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Telegiornaliste anno XVI N. 13 (630) del 8 aprile 2020
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Angela
Failla, un punto nuovo ogni giorno
di Giuseppe Bosso
Intervistiamo la giornalista e scrittrice
Angela Failla, per parlare
della sua ultima opera e del suo lavoro.
Di cosa parla la tua ultima fatica letteraria, Il Giocattolaio,
e da dove hai tratto ispirazione?
«Il Giocattolaio è un thriller che racconta la prima indagine del
detective Manuel Boselli, un criminologo che si troverà a fronteggiare
un terribile serial killer che cattura, tortura e uccide le vittime
lasciando un indizio su ogni cadavere. Un’incredibile corsa contro il
tempo dove se il detective non gioca qualcuno muore. Se non trova la
soluzione in tempo, qualcuno muore. L’idea è nata da un incontro casuale
con un criminologo».
Dalla laurea in economia e commercio al giornalismo, soprattutto
interviste a personaggi noti e libri: qual è stato, se così possiamo
dire, il momento della tua “folgorazione sulla via di Damasco”?
«Coltivo la passione per la scrittura sin da piccina. Ho quaderni pieni
zeppi di storie incredibili, pagine e pagine di inchiostro… Mi sono
diplomata al liceo classico e di lì la laurea è stata un passo
obbligato. Ho scelto Economia e commercio per caso, principalmente per
fare materie diverse e perché nella vita bisogna sempre avere un piano
B».
Tra i tanti personaggi intervistati quali ti sono rimasti impressi,
se ne puoi citare almeno tre?
«Senza dubbio Jeffery Deaver, che è anche il mio scrittore preferito,
Ian McKellen, Ronn Moss, che posso definire ormai un amico e Morgan».
Io gioco pulito, la rubrica sportiva per cui scrivi, è anche
il tuo modo d’essere?
«Bisogna sempre giocare “puliti”, soprattutto se si hanno le carte
vincenti».
Dal profondo sud alla metropoli, quale pensi sia stata la tua marcia
in più?
«La determinazione e la grande passione, se viene meno una di queste
cose non vai avanti. Perché questa professione è difficile, soprattutto
se sei una donna. Ci sono troppi pregiudizi e troppi luoghi comuni: la
bellezza diventa quasi un handicap. L’essere belli o piacenti non deve
mai essere una colpa, ma solo un valore aggiunto, nulla di più. Non mi
sono mai curata del giudizio della gente. Ho la fortuna di fare un
lavoro che amo e che potrò fare anche a settant’anni, con le rughe e
comodamente seduta davanti al pc».
Un sogno nel cassetto per il futuro?
«Ho un grandissimo sogno: che il mio ultimo romanzo diventi un film. La
sceneggiatura l’ho già scritta e chissà che il sogno non diventi realtà».
Dove vuole arrivare Angela Failla?
«Non ci sono punti di arrivo, ma solo di partenza. Ogni giorno mi
prefiggo un punto nuovo». |
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Teresa
D’Angelo, la rivincita dei social
di Giuseppe Bosso
Presentatrice, attrice, speaker e non solo, incontriamo la
napoletana Teresa D’Angelo.
Come ha cambiato la sua vita l’emergenza coronavirus e
come ha inciso sul suo lavoro?
«Questa pandemia globale è stata un qualcosa che non ho mai
vissuto, una guerra contro un nemico invisibile che ha
mutato tanto la nostra quotidianità, quella di tante persone
ma anche la mia in modo molto accelerato, perché essendo una
donna che tra casa, lavoro ed eventi, ha sempre condotto una
vita attiva mi sono sentita rinchiudere dentro da paure e
sedentarietà. Infatti ha inciso tanto sul mio lavoro, non su
quello di fare assistenza agli anziani, perché sto ancora
lavorando come ogni mattina, amo aiutare le persone in
difficoltà come gli anziani che sono la parte più lesa in
questo momento, ma il Covid19 ha inciso tanto sul lavoro
serale, quello fatto di eventi, interviste, party ed anche
la radio, perché ho dovuto rinunciare a tante cose per la
tutela nostra e per non diffondere contagi stando tra la
gente».
Come nasce il format Chiacchierando con?
«Nasce proprio dall'esigenza di sentire il contatto delle
persone, di fare anche da casa le attività che svolgevo
prima, come condurre in radio, intervistare artisti,
pubblicare articoli di giornale sullo spettacolo. Nasce
proprio cosi, in un pomeriggio dei tanti a casa, mi son
detta perché non provare ad interagire con le persone dello
spettacolo attraverso il social, attraverso la diretta
Instagram dove si possono invitare persone live nel tuo
profilo e conversare. Il tutto è stato subito un'idea
geniale, perché le persone accettavano, si sentivano
coinvolte dallo spezzare il tempo con qualcosa di diverso,
un'interazione simpatica dove potevano esibirsi live dalle
proprie abitazioni».
L’uso dei social, in particolare
Instagram, potrebbe davvero cambiare in futuro anche il
mondo della televisione, come dimostra il suo programma?
«Io credo di sì. Oggi l'utilizzo dei social è parte della
giornate di tante persone anche perché viene usato come
strumento di comunicazione, distrazione e diversivo. Una
vera e propria rivincita del social, dimostrata anche
dall'aderenza al mio format».
Che risposta ha avuto dagli artisti che ha finora
invitato e con cui ha interagito?
«Gli artisti che finora hanno aderito e partecipato hanno
risposto molto bene a questo format live davvero diverso da
tanti, si sono divertiti e distratti un po' dai pensieri
angoscianti ed hanno interagito con me ricordando vecchie
cose fatte, vecchie esibizioni musicali oppure tante
improvvisazioni tra musica parole e chiacchiere».
Tra le precedenti esperienze, quale ritiene sia stata la
più formativa per il suo percorso?
«Tra le tante esperienze fatte tra la tv, il giornale, il
teatro, la radio, gli eventi ed i party, la più formativa è
stata la radio, prima il corso formativo in accademia è poi
in radio, dove li inizia il vero contatto con le persone
anche se in modo virtuale».
Ha partecipato sia in veste di figurante che di ospite a
varie trasmissioni, anche in ambito nazionale: osservando in
questa veste quali spunti ha potuto trarre dai vari
personaggi con cui si è confrontata?
«Sicuramente tra le esperienze tv, più belle, c'è la
partecipazione ad Avanti un altro!, dove ho potuto
conoscere un grande mito della TV italiana, Paolo Bonolis,
grande persona di cultura, spessore, divertimento e
genialità soprattutto nella conduzione da cui ho appreso
molto cose».
Le sta stretto il contesto napoletano?
«Assolutamente no, mai rinnegare le origini. Anche se a
livello lavorativo non permette tantissimo come Roma o
Milano, ma Napoli è calore, casa, fantasia, sole, giorni
felici, covo di tanti artisti perché Partenope è ricca di
talenti canori, di attori teatrali, artisti comici,
conduttori, poeti, autori, filosofi che rendono tutto più
magico ed interessante».
Hai mai dovuto confrontarsi con parole come “proposte
indecenti” o “compromesso”?
«No mai, almeno nella mia Regione quale la Campania, non mi
è mai capitato di avere proposte indecenti ma solo ottimi
consigli da persone molto competenti». |
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Covid-19 e le donne
di Silvestra Sorbera
Se è vero che con l'emergenza del coronavirus è
come se fossimo in guerra, è anche vero che, come nelle
guerre con le armi e le bombe e le case
devastate, sono le donne che riempiono le giornate,
che si occupano di molte delle parti della giornata di
marito e figli.
Da quando questa emergenza è iniziata, gli italiani hanno
cantato dal balcone l'inno nazionale e le canzoni
che più di tutte rispecchiano il sentimento nazionale
per ringraziare i medici; e tra i medici in prima
linea ci sono anche le donne, e grande ruolo in questo
momento hanno le ostetriche, donne che ogni giorno
aiutano altre donne a far nascere bambini e che,
anche in questa emergenza, stanno continuando a fare il loro
lavoro. In un momento delicato come il parto
oggi le donne si trovano da sole, in alcuni ospedali
non è ammesso il papà in sala parto e, l'unico
conforto, è quello delle ostetriche che, da dietro la
mascherina, si fanno carico di tutte le ansie di una
futura mamma e del suo piccolo bimbo che si
affaccia alla vita in un momento non troppo facile.
Insieme alle ostetriche, di donne eccezionali oggi
ricordiamo anche le poliziotte, le cassiere dei
supermercati che, da sempre bistrattate, oggi si
trovano, come i medici, in prima linea, una linea
diversa, certo, ma comunque a rischio: a
contatto con tantissime persone che ogni giorno entrano
ed escono dal negozio.
Eroine di ogni giorno anche le donne che lavorano
nella filiera agroalimentare e che ci permettono
di mangiare tutti i giorni. Come sempre, nelle
emergenze, le donne non si tirano indietro e, anche
questa volta, non l'hanno fatto. |
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