donna ed essere pensante anche dopo aver messo su famiglia, che sicuramente devi sopperire ai bisogni di tutti ogni giorno ma che anche tu hai diritto di esprimere la tua essenza più profonda».

Cosa farà Alessandra Costanza da grande?
«Spero di fare il mio lavoro sempre meglio e nel migliore dei contesti possibili cercando di raccontare grandi storie, narrare ciò che percepisce il mio sguardo con parole accurate che tocchino la parte più intima della gente».
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TUTTO TV I Prodigi di Serena Autieri di Giuseppe Bosso

Attrice, cantante, doppiatrice (con l’amica-collega-conterranea Serena Rossi indimenticabili sorelle in Frozen) e conduttrice, Serena Autieri è innegabilmente una donna dalle mille sfaccettature.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, sul finire degli anni 90, lasciati gli studi di architettura debuttava nella popolarissima soap made in Naples Un posto al sole, vero e proprio trampolino di lancio per tanti attori e attrici che da sconosciuti hanno trovato fama e popolarità, e all’elenco non manca certo lei, Serena da Soccavo.

L’abbiamo vista protagonista di fiction di grande successo come Vento di Ponente e L’onore e il rispetto; interprete di film come Notte prima degli esami – oggi e Un fantastico viavai; affiancare con Claudia Gerini, nel 2003, Pippo Baudo sul palco dell’Ariston; cimentarsi anche in spettacoli teatrali di successo come Vacanze Romane e Rugantino. Soprattutto deliziare grandi eventi con la sua voce soave.

Ora da qualche tempo è alle prese con una nuova, impegnativa, sfida, che la vede cimentarsi nella conduzione del talkshow di Raiuno Dedicato, affiancata dal mostro sacro Marzullo, e della quinta edizione dell’evento benefico, patrocinato dall’Unicef, Prodigi. Gli ascolti, a dire il vero, finora non sono stati particolarmente eclatanti, ma Serena Autieri non demorde e prosegue in questa avventura, soddisfatta tanto nel lato professionale quanto in quello affettivo, che da ormai dieci anni la vede moglie e mamma felice.
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DONNE 25 novembre, a che punto siamo? di Giuseppe Bosso

All’alba del nuovo millennio con una risoluzione del 17 dicembre 1999 dell’Onu venne istituita la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Sono dunque oltre vent’anni che il 25 novembre viene celebrata questa ricorrenza; la domanda sorge spontanea: a che punto siamo?

Più delle fredde statistiche in sé sono le cronache, purtroppo, che periodicamente ci raccontano le tragiche storie di mogli, compagne, anche figlie vittime di violenze, fino alle estreme conseguenze, con l’ultima terrificante vicenda che si è consumata a Sassuolo.

A che punto siamo, dicevamo. Non mancheranno neanche questa volta eventi, manifestazioni a tema, convegni o anche simboli, dalla panchina rossa di un centro commerciale in provincia di La Spezia ai prodotti in vendita per finanziare l’apertura di centri di ascolto.

Eppure come sempre si ha la sensazione che tutto questo non basti, se puntualmente il giorno dopo, o anche nella stessa giornata del 25 novembre apprendiamo di un delitto consumato ai danni di una donna che ha solo cercato di difendersi da un’aggressione o di ribellarsi a una relazione ormai finita o divenuta tossica.

Ma altrettanto sbagliato sarebbe scoraggiarsi di fronte a questa escalation. Le tavole rotonde, le fiaccolate, anche un semplice passaparola via social servono proprio per non abbassare la guardia.
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