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Telegiornaliste anno XIV N. 2 (549) del 17 gennaio 2018
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Ilaria
Iacoviello, il mio percorso a Sky
di Giuseppe Bosso
Incontriamo Ilaria Iacoviello, volto di
Sky Tg24,
che ci racconta il suo percorso, il suo presente e le sue aspirazioni.
Dalla provincia a un grande network come Sky: raccontaci il percorso
che ti ha portata qui adesso.
«Fin da piccola ho sempre voluto fare la giornalista e ricordo che
passavo interi pomeriggi ad intervistare le bambole. Poi alle scuole
medie ho iniziato a scrivere per il giornalino della scuola e ho
continuato con l'Alighiero, il giornale del liceo classico di
Ravenna. Mi sono iscritta all'Università, ma allo stesso tempo
collaboravo con i quotidiani locali: il quindicinale La
Piazza-Avvenimenti (non vi dico che emozione a 20 anni avere
l'articolo di apertura) e poi con Il Resto del Carlino fino a
Tele Romagna. Finita l'Università, mi sono trasferita a Roma, iniziando
a collaborare con Il Messaggero in cronaca giudiziaria e con
Il Tempo. Poi sono entrata alla scuola di giornalismo di Urbino.
Grazie agli stage previsti ogni anno sono arrivata a Sky TG24. Poi,
contratto dopo contratto, sono stata assunta. Sono stati anni
fondamentali che mi hanno permesso di fare moltissime esperienze:
dall'inviata alla conduttrice».
Ricordi il tuo primo servizio?
«Il mio primo servizio è stato su un robot americano di ultima
generazione (stiamo parlando del 2005) e ricordo che mi sono emozionata
tantissimo a vederlo in onda. Ma quello che più ricordo è stata la prima
diretta dalla società Autostrade e il mio primo servizio da inviata, a
Firenze, sul caldo straordinario. Sembrano esperienze banali, ma vi
assicuro che sono fondamentali per muovere i primi passi».
Mamma e giornalista insieme si può?
«Certo che si può. Magari è un po' più difficile fare l'inviata, ma
basta organizzarsi. Il segreto è trovare il giusto equilibrio. Non direi
la verità se dicessi che è semplice, ma una soluzione si trova sempre.
Per me oggi la priorità sono mio figlio e la mia famiglia ma,
lavorativamente parlando, continuo a fare ciò che mi piace».
Qual è stata finora l’esperienza o il servizio a cui sei maggiormente
legata?
«Sono legata soprattutto a due esperienze: il racconto del terremoto
dell'Aquila e il mese che ho passato in Afghanistan a seguito
dell'esercito italiano. Esperienze diverse, che ti restituiscono però
l'essenza del nostro mestiere: raccontare le persone, le loro storie,
storie a volte di tenacia e tenerezza, che non ti saresti mai
immaginata. L'Aquila per me, dopo tanti anni, rappresenta una seconda
casa: ho scoperto persone meravigliose con le quali siamo diventate
anche amiche. È stato un arricchimento non solo professionale, ma anche
umano. A Herat ho raccontato la vita dei nostri militari: seguendoli
capisci davvero qual è il senso del loro lavoro, che è molto più
profondo e pericoloso di quanto si possa immaginare. A Herat per la
prima volta ho sentito forte la sensazione del rischio che stavamo
vivendo, una sensazione di pericolo che c'è sempre, anche se sei
embedded».
Con l’approssimarsi delle elezioni politiche ci saranno maggiori
carichi di lavoro per la vostra redazione?
«Seguiamo ogni grande evento, italiano o internazionale, con la massima
attenzione e accuratezza, non solo riportando la cronaca dei fatti, ma
anche e sempre più attraverso speciali e approfondimenti. Le prossime
elezioni politiche non faranno eccezione».
Quale notizia sogni di dare nel 2018?
«Ultimamente mi sto interessando spesso di temi sociali. Bambini in
povertà, affidati alle case famiglie, bambini figli di immigrati
arrivati in Italia senza genitori. Mi piacerebbe che almeno uno di loro
trovasse una famiglia in cui vivere felice. Questa sarebbe la notizia
che vorrei dare...». |
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Romanzo famigliare di Rai 1
di Sara Ferramola
Intrecci di una famiglia dei nostri giorni, di
conflitti tra genitori e figli, intergenerazionale
con una vena di ottocentesco nella narrazione
data dalla voce fuori campo che anticipa e commenta le
vicissitudini: e questa la nuova uscita in casa Rai a
proposito delle fiction, Romanzo famigliare,
rigorosamente con la "gl", è una fiction che si è
lasciata attendere, come soprattutto il cast il quale
trova in particolare la presenza di Giancarlo Giannini,
il patriarca della famiglia più ricca di Livorno.
Ambientata in Toscana e all'Accademia navale,
la fiction vede la presenza di Vittoria Puccini
(Emma), madre trentatreenne di una ragazza di sedici anni,
Micol (Fontinì Peluso), la quale a sua volta scopre
di essere incinta dopo una relazione con l'insegnante
di clarinetto.
Ma le sorprese non mancano, tra gli arcani
della famiglia Liegi, il rapporto conflittuale di
Emma e il padre, tra lei e il marito, dove albergano
fatti nascosti che saranno svelati nelle prossime 4
puntate.
Prodotta da Francesca Archibugi, la serie è a episodi
fatti di colpi di scena che tengono lo spettatore lì.
Un prodotto in stile Rai, riadattato ai giorni
nostri: la narrazione procede come quella di una
fiction ambientata agli inizi del Novecento, con una
storia riadattata al moderno.
Si mixano difatti elementi dei vecchi e dei
nuovi tempi: il patriarca della dinastia, intrecci
finanziari non chiari e che fanno fatica a svelarsi,
gravidanze indesiderate, segreti sulla paternità di
Micol; ma anche il passato di un'adolescenza non facile,
quella di Emma, che condiziona le storie dei personaggi
attorno a lei, oggi poco più che trentenne che fa i conti
con la sua vita e con quella della figlia. |
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Pamela
D'Amico, cantante e percussionista internazionale
di Alessandra Paparelli
Abbiamo incontrato Pamela D'Amico, cantante e percussionista,
artista internazionale italo-brasiliana.
Come hai iniziato il tuo percorso artistico?
«Ho iniziato da piccolissima, a 5 anni già conoscevo tantissime
canzoni a memoria . Il ritmo l'ho sempre avuto nel sangue ed
anche la musicalità, in questo gioca un ruolo molto importante
il mio mezzo sangue brasiliano, ma sicuramente anche quello
abruzzese.
Ho capito che era il mio percorso artistico intorno ai 20 anni
quando sono partita per cantare sulle navi da crociera , lì ho
iniziato seriamente a vivere di musica».
Quali artisti, ritmi e musica ti ha ispirata?
«Sono stata ispirata da tutta la musica del mondo, avendo
girato molto con le navi , ho conosciuto le culture musicali di
tanti popoli, ed ho poi approfondito la musica brasiliana.
Prendo ispirazione dai più grandi artisti, non potrebbe essere
diversamente. Per crescere e diventare forti bisogna avere
cultura musicale davvero vasta e senza nessuna riserva. Posso
ricordare alcuni artisti che mi sono nel cuore: Stevie Wonder,
Elis Regina, Mina, Miles Davis, Ella Fitzgerald, artisti di
estrazioni diverse ma tutti rivoluzionari. Ecco, è la
rivoluzione nella musica che conta, come non nominare il grande
Pino Daniele?».
Hai grande energia che trasmetti, durante i tuoi live, qual
è il tuo segreto?
«Il segreto della mia grande energia è il fatto di dedicare
tutta la mia vita alla musica. E poi il donarsi al pubblico
senza nessuna riserva. Questo le persone lo sentono, lo
avvertono ed è allora che si arriva ai cuori e si parla con le
emozioni. La nostra società ha bisogno di verità e di qualcuno
che abbia il coraggio di vivere i propri sogni ... togliamoli
dal cassetto. La vita si vive, deve essere vissuta!».
Quanto attingi dal tuo vissuto, nell'eseguire brani
musicali?
«Nel mio canto metto me stessa e anche nella vita: c'è una
grande coerenza tra le due sfere, mi ritengo una persona vera e
credo possa essere questo il motivo per il quale le persone mi
hanno ascoltata. Colgo l'occasione per ringraziare tutti voi e
tutti gli ascoltatori, per me è stata una bella soddisfazione».
Progetti attuali e prossimi?
«Ci sono vari progetti nel mio presente e nel mio futuro, ne
parlerò presto anzi, prestissimo! Lascio un pochino di
mistero».
Come vivi il tuo lavoro di professionista, come vivi la
musica?
«Vivo la musica con infinita gratitudine , mi ha salvato e mi
salva ogni giorno. La musica ti restituisce tutto il tempo che
gli dedichi e diventa lo specchio della tua forza, come un
grande amore , si trasforma trasformandoti in qualcosa sempre
di migliore basta dedicarle tempo, studio e dedizione».
Cosa trasmetti sul palco e cosa ricevi da chi ti ascolta?
«La cosa che più amo è trasmettere la mia grande passione per
la musica e la creatività. Mi piacerebbe trasmettere questo e
smuovere dentro anche tanti giovani che magari si sentono
persi, chi ha la musica non è mai solo».
Durante i tuoi live, ti abbiamo avuta ospite in radio, hai
utilizzato una piccola percussione, di che si tratta?
«Amo le percussioni soprattutto il pandeiro brasiliano che mi
accompagna ormai da tanti anni: è il mio ritmo interno, sarà
strano ma le percussioni mi calmano la mente , trovo un
equilibrio così nella vita e segno il tempo ai miei respiri.
Diciamo che si tratta quasi di una meditazione».
Quali artisti ti accompagnano, durante i concerti?
«Sono accompagnata da molti grandissimi musicisti. Alcuni di
loro sono Paolo Vivaldi, Eddy Palermo, Natalio Luis
Mangalavite. Soltanto collaborando con i grandi si può crescere
e loro sono anche delle bellissime persone».
Che cos'è per te la musica, cosa rappresenta? C'è un prezzo
da pagare per la scelta di essere libera?
«La musica è libertà, per me. L'ho detto anche nella mia
gaivota. Il prezzo da pagare è alto ma sempre piacevolissimo. I
sacrifici sono un modo per vincere, per cui non mi pesano
affatto. Chi non ha sofferto nella vita non potrà mai gioire,
il coraggio di andare avanti alla fine premia».
Qual è la chiave per il successo, se lo si vuole trovare e
cosa intendiamo con questo termine?
«La chiave per il successo è molto personale, dipende cosa si
intenda per successo. Innanzitutto il successo è dentro di noi,
la musica non si fa per dimostrare agli altri ma per essere
vivi dentro. Poi, quando i tempi sono maturi, il successo
arriverà anche fuori. Ci vogliono tanta umiltà e il non
arrendersi mai. I grandi davvero sono tutte persone umilissime
ed hanno faticato per ottenere tutto. Quindi, avanti tutta!». |
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