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Telegiornaliste anno XV N. 11 (593) del 27 marzo 2019
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Giorgia
Cardinaletti: dico sì al var
di Giuseppe Bosso
Abbiamo il piacere di incontrare
Giorgia Cardinaletti,
da tre anni conduttrice della Domenica Sportiva su Raidue.
Con quali prospettive stai affrontando il tuo terzo anno al timone
della Domenica Sportiva?
«Cercando di raccontare con un occhio diverso la realtà del calcio. Il
nostro è un approfondimento giornalistico e come tale l’analisi che
facciamo a fine giornata contiene diversi elementi e spunti di
riflessione. Per quanto riguarda me è un terzo anno diverso: conduzione
unica. Molto importante professionalmente ma anche una grande
responsabilità».
Ci lasciamo alle spalle purtroppo una stagione che verrà ricordata
soprattutto per la clamorosa eliminazione dell’Italia dai Mondiali di
Russia che ci apprestiamo a vivere: è comunque una sconfitta che può
essere l’inizio di un radicale rinnovamento del calcio italiano come
accadde nel 1966 dopo la sconfitta in Inghilterra con la Corea del Nord?
«Come poter dire il contrario? Peggio di così non possiamo fare quindi
sicuramente ci sarà rinnovamento. Parlo dei giovani, dei futuri leader
che già spingono in campo e che stanno facendo bene; è un momento
interessante anche per il delicato passaggio di valori al quale stiamo
assistendo. Prima Buffon e i più giovani, oggi Chiellini, Bonucci, De
Rossi. Punti fermi per le nuove generazioni del calcio».
Tu alla Domenica Sportiva,
Simona Rolandi a Novantesimo Minuto e
Paola Ferrari al seguito della Champions League, per non parlare
delle altre emittenti: il giornalismo sportivo è donna?
«Anche. E ormai da anni. Colleghe molto brave hanno aperto la strada
tempo fa. Se all’inizio poteva sembrare strano oggi sarebbe assurdo il
contrario. Detto questo trovo certi discorsi inevitabilmente retorici.
Dunque credo che alla fine dei conti donna o uomo che sia non importa,
il giornalismo sportivo deve essere leale e autorevole».
L’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus è un valore aggiunto o
rischia davvero di accrescere ulteriormente il divario tra i bianconeri
e il resto del campionato?
«Valore aggiunto e stimolo per tutte le altre. Per non parlare del
business collegato all’operazione. Un ritorno per la Juve, per la città
di Torino e per il Paese».
Var sì o var no a distanza di quasi due anni dalla sua adozione?
«Var sì, ormai fondamentale e direi inevitabile. Ci stiamo abituando ad
un nuovo modo di vivere il calcio. Gli arbitri non potevano essere gli
unici a non rivedere l’azione al momento quando il tifoso dal divano
poteva avere quattro inquadrature diverse dello stesso episodio.
All’inizio si pensava potesse intaccare l’autorevolezza del giudice di
gara. A lungo andare si è capito che è un vantaggio avere la tecnologia,
sia per chi sta in campo sia per gli arbitri».
Hai frequentato la scuola di Perugia: la formazione teorica quanto è
importante nel giornalismo di oggi, dove è richiesta sempre più
esperienza diretta sul campo?
«Lo studio è la chiave dell’autorevolezza. Fondamentale. In un momento
storico in cui attraverso il web tutti possono informarsi su tutto la
differenza sta nella qualità dell’informazione che si cerca di dare».
Sei tra le tgiste più seguite e ammirate tra i nostri
lettori: segui qualche accorgimento dal punto vista del look?
«Cerco di seguire il mio modo di essere. Di base mi pare abbastanza
semplice».
E sempre in merito al look, da alcune tue interviste leggo che sei
alquanto “no tacchi alti”, vero?
«Mi piacciono molto, ma mi sento più a mio agio senza».
Cosa pensi se ti dico la parola domani?
«È un po’ come dire “cosa c’è dietro l’angolo”, per citare un maestro.
Ci ho pensato spesso: dietro l’angolo per me c’è un ristorante. Domani
magari una nuova avventura».
Ti sei mai sentita imbavagliata?
«Mai, per fortuna». |
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Giorgia
Palmas, volto rossonero
di Giuseppe Bosso
Sicuramente e quantomeno per i tifosi rossoneri
spettatori di
Milan Tv è una delle più belle sorprese della
stagione; anche quelli che, alla fine dello scorso mese
di agosto, al suo annuncio come nuovo innesto
nello staff del canale tematico del club milanese, avevano
storto il naso.
E invece Giorgia Palmas si è dimostrata non solo una
affezionata tifosa milanista, ma anche competente
e ferrata nell’analisi delle partite dei ragazzi
di Gattuso, mettendo a frutto l’esperienza
maturata nella passata stagione come conduttrice dello
storico Processo di Aldo Biscardi (proprio in
concomitanza con la scomparsa del suo padre
fondatore) che ha saputo guidare con altrettanta
competenza e garbo, dimostrando una volta di più che
donne e pallone sul piccolo schermo è un binomio
consolidato e vincente, senza rinfocolare le ultime,
fastidiose, polemiche delle ultime settimane.
L’approdo a Milan Tv per la bella conduttrice
originaria di Cagliari rappresenta un nuovo inizio
per un percorso professionale che parte, all’alba di
questo millennio, con l’approdo a Striscia la notizia
nel 2002 come velina al fianco della sua
grande amica Elena Barolo (che l’ha affiancata
proprio al Processo lo scorso anno); due anni
soddisfacenti tra stacchetti e Gabibbo, quindi
il passaggio a Rai1 nel 2004, dove affianca
Carlo Conti e Francesca Chillemi a I
raccomandati, e conduce il fortunato programma
musicale CD: Live per due stagioni su
Rai2. In contemporanea ha un primo approccio, sia
pure sentimentale, con il mondo del pallone, legandosi al
calciatore Davide Bombardini, con il quale nel luglio
2008, ha la figlia Sofia.
Le gioie della maternità per un paio di anni tengono lontana
Giorgia dal piccolo schermo, dopo che ha anche tentato,
non con grande fortuna, la strada della recitazione
partecipando alla fiction Carabinieri e alla
sitcom Camera Cafè; ma nel 2011 torna
alla ribalta partecipando, e vincendo, all’Isola
dei famosi condotta da Simona Ventura su Rai 2.
Finisce intanto il rapporto con Bombardini e per Giorgia
Palmas c’è un ritorno con Antonio Ricci e il
Gabibbo, che la vogliono per condurre Paperissima
Sprint, il contenitore che sostituisce nel preserale
dei mesi estivi Striscia. Conosce proprio
nell’occasione Vittorio Brumotti, che sarà il suo
compagno per qualche anno.
Nel 2015 con altri volti noti del piccolo schermo è
tra le protagoniste della breve e non fortunatissima
esperienza del network italo-albanese Agon Channel,
dove conduce Festival Show.
Quindi, dopo essere stata per due anni madrina del Giro
d’Italia, testimonial di varie campagne pubblicitarie
e aver iniziato anche una nuova esperienza come
conduttrice radiofonica (prima a Radio 105 poi a
Radio Lattemiele) nel 2017 l’esperienza al
Processo, e nell’estate dell’anno dopo la chiamata di
Milan Tv, dove ha in breve tempo come detto conquistato le
simpatie e la stima dei tifosi rossoneri che
in lei hanno trovato un vero e proprio punto di
riferimento.
Nonostante un fidanzato, Filippo Magnini,
ex campione di nuoto plurivincitore di medaglie (che
affianca nella conduzione di Gli uomini vengono da
Marte, le donne da Venere su Radio Lattemiele) molto
innamorato, ma.... interista! |
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DONNE
Elena
Vesnaver vince il Premio Donne Europa
di Antonia del Sambro
Il Premio Europa di Letteratura fondato e ideato
dalla scrittrice e attrice Paola Alberti è l’unico
premio italiano dedicato alle scrittrici di giallo e
noir e si tiene a Pisa ogni anno a fine
inverno.
Qualche settimana fa a essere premiata è stata Elena
Vesnaver con il racconto Dentro al mirino.
Un premio più che meritato per una delle
protagoniste della cultura italiana più brave e
meno conosciute.
Elena nasce a Triste nel 1964, si diploma
all'Istituto d'Arte Drammatica nel 1983 e nel 1982
inizia la sua collaborazione, che durerà fino agli
anni '90, con la sede Rai di Trieste, prendendo parte
a diversi sceneggiati radiofonici trasmessi sul
territorio nazionale.
Nel 1986 lavora con la Compagnia teatrale La Contrada
e prende parte allo spettacolo Bandiera con la
regia di Francesco Macedonio.
Nel 1988 è tra i fondatori la Compagnia Teatrodellaluna
che si occupa per diversi anni di teatro ragazzi e teatro di
servizio. Nello stesso periodo si avvicina alla scrittura,
redigendo i testi dei suoi spettacoli. Nel 2008
scrive e rappresenta Tutti mi chiamano bionda
sulla vita delle operaie in filanda. Le sue prime
pubblicazioni editoriali sono libri per ragazzi e
solo successivamente di dedicherà ai gialli e ai thriller
riscuotendo immediatamente un grandissimo successo di
pubblico e affascinando tanti addetti ai lavori.
Insieme a Giuseppe Mariuz, Elena firma per la sede
Rai del Friuli-Venezia Giulia lo sceneggiato radiofonico in
quattro puntate Pantera il ribelle tratto
dall'omonimo libro che racconta la vita del giovane
partigiano di San Vito al Tagliamento Giuseppe Del Me e
nel 2015 vince il Premio Scerbanenco con il racconto
giallo La ragazza di via Settefontane e il
Premio Letterario Città di Verbania for Women con il
racconto Tutti mi chiamano bionda.
La Vesnaver è un’artista completa che sa incantare
chiunque si avvicini alla sua scrittura e che ora può
vantare di avere conquistato anche l’unico premio
italiano riservato alle donne gialliste del nostro
Paese. |
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