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Telegiornaliste anno XIII N. 24 (534) del 6 settembre 2017
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Barbara
Scarpettini, il mio traguardo nel cuore
di Giuseppe Bosso
Abbiamo nuovamente il piacere di incontrare
Barbara Scarpettini,
per parlare di Il traguardo nel cuore – due minuti che valgono una vita, edito da Eclettica, in libreria da poco ma già grande successo. Un racconto intenso e coinvolgente con
cui la giornalista apre il cuore agli ultimi, difficili, anni che ha
vissuto.
Barbara, cosa ti ha spinto a raccontare la tua storia in questo libro?
«Avevo il desiderio di dedicare una vittoria alla mia mamma, una maratoneta, che era considerata un vero e proprio fenomeno; ho praticato
anch’io atletica leggera, salto in lungo, con lei che mi accompagnava,
ma alla fine capii che piuttosto che praticarlo lo sport mi piaceva
raccontarlo, e così ho iniziato la mia carriera da giornalista; e nel
libro racconto proprio questo ‘viaggio’ che ho vissuto fin da ragazzina;
poi ho iniziato ad occuparmi di ippica, e siccome per raccontare questa
disciplina è bene anche saperla praticare ho iniziato anche a
partecipare a qualche gara al trotto, cosa che mi è piaciuta; poi nel
2012, finita l’esperienza a Canale 21 con Michele Plastino ho scoperto
di avere il cancro; dopo nemmeno un mese anche mia madre scopre
purtroppo di avere incontrato quello che chiamo “bastardo”; abbiamo così
iniziato a fare insieme chemioterapia, finché lei è morta. Io ho
continuato le cure, le terapie, andando in video con la parrucca; sentii
che mancava qualcosa alla mia via, la morte di mia madre seguita a
quella di mio padre che persi giovanissima a metà degli anni ’90 era
stata un’ulteriore mazzata; il solo fatto di non poter dire più mamma è
una tortura; così, quando ho iniziato a riprendere in mano la mia vita,
ho deciso di onorare il suo ricordo risalendo a cavallo, al trotto;
l’oncologa che mi seguiva non era molto convinta di questa mia scelta,
appena due anni dopo l’intervento; ma il richiamo della pista è stato
come il canto delle sirene per i marinai, ed ecco quello che è il
sottotitolo del libro, due minuti che valgono una vita».
Parlare di un argomento doloroso come la perdita di tua madre non ti ha creato difficoltà?
«Andare in video con la malattia e il dolore per la sua perdita è stato il mio inferno, non lo nego. Proprio per questo ho cercato di dare un
senso a questa tragedia con il libro. La cosa più difficile è stato il
fatto di dover andare a rileggere tutte le cartelle cliniche, mie e sue,
fin dal primo giorno, quella diagnosi; è stato come riaprire una ferita,
ma era importante onorare la sua memoria come ti dicevo, continuare a
vivere e a correre per lei, che quando ha saputo della mia malattia ha
fatto un voto, prima di scoprire di essere malata anche lei, e cioè che
avrebbe smesso di correre purché guarissi. Così ho ripreso a correre
proprio perché attraverso questo lei potesse rivivere attraverso me».
Un gesto d’amore verso tua madre ma anche un messaggio per chi, come
voi, ha incontrato lo stesso ‘bastardo’.
«Sì, ho cercato anche di dare speranza, con l’amore si può guarire».
Prefazione di Giancarlo Antognoni, un campione del mondo: com’è nata?
«Anzitutto per la nostra amicizia che dura da anni; e poi per la stima che nutro per Giancarlo, un uomo e uno sportivo che ha sofferto anche
lui nella sua carriera, infortuni gravissimi come lo scontro con Silvano Martina (portiere del Genoa, in una partita di campionato proprio
pochi mesi prima del Mondiale di Spagna ’82 vinto dall’Italia, ndr);
solo un campione come lui che ha sofferto e ha saputo sempre rialzarsi
poteva fare una prefazione che riuscisse come il resto del libro a
trasmettere il messaggio che l’amore per la vita aiuta a superare
tutto». |
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TUTTO TV Mariù Adamo. Mattina 9 è la mia casa di
Giuseppe Bosso
Attrice e conduttrice versatile, volto familiare al pubblico
dell'emittente napoletana Canale 9 al quale dà il
buongiorno con il programma Mattina 9, incontriamo
Mariù Adamo.
Il suo bilancio della scorsa stagione di Mattina 9?
«È stata una grande stagione per Mattina 9, credo che
siamo riusciti a crescere ulteriormente, ampliando l'offerta
di informazione e di intrattenimento e confermandoci come
punto di riferimento per il pubblico. I nostri sforzi sono
stati premiati dai dati di ascolto, dall'incredibile
crescita della
nostra pagina Facebook, che ci permette di uscire
dai confini regionali, e da alcuni importanti riconoscimenti
che ci sono stati conferiti da realtà come l'Università
Pegaso e Telethon. È stata una stagione lunga e impegnativa,
in diretta ogni mattina per parlare di attualità, cronaca,
economia e politica, ma anche di tematiche più leggere, come
l'arte, lo sport e lo spettacolo, oltre ovviamente alla
possibilità di cucinare in diretta tutti i giorni con il
nostro chef».
Quale momento le rimarrà maggiormente impresso?
«Aver conosciuto ed intervistato il mio mito di sempre:
l'etoile Carla Fracci: indossare un tutù, delicato ed
impalpabile come una nuvola di cipria, e poi librarsi
nell'aria come una libellula; è questa la vita che sognavo
da bambina. E poi, dopo anni e tanti sogni nel cassetto,
come un battito di ali sospeso nel tempo, ritrovi immutato
il sapore di quella magia e hai la possibilità di
intervistarla nei nostri studi e di fare con lei una
révérence dedicata al pubblico. Ero totalmente rapita dalla
sua bellezza, dalla passione verso quel mondo, la danza,
dove la volontà, la dedizione, la umiltà, la determinazione
ed il talento fanno ancora la differenza. Ma ogni ospite di
Mattina 9 mi ha lasciato qualcosa di bello e di
impercettibile che custodisco come linfa vitale alla mia
crescita umana e professionale: da Serena Autieri a Lina
Sastri, Katherine Kelly Lang, Manuela Arcuri, Nancy Brilli,
per citare solo alcuni ospiti femminili ma la lista è
davvero lunga e varia; però la Fracci, la mia etoile, mi ha
riportata indietro nel tempo, alla mia fanciullezza
realizzando con commossa emozione quel piccolo grande
sogno».
Un format come questo come si colloca nella tv locale se
paragonato ai grandi network nazionale che da anni vengono
trasmessi su scala nazionale?
«Mattina 9 rappresenta una sorta di punto di rottura
in un'emittenza locale che in molti casi ha smesso di
guardare ai contenuti. La nostra mentalità è sempre stata,
sin dalla prima puntata, quella di ragionare in ottica
nazionale; crediamo che i contenuti e le tante tematiche
sviluppate siano il punto di forza della trasmissione; ciò è
possibile grazie ad una giovane redazione di professionisti,
sempre sul pezzo. A noi conduttori sta aggiungere la nostra
sensibilità per comunicare con un pubblico sempre più
incuriosito e speranzoso. È quasi doveroso: il pubblico e
gli ospiti devono sentirsi a casa e credo che questo sia un
altro elemento vincente del nostro format».
Oltre al programma quali sono i suoi prossimi progetti?
«Amo volare alto e sarebbe bello portare Mattina 9 su una
rete nazionale! Vorrei raccontare in presa diretta la
quotidianità stando vicina al pubblico, narrare senza false
ideologie i cambiamenti in atto nella società, che oramai
sono sempre più repentini; voglio dedicarmi anima e corpo al
miglioramento della società, perché credo che il mio sia
soprattutto un lavoro di utilità sociale. Il tutto non
dimenticando mai di essere umile sempre, e, come diceva
Socrate, sapere di non sapere».
Le sta stretta la dimensione della tv campana?
«Assolutamente no, anzi ringrazio Gennaro Coppola e
Gianmarco Ravo della R&C Comunicazione, che produce
la trasmissione, per aver scelto il mio volto e per aver
permesso di portare il mio sorriso ogni mattina nelle case
del nostro amato pubblico. E ringrazio l'editrice e il
direttore di Canale 9, Carolina Visone e Vincenzo Coppola,
per il continuo sostegno: facciamo informazione ogni giorno,
con uno sguardo attento al sociale. Ci occupiamo di calcio,
del Napoli, la mia squadra del cuore, disquisiamo di temi
politici... ma non ho mai percepito condizionamenti nel mio
lavoro: sono ogni giorno a contatto con una redazione
splendida e con una produzione straordinaria che permette di
esprimermi nel migliore dei modi, di essere ciò che
realmente sono, di essere semplicemente Mariù; si lavora
insieme in assoluta libertà con tanto affiatamento e senza
problema alcuno».
Il bello e il brutto del suo lavoro.
«Parlare di bello e brutto non è cosa semplice: nell'ambito
del mio lavoro l'esperienza di bello e brutto trovano
riscontro quando trattiamo storie a sfondo sociale. Ciò mi
permette un contatto con tante persone e con le loro
difficoltà: questo non significa semplicemente provare
un'emozione, quanto entrare in un processo e viverlo. È
bello aiutare queste persone, diventa quasi una missione che
ti rende felice specialmente se l'epilogo è positivo. Al di
là della soddisfazione che provi quando sai di aver fatto
qualcosa di utile, spesso immedesimandoti in queste
situazioni riesci a trovare nuovi spunti per la tua vita e
accrescere così la tua esperienza di essere umano. Ed è
proprio qui che entra in gioco il “brutto”: nonostante la
sensibilità e la grande forza che impieghi per aiutare il
prossimo ti rendi conto che dinanzi alla vita spesso si è
indifendibili ed impotenti, e comprendi che solo lo sguardo
verso il Cielo può essere fonte di grande supporto e
conforto».
Accetterebbe compromessi?
«Nessun compromesso! Sino ad oggi mi sono sempre ribellata
all'idea del compromesso quale abito mentale da indossare:
accettarlo significherebbe arrendersi un po', tradirebbe
quei principi morali a cui mi sento fortemente radicata. Da
questo punto di vista mi sento una privilegiata e sono
felicissima di quel che sto facendo soprattutto perché a
Mattina 9 mi sento a casa; ho lavorato con altre
produzioni, ma Mattina 9 è proprio casa mia».
Nel domani come si vede?
«Davanti ad una telecamera a bucare lo schermo per catturare
i telespettatori con il mio sorriso, la mia spontaneità e
con la voglia di voler fare sempre meglio il giorno dopo». |
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Alessia
Gazzola e le nuove avventure di Alice Allevi
di Alessandra Paparelli
Tutto pronto per i fan di Alice Allevi,
protagonista della saga giallo-rosa, specializzanda
in medicina legale nata dalla penna e dalla fantasia della
scrittrice Alessia Gazzola: da L’Allieva,
il primo fortunatissimo libro fino a Un po’ di follia a
Primavera, da cui è stato tratto una delle fiction
della Rai più seguite e amate dal pubblico
televisivo; da Piccole Donne a L’Allieva:
tutto l’amore per la letteratura al femminile, le opere
delle donne.
La scrittrice messinese aveva recentemente dichiarato
che le sarebbe piaciuto ambientare un nuovo romanzo
della serie di Alice proprio in Sicilia: quindi nuove
avventure potrebbero sorprendere i tantissimi fans, che
temevamo per la chiusura della saga; la penna e la
scrittura di Alessia Gazzola sono divertenti, il
modo di scrivere fresco, surreale a volte,
spiritoso, e un libro tira l’altro come le ciliegie: a
novembre prossimo è prevista infatti l’uscita del nuovo romanzo
Arabesque, e come abbiamo appreso dalla
pagina ufficiale Facebook della scrittrice, il
sequel della sua trasposizione in tv: pochi giorni fa l’incontro
dei fans con la scrittrice a Salina, nella sua
Sicilia, presenti il sindaco e l’assessore regionale
al turismo, sport e spettacolo; portando l’anatomopatologa
pasticciona tanto amata dalle lettrici e dai lettori, in una
sorta di ponte culturale e “itinerante” tra Salina e
Taobuk, il festival letterario di Taormina.
“Desideriamo puntare sull’insularità come valore non solo
turistico ma anche culturale – ha dichiarato l’assessore
Barbagallo durante l’evento - ed è emblematico, in questa
visione, l’esordio a Santa Marina con la narratrice messinese
Alessia Gazzola, ormai costantemente in vetta alle classifiche,
una siciliana che fa onore alla propria terra”.
Le nuove avventure di Alice avranno a che fare con la
musica classica? La prossima vittima sarà forse un
artista, un musicista? Un primo indizio,
lanciato dalla stessa autrice, sulle pagine social;
sembrerebbe davvero di sì, visto il brano postato del
compositore e pianista francese Claude Debussy; un
secondo inizio riguarda proprio come soggetto l'Arabesque.
"In questa figura il corpo si sostiene su una sola gamba
tesa o in demi pliè, mentre l'altra è allungata e tesa dietro
il corpo a formare un angolo di 90° con l'asse verticale. Le
braccia sono sostenute nelle varie posizioni in base al tipo di
arabesque, le spalle sono in linea con la direzione scelta".
Che pasticci combinerà Alice nel disciplinato
mondo del balletto? In una sorta di caccia al tesoro
virtuale, i fans accaniti lettori di Alice Allevi sono
chiamati in causa.
Confermato il sequel della fortunata serie televisiva:
quello che ormai sembra certo, nella prossima stagione
televisiva vedremo ancora l’attrice Alessandra Mastronardi
nei panni di Alice; seconda stagione che sembrerebbe ormai
confermata, nel 2018, in cui ritroveremo anche
Lino Guanciale nei panni del narciso seduttore dott.
Conforti; Dario Aita nel ruolo di Arthur,
cronista d’assalto; Emmanuele Aita (Paolone),
Pierpaolo Spollon (Marco Allevi, fratello minore di
Alice).
Se amate le scrittrici del passato o contemporanee; se
vi interessate di tematiche relative al mondo delle donne,
sia in chiave impegnata che ironica; se amate il
mondo della sana leggerezza e della fresca ironia,
la lettura non vi deluderà, a qualunque età. |
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