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Archivio Telegiornaliste anno XVI N. 12 (629) del 1 aprile 2020
 
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TGISTE Stefania Cattaneo: unica nel mio genere di Giuseppe Bosso

Intervistiamo Stefania Cattaneo, conduttrice di Un Calcio ai Social, in onda su Telenova.

Come si è svolta fin qui la tua carriera?
«Posso dire che ormai sono più di 10 anni di lavoro in tv, ho iniziato con canali tematici, principalmente quello sportivo nerazzurro che mi ha regalato popolarità per via del tifo calcistico che in Italia è davvero caldissimo, per arrivare alla professione vera e propria di giornalista e conduttrice, con argomenti svariati. Io credo molto nella specializzazione, soprattutto in tempi moderni come questi, motivo per cui tendo a proseguire con lo sport, legato al gossip».

Come si sono sviluppate le trasmissioni che hai condotto?
«I miei programmi nascono dall’intuizione di legarmi al gossip e insieme al calcio; prima è stata l’invenzione di Wags - le donne nel pallone, programma a quiz e interviste su sport e donne. Nell’ultimo anno ho creato un nuovo format, sempre di mia invenzione: Un Calcio ai social, in onda su Telenova, tv che l’ha accolto con entusiasmo sotto l’ala fortunata di Novastadio, come sua appendice. Insieme a Luciano Rindone, giornalista della testata, mostriamo i meme, i post e le cose più simpatiche e irriverenti del web legati allo sport e alle notizie più curiose. Oggi moltissime pagine social ci contattano per sottoporci loro materiale originale e altrettanti tifosi da casa inviano quelle che sono piaciute per segnalarle alla tv»

Donne e pallone, un binomio ormai consolidato, ma non ancora del tutto accettato, come dimostrano alcune recenti dichiarazioni di Zeman o le frasi di Mihajlovic su Mikaela Calcagno di qualche anno fa: hai mai subito questo tipo di discriminazioni?
«Assolutamente no e, se posso, utilizzo la vostra intervista per ringraziare due realtà che mi hanno davvero stupita: Telenova, nelle vesti della sua direttrice Adriana Santacroce e Calciomercato.com per avermi sostenuta e apprezzata non solo come donna, in redazioni sportive composte per lo più da uomini, ma anche in questo momento “speciale” per via della maternità. Chapeau! Fossero tutti così casi come quello citato non sarebbero mai accaduti. Come dissi tempo fa ospite in Rai da Sabrina Gandolfi e Francesco Rocchi, chi si occupa oggi di calcio non può esimersi dalla conoscenza della comunicazione e dall’attenzione per le parole dette in pubblico, conferenze stampe o interviste che siano. Bisogna pesare le esternazioni e, se necessario, chiedere scusa».

C’è qualche conduttrice o giornalista sportiva che ammiri particolarmente e a cui cerchi di ispirarti?
«A parte le sopra citate, ci sono moltissime donne che apprezzo in tv, ma cerco di essere unica nel mio genere».

Ti sta stretto il contesto locale?
«Per il momento sono molto soddisfatta di quanto sto realizzando, cose che non avrei potuto fare altrove. Sono comunque sempre disposta a rimettermi in gioco e imparare da chi ne sa di più, magari anche in un contesto nazionale».

Si può conciliare lavoro e vita privata con i ritmi frenetici della vita di oggi?
«È difficilissimo, si può fare, ma qualcosa va sacrificato. Nel mio caso ho poche “distrazioni”, praticamente non ho tempo libero, ma quando il lavoro è la tua passione, non se ne sente il peso».

Ti sei mai dovuta confrontare con la parola ‘bavaglio’?
«Una volta, quando il mio direttore mi imponeva una visione pro squadra (mi riferisco ancora ai tempi delle tv tematiche) anche quanto palesemente la situazione prevedeva quasi una rivolta popolare. Per fortuna anche tutti gli altri conduttori e giornalisti non erano in linea e si è smussata la linea editoriale. Per il resto mi sento libera e appagata, una fortuna vera!».

I tuoi prossimi impegni e le tue aspettative future.
«Sicuramente proseguire con il mio programma tv e con la rubrica per Calciomercato.com, che adoro. Una volta avuto il secondo bimbo, mi piacerebbe rientrare in una redazione. Ma forse ho una proposta in cantiere che se dovesse realizzarsi sarà ancora meglio... incrociamo le dita! Intanto sto realizzando un sito internet con delle chicche inedite, ve ne parlerò presto».
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TUTTO TV Claudia Fasola, conversare per crescere di Giuseppe Bosso

Volto televisivo e speaker radiofonica, incontriamo Claudia Fasola.

Come sta vivendo questo periodo di quarantena?
«È un periodo particolare, sospeso. Tuttavia questa situazione di estrema gravità che tutto il Pese sta attraversando mi dona l'opportunità di passare più tempo con la mia famiglia. Sto cercando di vivere ogni giornata come una risorsa. Riscopro anche la bellezza di trasmettere in diretta con Ciaocomo pur rimanendo a casa, un'esperienza questa nuova, strana ma allo stesso tempo piacevole. Mi tengo informata e mi alleno quotidianamente grazie ad una delle mille applicazioni che possono mettere in contattato tante persone pur rimanendo nel proprio salotto. Difficile però conciliare tutto con due bambine, gemelle, di quattro anni, ma con un po’ di inventiva e creatività può' essere divertente».

Dal meteo alla radio passando per Qvc: come ha affrontato questo cambiamento?
«Nella mia vita professionale ho cambiato scenario mille volte. Mi sono reinventata e non mi sono mai fermata cambiando posto di lavoro e anche città, sempre con un comune denominatore: comunicazione e intrattenimento. L'amore per il mio lavoro mi ha regalato tantissime gioie e persone che stimo non solo come professionisti. Uno dei periodi più belli della mia carriera è stato il lavoro svolto a 3BMeteo, dove ho imparato molto mettendo a disposizione tutta la mia professionalità. Un'altra soddisfazione importante è il mio lavoro in Qvc Italia, una grande azienda con un team di professionisti altamente preparato».

Si è dovuta confrontare con diverse esperienze, ma con un filo conduttore, il contatto con il pubblico: nel corso degli anni quali accorgimenti ha cercato di seguire nel relazionarsi con lo spettatore?
«Mi sono sempre rapportata con il pubblico in maniera semplice e onesta. Cercando di essere me stessa al di là di una telecamera o di un microfono. Nella vita sono una donna solare, preferisco affrontarla con positività e allegria cercando di portare questa parte di me sul lavoro».

Prendendo spunto dal titolo del suo programma su Ciaocomo, cosa intende lei per conversare e con chi?
«Conversare per me è molto importante, dialogare significa soprattutto ascolto reciproco. Solo in questo modo si può crescere, solo così può esistere il mio programma radiofonico Conversascion».

Conciliare lavoro e vita privata le ha comportato rinunce che non rifarebbe?
«Per una donna non è mai facile conciliare vita private e professionale, soprattutto quando si hanno dei figli. Di rinunce se ne fanno molte ma l'importante è rimanere fedeli a se stessi percorrendo sempre la propria strada».

I suoi prossimi impegni?
«Ho molti progetti per il futuro, ma uno su tutti continuare a svolgere il mio mestiere fino a quando mi renderà felice».
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DONNE Addio a Lucia Bosè, musa di grandi registi di Antonia Del Sambro

Bella di una bellezza intensa come voleva il cinematografo negli anni del realismo italiano. Dalle curve generose come voleva il gusto del tempo. Lucia Borloni, che in arte prese il cognome della madre, seguita poi negli anni Settanta da suo figlio che volle mantenere il nome d’arte di famiglia, ha avuto l’immensa fortuna di essere diretta dai più grandi nomi del cinema italiano, diventando la musa di registi come De Santis, Antonioni, Visconti, Taviani, Rosi, Faenza.

La meravigliosa commessa milanese della celebre pasticceria Galli della città meneghina, vince il concorso di bellezza di Miss Italia nel 1947 surclassando nello stesso anno bellezze come la Lollobrigida e la Mangano. I cineasti del neorealismo italiano se la contendono letteralmente tanto che è lei a essere scelta come protagonista per Riso amaro, ruolo a cui rinunciò per la feroce opposizione della sua famiglia.

Ma a una come Lucia Bosè il cinema italiano del tempo non poteva rinunciare e così la bella e intensa ragazza milanese diventa una attrice drammatica tra le più brave, consacrandosi in pellicole come Cronaca di un amore, Non c’è pace tra gli ulivi, La signora senza camelie. Incantando prima di tutto la critica del tempo e poi i tanti spettatori che l’amarono di un amore quasi esclusivo.

Fidanzata per molto tempo con un attore tra i più apprezzati del cinema italiano come Walter Chiari, il vero amore, però, lo trova oltre i confini italiani, innamorandosi perdutamente e poi sposandosi con il celeberrimo torero Luis Miguel Dominiguin. Idolo delle donne spagnole e non e tra gli uomini più ambiti del momento. Il matrimonio tra i due sembra funzionare per un po’ tanto che nascono ben tre figli. Ma poi le ripetute scappatelle del bel torero e le sue molte infedeltà logorano inesorabilmente l’unione nel 1968.

Lucia Bosè aveva già lasciato il cinema e l’Italia, ma il suo talento e il suo fascino fecero sì che negli anni Settanta tornasse prima sul piccolo schermo e poi anche al cinema con altre pellicole di grande successo.

Certo il suo tempo era passato, non era più la musa dei più grandi autori cinematografici, ma in una delle ultime interviste concesse a un giornale spagnolo e poi riprese da molti media italiani la Bosè confessò di non essersi mai pentita di avere scelto l’amore, la famiglia, i suoi figli. E infatti tra collaborazioni varie che l’hanno vista partecipare a produzioni televisive recenti e qualche intervista in televisione, Lucia Bosè non ha mai mancato di apparire realizzata, serena, saggia e senza recriminazioni di sorta.

Una donna concreta che ha saputo usare la sua bellezza e lasciare il suo segno nel mondo. A quasi novanta anni Lucia Bosè ci lascia anche lei vittima del brutto virus di questo tempo, ma le sue pellicole restano immortali perché come lei sono testimoni del miglior cinema di tutti i tempi.
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