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Archivio Telegiornaliste anno XV N. 27 (609) del 16 ottobre 2019
 
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TGISTE Giovanna Criscuolo, ricominciare a Londra di Giuseppe Bosso

Dalla gavetta in Campania al sogno londinese. Firma di Medianews24 , Giovanna Criscuolo ci racconta com’è nato il suo amore per il giornalismo, e come sta indirizzando il suo futuro, in modo preciso.

Come è nato l'amore per il giornalismo?
«Dieci anni fa, per gioco. Avevo da poco compiuto 33 anni e con le mie sorelle andammo ad un concerto di Ligabue a Salerno. Ne scrissi una recensione che pubblicai come nota sul mio profilo Facebook ed in tanti (compreso qualche mio attuale collega) mi dissero devi fare la giornalista, questa è una recensione da prima pagina! Dopo qualche settimana (non so come) quella recensione fu pubblicata su un noto settimanale nazionale ma non a mia firma, cosa che pur dandomi grande soddisfazione mi rammaricò. Dunque decisi di provare ad andare a fondo. Mi presentai alla redazione del Nuovo Salernitano diretto, allora da Gigi Casciello, attuale Onorevole alla Camera dei Deputati, che, comprendendo il mio entusiasmo e le mie motivazioni, mi concesse l'opportunità ed iniziai subito a scrivere per quel quotidiano occupandomi principalmente di politica. Dal 2009 al 2019 ho alternato varie esperienze collaborando con decine di testate locali cartacee e web. Da Cronache del Salernitano ad Insieme Scafati, passando per il blog PoliticaDemente, Il Desk It, Metropolis ed altre ancora. Ad un certo punto ho deciso di andare oltre e di puntare sul territorio regionale, partendo dal nostro capoluogo. Grazie a colleghi napoletani, ho avuto l'opportunità di entrare a far parte di alcune realtà editoriali: riviste cartacee a diffusione nazionale paragonabili a Vanity Fair o addirittura Vogue! Ho avuto il piacere di intervistare attrici come Simona Borioni e Ludovica Nasti di L'amica geniale e non ultimo il musicista Edoardo Ferragamo, molto conosciuto ed apprezzato in America., figlio del fratello dello stilista Salvatore. Oggi sono felice di essere parte integrante di Medianews24: la gente di Scafati mi riconosce, mi ferma, mi segnala notizie, mi racconta fatti. Mi sento amata dai miei concittadini».

Sei stata a Londra per uno stage: cosa ti ha lasciato questa esperienza?
«A Londra i quotidiani, contrariamente a quanto accade da noi, non si vendono in edicola, ma sono distribuiti gratuitamente ovunque, dalle stazioni ai bar, in numeri illimitati di copie. Ho avuto modo di visitare la redazioni di Evening Standard e The Lady: il primo è appunto il quotidiano di cui ho parlato, il secondo è un mensile indirizzato a lettrici di una fascia d'età medio/alta. Per The Lady ho scritto un articolo che (incrociamo le dita) verrà pubblicato probabilmente nei prossimi mesi. Ho avuto modo di esplorare una città del tutto sconosciuta ma diversa da come la immaginavo, mi ha affascinato tantissimo».

Hai percepito differenze anche dal punto di vista del giornalismo con l’Italia?
«Sì, lì l’informazione è davvero diversa da ogni punto di vista, ma ti parlo di come ho avuto modo di vedere la gestione di essa. A Londra non esistono editori, i quotidiani sono finanziati dalla casa reale. Penso proprio che nel volgere del prossimi due anni lascerò l’Italia per stabilirmi lì, puntando ad entrare in qualche redazione (un sogno). Nel frattempo ho iniziato un corso per migliorare la lingua che già mastico in maniera discreta. Le mie due figlie, due splendide ragazze, appoggiano questa mia volontà di cambiamento. Nella prossima primavera tornerò a Londra con loro perché si rendano conto di quale realtà esiste a due ore di aereo, dove la loro mamma può inseguire dei sogni, ed anche loro - se vorranno - potranno avere grandi opportunità... nonostante sia ben inserita nel tessuto sociale scafatese a volte qui mi sento soffocare».

Senza Londra ti sarebbe stata comunque stata stretta la provincia?
«Sì, ero già orientata verso grandi città come Milano o Roma. Alla mia età, dopo dieci anni di esperienze, penso di meritare una svolta, che sicuramente non è a Scafati»

Non ti spaventa il fatto di poter trovare imprevisti?
«No, sono una persona ottimista, sono andata a Londra senza conoscere nessuno se non due cari amici che mi hanno fatto da Cicerone per qualche giorno. Poi mi sono organizzata tutto da sola, trovandomi in un realtà sconosciute che però ho saputo affrontare. Ho trascorso le mie giornate in bici, all'avventura. Seguivo il mio istinto e mi ritrovavo in mondi nuovi. Bellissimo».

Cosa vorresti portare a Londra del Sud Italia e cosa speri di assorbire?
«Da donna del Sud mi piacerebbe portare un po’ di calore, l’unica cosa che manca, il senso di fratellanza e di amicizia, nella frenesia dei ritmi metropolitani: ho avuto impressione che si tende a calendarizzare un po’ tutto ma si dà poca importanza ai rapporti umani; poi porterò il mio buonumore, che è molto diverso dal cosiddetto “british humor”. Partirò con grande positività».

Ricominciare a quarant’anni come stai facendo si può?
«Sì, ammiro chi si rimette in gioco, e Londra è piena di italiani (anche scafatesi) che sono partiti alla ricerca di un futuro migliore. Potrei anche sbagliarmi, il mio futuro potrebbe anche essere qui a Scafati, ma le opportunità sarebbero sicuramente limitate. Sono certa che non sarà semplice realizzare sogni e progetti ma sono ben disposta a sacrifici».

Prima mi parlavi di positività, parola che hai messo in evidenza anche sul tuo profilo instagram: cos’è per Giovanna Criscuolo la positività?
«Affrontare la vita sempre a viso aperto: io lo faccio di fronte ad ogni eventuale problema. Tante persone mi definiscono “Alice nel paese della meraviglie” perché dicono che non guardo la realtà in faccia. Ma io lo faccio, è la panacea del vivere bene. Una cara amica mi chiama “sole”, perché dice che quando mi incontra vede la luce – ride, ndr».

Ti sei mai dovuta confrontare con proposte indecenti?
«Diciamo di sì, in un contesto calcistico per il quale ho lavorato come addetto stampa. Più che proposte indecenti, erano avances che io non gradivo. Tengo a precisare che si trattò di una persona esterna alla società per la quale collaboravo, era un dirigente di una squadra avversaria che mi promise di presentarmi un suo amico editore se fossi uscita con lui. Non gradivo quelle avances e non accettai proposte perché pur essendo separata conservo i miei valori basati sui sentimenti, sulla stima reciproca e poi sull'attrazione. Senza questi ultimi non si va da nessuna parte!».

Un aggettivo per descriverti?
«Non basterebbe uno, te ne dico tre: gioiosa, solare ed empatica. Ho anche i miei difetti, eh! Sono super permalosa, non mi si può contestare nulla che parto subito "di brocca." Un altro mio difetto quello di sentirmi un po' Peter Pan: sento la metà degli anni che ho, che nella cabala significa “il matto” – ride – sono diversa da alcune mie coetanee che vedo ragionare come mia nonna».

Hai mai dovuto confrontarti con la parola bavaglio?
«Ultimamente ho ricevuto una telefonata intimidatoria da un ex politico. Non ha tentato di mettermi il bavaglio... ma mi ha invitata a non scrivere mai più di lui nel bene e nel male. È un bavaglio questo? (Ride ndr)».

Ti senti invidiata dalle altre tue colleghe?
«L'invidia è un sentimento molto diffuso in ogni ambiente professionale. Io la chiamo competizione, necessità di ottenere risultati simili all'altro o migliori per star bene con sé stessi. Per arrivare dove sono c'ho messo 10 anni, non ho mai fatto sgambetti (ne ho subito tanti) né accettato raccomandazioni o favoritismi. Invidia è un termine bruttissimo. Io ad esempio invidio tanto le donne che pur mangiando a sbafo, non ingrassano di un etto. Le ammazzerei tutte!».

Progetti futuri, a parte Londra?
«Il mio libro. Ho terminato i primi tre capitoli, ne mancano almeno sette! Sul titolo sono un po' indecisa. Ti anticipo solo che è un libro di fiabe per adulti poiché alcuni contenuti sono a sfondo erotico (non tutti). Storie drammatiche ma sempre a lieto fine. Credo che se tutto andrà bene uscirà il prossimo anno».
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TUTTO TV Ritorna Grey's Anatomy su La7 di Silvestra Sorbera

Ritorna su La7 il medical drama più famoso degli ultimi anni: stiamo parlando di Grey's Anatomy, la serie tv con Ellen Pompeo nei panni della dottoressa Meredith Grey, quindicesima stagione.

Le avventure dei medici si svolgono al Grey Sloan Hospital di Seattle, anche se la serie è girata a Los Angeles e, in questa stagione, tante le novità che vivranno i fedelissimi.

Meredith è single da tanto tempo dopo la morte di Derek e cresce da sola i suoi bambini, anche se l'amore busserà alla porta e la donna sarà al centro di una nuova rocambolesca storyline a tinte rosa.

Problemi anche per Amelia (la sorella più piccola di Derek) che dopo aver divorziato da Owen decide di dare al medico una seconda possibilità.

Il matrimonio tra Jo e Alex sembra avere degli intoppi causati dai segreti della donna.

Insomma, suspense e colpi di scena caratterizzeranno ancora una volta le vicende di una serie che il pubblico italiano ha sempre apprezzato, e che ha retto l’urto rappresentato dall’uscita di scena del suo protagonista principale, Patrick Dempsey, che dopo aver smesso il camice del dottor Shepherd negli ultimi anni si è dedicato più alla sua nuova veste di produttore che non alla recitazione.
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DONNE Michelle Pfeiffer, che “malefica” regina! di Giuseppe Bosso

Grandi applausi a Roma per la prima europea di Maleficent – Signora del male, sequel della pellicola del 2014.

A distanza di cinque anni Angelina Jolie torna nuovamente a vestire i panni della strega cattiva (diciamo…) della Bella addormentata nel bosco; per il secondo capitolo della serie, diretto stavolta dal norvegese Joachim Rønning, molte new entry che si uniscono a Jolie-Malefica e Elle Fanning-Aurora; e tra queste grande interesse suscita l’arrivo, nel ruolo di una regina non meno “malefica” della protagonista, di una sempre splendida Michelle Pfeiffer.

Per l’attrice californiana si tratta di un ritorno in grande stile, dopo essersi defilata per qualche anno dopo le non esaltanti esperienze di Cose nostre – Malavita e Dark Shadows, nonostante la direzione di registi come Tim Burton e Luc Besson e compagni di set quali Johnny Depp e Tommy Lee Jones.

Nulla di irreparabile per un’attrice che da ormai quarant’anni è un volto di punta di Hollywood; che dopo i primi, non eccelsi, esordi all’alba degli ’80, come il poco fortunato sequel di Grease, conquista fama e successo con Brian De Palma in Scarface, dove è contesa da Tony Montana-Al Pacino e Frank Lopez-Robert Loggia.

E per la ragazza di Santa Ana il ruolo di Elvira Hancock è la chiave dello star system: da allora si succedono interpretazioni di altissimo livello, da Le streghe di Eastwick a I favolosi Baker negli anni ’80; da Paura d'amare, nuovamente al fianco di Al Pacino a Batman - Il ritorno dove è conturbante Catwoman nella decade successiva; da Mi chiamo Sam a La verità nascoste nel nuovo millennio.

Tanti ruoli, tante facce, ma con una costante: donne al tempo stesso fragili e di grande personalità, alle prese con situazioni familiari spesso drammatiche, ma senza mai arrendersi.

Avrebbe potuto essere ancora più scoppiettante di quanto è stata (ed è) la carriera di Michelle se l’attrice non avesse rifiutato dei ruoli che poi hanno fatto la fortuna, in ogni senso, di altre sue non meno celebri colleghe; nel 1991 avrebbe dovuto essere, in coppia con Jodie Foster, protagonista di Thelma & Louise, poi interpretato da Geena Davis e Susan Sarandon; e un anno dopo era tra le più accreditate candidate per interpretare la diabolica Catherine Tramell di Basic Instinct, pellicola che consacrerà invece una allora ancora poco conosciuta Sharon Stone.

Chissà se, accettando almeno una di queste parti, che sono diventate pietre miliari della storia del cinema, Michelle Pfeiffer non sarebbe riuscita a colmare quella grande lacuna, come ad altri colleghi e colleghe, rappresentata da quell’Oscar che l’ha vista soltanto nominata ma mai vincitrice in tre occasioni.
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