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Archivio Telegiornaliste anno XVI N. 7 (624) del 26 febbraio 2020
 
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TGISTE Rossella Russo, no allarmismi sul virus di Giuseppe Bosso

Incontriamo Rossella Russo, volto di News Mediaset.

Come si è svolta fin qui la sua carriera?
«Ho iniziato questo mestiere relativamente tardi. Intorno ai 26 anni. Dopo la laurea in lettere moderne all’università cattolica del sacro cuore di Milano ho lavorato per qualche mese a Telelombardia per il programma il Gonfalone. Poi sono approdata nella redazione di un giornale locale "La gazzetta della Martesana" dove ho lavorato 4 anni e svolto il praticantato. In contemporanea insegnavo lettere alle scuole medie facendo delle supplenze anche annuali. Dopo essere diventata giornalista professionista nel 2002 sono stata assunta come capo ufficio stampa all'assessorato moda, turismo, eventi del Comune di Milano, durante la giunta Albertini. Qui sono rimasta 3 anni e mezzo. Ma desideravo tornare al giornalismo puro cosi ho accettato un contratto all'Agr presso Rcs mediagroup. Mi occupavo dei notiziari radiofonici. Era il novembre del 2005».

Come è approdata a Mediaset?
«Nel maggio 2006 vengo chiamata a Mediaset per una sostituzione estiva a Studio Aperto. Ma a settembre quell'esperienza finisce e inizio a lavorare come corrispondente per Radio Rtl 102.5. Nell'estate 2007 mi chiamano ad Apcom per il telegiornale di Mtv. Poi finalmente a novembre di quell'anno Mediaset si rifà viva e comincio a lavorare per i programmi di Videonews (Tempi moderni, Mattino 5, Pomeriggio 5, Domenica 5), fino all'agognata assunzione nel giugno 2011. Da settembre 2018 sono all'agenzia news Mediaset dove mi occupo dei servizi per i telegiornali. Il mio ambito riguarda soprattutto spettacoli, cronaca bianca, tendenze, attualità».

C'è un evento o un'esperienza che le sono rimasti particolarmente impressi?
«il mio sogno era da sempre seguire il festival di Sanremo da giornalista. E ho realizzato il mio sogno per la prima volta nel 2009. Poi ancora nel 2010. E poi negli ultimi tre anni. Un'esperienza faticosa (si corre da una parte all'altra e si dorme pochissimo) ma, per chi ama questa manifestazione nazionalpopolare, bellissima. Ho seguito il festival in tv fin da bambina. Un altro servizio che mi è rimasto impresso è legato al mio passato da cronista. Ero stata spedita a Ventimiglia per seguire l'emergenza migranti. Quella notte ho filmato il cammino a piedi fatto dai clandestini dall’Italia alla Francia. La loro gioia per aver varcato il confine dopo un viaggio interminabile dai loro paesi di origine, Tunisia, Libia, Algeria. E la paura di essere scoperti dalla gendarmerie e rispediti indietro. Cosa che per alcuni di loro è avvenuta».

Mamma e giornalista nell'Italia di oggi si può?
«Sono mamma dall'ottobre 2012 di una bimba. Non è facile conciliare tutto ma con molto impegno è possibile. Grazie al mio lavoro attuale gestito su turni è un po' più facile; è vero che lavoro spesso nei weekend e nei festivi ma questo mi consente di avere giorni liberi in settimana per seguire mia figlia a scuola e negli sport».

Il 2020 si è aperto con il caso Coronavirus: come ritiene debba essere affrontata questa emergenza sanitaria dal suo punto di vista di operatrice dell'informazione?
«Sono stata nella Chinatown milanese per documentare la situazione. Quartiere deserto. Ristoratori disperati. C’è una psicosi mal riposta; è vero che le informazioni che arrivano dalla Cina sono poche e discordanti ma bisogna mantenere lucidità e noi operatori dell'informazione non dobbiamo creare allarmismo».

Che idea si è fatta del nostro sito?
«Seguo il vostro sito da anni e mi sono accorta che non vi sfugge quasi nulla. Seguite il nostro lavoro con attenzione. Bravi continuate cosi».
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TUTTO TV La vita promessa di Luisa Ranieri di Silvestra Sorbera

Al via domenica 23 febbraio, per tre prime serate, la seconda stagione de La vita promessa con Luisa Ranieri e Francesco Arca.

La Ranieri sarà ancora una volta la siciliana Carmela Carrizzo, che nella prima stagione, decide di partire per L'America dopo aver perso il marito per mano di Vincenzo Spanò (Arca) che, in un momento d'ira ha picchiato Rocco, l'ultimo figlio di Carmela rendendolo gravemente invalido.

La donna fa un passaggio a Napoli dove lascia l'unica figlia femmina pensandola ormai moribonda; ma la ragazza si riprende e riesce ad arrivare a New York, ormai sposata e madre di un bambino.

In questa seconda stagione Carmela dovrà affrontare nuovi drammi: Vincenzo Spanò riesce a trovarla grazie alle sue amicizie mafiose e si presenta da lei, che adesso è di nuovo vedova e non sa cosa fare. Rocco continua il suo matrimonio farsa, Antonio è entrato a far parte della criminalità locale e Alfredo è uno stimato professionista.

Luisa Ranieri ci ha abituato a ruoli sempre molto intensi: dal famoso spot pubblicitario "Antò fa caldo", la Ranieri ha continuato il suo successo televisivo con serie che hanno sempre avuto ottimi risconti. La ricordiamo in Maria Goretti e poi nelle serie Omicidi e ancora nella miniserie Cefalonia con protagonista Luca Zingaretti, adesso diventato suo marito e che vedremo presto nel ruolo di Montalbano.
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DONNE Ricercatrici italiane in prima linea di Antonia Del Sambro

È vero che l’Italia è al momento il quarto paese al mondo per contagiati da Coronavirus, ma è anche vero che proprio nel nostro Paese la ricerca medica e biologica può contare su un team di tre donne tra le più brave e preparate a livello internazionale.

Sono la direttrice del laboratorio di virologia dell’Istituto nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Maria Rosa Capobianchi, insieme alle dottoresse e ricercatrici Concetta Castelletti e Francesca Colavita, che hanno isolato il nuovo Coronavirus in Italia.

Il loro lavoro è stato riconosciuto come fondamentale a livello di ricerca mondiale perché più informazioni si ricevano sui virus in generale e più le strade per poterli curare in maniera appropriata si fanno più concrete.
Uno studio fondamentale quello del team delle tre donne italiane che descrive la sequenza dell’intero genoma del virus determinandola e paragonandola alle altre sequenze.

E sempre le tre ricercatrici si dicono pronte e preparate a affrontare qualsiasi emergenza. Anche quella degli ultimi giorni.

Noi abbiamo un allenamento costante a fronteggiare l’emergenzaha dichiarato la dottoressa Maria Rosa Capobianchi. Siamo come una molla che si carica e lavora per essere carica, per poi essere rilasciata quando serve. Questo vuol dire che facciamo un continuo monitoraggio di quello che accade nel mondo e quando ci sono avvisaglie di qualcosa che sta venendo fuori, mettiamo in campo le nostre conoscenze, competenze e la nostra esperienza in ambito nazionale e internazionale”.

Tre donne, tre ricercatrici, tre italiane di cui andare fieri, ma che in questi giorni di emergenza sociale e sanitaria, diventano anche un vero e proprio faro che illumina e guida quanti guardano alla ricerca e alla medicina per avere conforto e speranza.
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