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Archivio Telegiornaliste anno XII N. 36 (509) del 7 dicembre2016
 
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TGISTE Giuliana Giannattasio, amici a quattro zampe su Lira tv di Giuseppe Bosso

Incontriamo la giornalista salernitana Giuliana Giannattasio, conduttrice di Zampe zampine zampette, format dedicato agli amici animali in onda sull’emittente Lira tv.

Come nasce Zampe zampine zampette?
«Dalla volontà di coniugare la mia passione per gli animali con l’esperienza televisiva maturata nel tempo, nata, a dire il vero, un po’ per caso quando sono stata reclutata per puro caso nello staff di Stress di notte. Una nuova esperienza del tutto casuale e che ad oggi continua ad evolversi naturalmente. La difficoltà di operare in televisione a livello locale per mancanza di spazi e di mezzi, di opportunità concrete, mi ha suggerito di pensare ad un prodotto autentico, lontano dalla televisione preconfezionata, che avesse una sua utilità a favore degli animali, domestici e non solo, un contenitore di informazioni, segnalazioni di maltrattamenti, ai limiti della legalità e anche oltre, per offrire il miglior servizio possibile e tanta visibilità per gli amici animali in cerca di casa, contando soprattutto sulla collaborazione dei fruitori del programma, di tutti coloro che ci seguono anche su Facebook e altri canali a cui si affida il medesimo messaggio da trasferire e diffondere il più possibile».

Il cane è il migliore amico dell’uomo: l’uomo è il miglior amico del cane?
«No, fatta eccezione per alcuni casi: l’uomo non è degno dell’amore degli animali in genere; al di là delle varie forme di fanatismo, credo che l’uomo sia inserito in una natura e un sistema che non è in grado di rispettare. ‘Utilizza’ senza scrupoli, esclusivamente per guadagnare sempre di più creando gravissimi danni all’ambiente, agli animali e ad ogni forma di vita, a sé stesso, senza rispetto per la vita e la morte delle stesse creature che gli consentono di vivere e arricchirsi. Ogni giorno Zampe zampine zampette cerca di riedificare un senso civico andato perduto, una coscienza saggia che recuperi dignità per mezzo della conoscenza e della riflessione; il cane è sicuramente l’animale che usa codici di comunicazione più vicini all’uomo, a lui stesso più facilmente compressibili, il cane desidera il contatto umano, è nella sua natura desiderare di stargli accanto, più di ogni altra cosa; basta guardare sulla pagina Facebook di Zampe le foto degli animali adottati, in famiglia e confrontare il loro sguardo con quello rubato da una foto quando ancora in canile o per strada. Di certo non sono da meno i gatti, di cui si parla sempre troppo poco, che usano però differenti linguaggi comunicativi; il cane come dicevo è sicuramente il miglior amico dell’uomo siamo noi a non essere degni della sua profondità; ha colpito credo tutti il caso di Sangineto, seguito anche dalla redazione de Le Iene, di Angelo, il cane buono conosciuto da tutti, torturato e impiccato. Ha colpito tutti un dettaglio fondamentale, il suo scodinzolare durante l’esecuzione, dimostrando la sua superiorità, nonostante ogni barbarie ricevuta, rispetto alla miseria umana. Purtroppo altri episodi simili mietono vittime continuamente, anche nella piccola Sanza, in Cilento, proprio quest'estate, tutti segnali di inciviltà e disagi psicosociali, inevitabilmente trasferibili ad altri aspetti delle loro stesse vite».

Tra le storie raccontate ce n’è una che ti ha colpita più di tutte?
«Incontro molti animali, pur restando sempre colpita da tutti, mi capita di innamorarmi di brutto più di qualche volta. Potrei citarne diversi; il mio ultimo incontro si chiama Nerone, un mix pastore belga segnalato a Zampe zampine zampette, maltrattato, abbandonato a sé stesso da anni. Oggi è quasi completamente cieco ma estremamente vitale e assolutamente autonomo, un vero ottimista, un cane bellissimo, per il quale sto cercando un miracolo, una casa che lo accolga. Me ne sto occupando personalmente, insieme, anche stavolta, ce la faremo, solitamente, anche nelle situazioni più complesse, le mie iniziative sono premiate. Ho scelto di toglierlo di lì, dopo giorni di temporali, saperlo li senza una cuccia, sotto il diluvio, mi ha dato la spinta a muovermi, anche se da sola; mi colpisce sempre il primo incontro, è lì che tendenzialmente ‘mi fregano’ alcuni pelosi, da subito sento che è questione di tempo e arriveranno al mio cuore fino in fondo – ride, ndr – capisco che in quel caso hanno solo me, nonostante gli appelli e le puntate in tv; quasi mi arrivasse una chiamata, una missione e pur non avendo la soluzione so che devo andare e che qualcosa in aiuto, da qualche parte, mi arriverà, di solito funziona così. Spike invece era un cucciolo di maremmano, colpito dalla neospora, un parassita che aggredisce principalmente le zampe impedendone il corretto sviluppo e funzionamento. Nonostante le segnalazioni fatte ad associazioni animaliste e Asl di competenza, ricevuto alcun soccorso. Ha vissuto con me per due mesi, tra cure e controlli, per lui l'epilogo è stato triste, una separazione estremamente dolorosa, mi conforta averlo accudito e amato fino alla fine. E poi c'è Lea, l ho recuperata in tangenziale durante una trasferta di registrazione, che follia quel pomeriggio, aveva 30 giorni, investita si trascinava claudicante in carreggiata, ora felicemente adottata; ho ricevuto una segnalazione gravissima risolta grazie all’intervento dei Nas Salerno e dell’Associazione Zoofila Nocerina, un sequestro di circa 30 chiwawa a Positano, detenuti in condizioni non compatibili con la vita, a scopo di vendita e allevamento illegale, queste le accuse, oggi fortunatamente in affido temporaneo. I casi, le storie, sono tantissimi».

Quello che loro non possono dire, l’incipit del programma, esprime il tuo modo di essere giornalista?
«Sì, è esattamente la chiave per cui ho proposto questo programma a Lira tv: cercare di dar voce a chi non ne ha. Potrebbe sembrare una cosa da ‘crocerossina’, ma da sociologa sono particolarmente attratta dalle fasce deboli, diversamente abili, bambini, anziani, ritengo che ognuno di noi non sia chiamato a vivere per sé stesso, ma per ricevere nell’offrirsi agli altri. È questo che intendiamo per quello che loro non possono dire, farsi voce, non tacere per sé come per gli altri, contrastare in ogni modo l'ingiustizia, ovunque essa sia rappresentata».

Altra tua passione è la ginnastica: come concili queste tue attività e quali similitudini hai riscontrato tra i due mondi?
«La similitudine c’è, son due mie grandi passioni da sempre, da quando mi allenavo come ginnasta e avrei voluto portare su a casa quel cane rognoso che nessuno voleva. Anche le mie allieve amano gli animali, fortunatamente; sulla nostra t-shirt societaria c'è una bella zampetta. Ho iniziato a praticare ginnastica ritmica da molto piccola e dopo anni in pedana ho scelto di continuare come tecnico e giudice, fino ad arrivare alle qualifiche di giudice internazionale e istruttore federale. Mi occupo da anni della gestione della Asd Crilena; svolgo con piacere anche attività di consulenze agonistiche per altre scuole di ginnastica ritmica. Conciliare le due attività non è complesso, vivo con il collegata al cellulare ventiquattr'ore su ventiquattro - ride, ndr - per non perdermi neanche un'adozione o una richiesta di aiuto, sperando di poter essere utile».

Sei un personaggio conosciuto nell’hinterland salernitano, senti una maggiore responsabilità in quello che fai per questo?
«No, sono serena, se per responsabilità intendi ansia; sono contenta di questa piccola notorietà di cui però non sono ‘vittima’; ricevo numerosi gesti di sostegno, segnali di stima, che mi danno la forza di andare avanti soprattutto nei momenti arrivano tantissime richieste di aiuto per animali e non riesci a rispondere a tutti come vorresti, non hai supporto delle amministrazioni comunali, nessun volontario è disponibile».

By night, gastronomia, amici a quattro zampe: che settore dell’informazione vorresti affrontare in futuro?
«Vorrei continuare in quello che sto facendo, continuare il programma Zampe zampine zampette in maniera più diffusa, ancora più forte, poter allargare il giro di interventi, diffusione e argomenti, creare una rete di mutuo aiuto anche fuori regione. Il lavoro complessivo è assolutamente importante, sarebbe bellissimo potermi dedicare di più, continuare ad interpellare amministratori comunali, Asl, autorità spesso cieche e sorde a normative, provvedimenti civili, prevenzione al randagismo, strutture lager, coperchi mai alzati, è un’altra delle cose che mi piacerebbe fare. Mi piacerebbe mettere insieme diversi punti di riferimento dell’associazionismo animalista e degli enti in modo più continuo e meglio strutturato, magari su scala nazionale».

Ti senti realizzata?
«Nella giusta maniera, un po’sì e un po’ no: sì perché mi occupo ogni giorno delle cose che amo e questo mi dà la forza e l’energia per sentirmi bene; un po’ no perché bisogna sempre crescere, andare avanti, migliorare, sia in termini sportivi che ‘pelosi’ di programma animalista…».

Cosa vedi nel domani?
«Bella domanda… spero di cucire un abito nuovo alle attività che svolgo adesso, come ti dicevo».

Ti sta stretta Salerno?
«No, amo la mia città, le mie scelte lavorative non nascondo sono state molto condizionate dal fatto di voler rimanere qui; mi piace viaggiare, mi trovo a mio agio ovunque, ma non potrei mai stare in una città senza il mare – e io ci vivo di fronte – e mi auguro poter restare qui».

C’è qualcosa, guardandoti indietro, che rimpiangi o non avresti voluto fare?
«Probabilmente avrei fatto cose diverse, se fossi stata diversa, mi rendo conto di essere un po' fuori dall’ordinario, inteso come maggioranza numerica) sono naturalmente protesa verso l’altro, col piacere di ricevere nel dare, ove mi è possibile, che sia un animale o una qualunque persona che sento possa aver bisogno».

Ti senti a prova di bavaglio?
«Per me è impossibile tenere la bocca chiusa, chi mi conosce lo sa bene…».
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TUTTO TV 80 nostalgia: tra Heather in prime time e il ritorno di Bim Bum Bam di Giuseppe Bosso

Due notizie apparentemente diverse tra loro eppure contemporaneamente così vicine hanno caratterizzato gli ultimi giorni sul piccolo schermo.

Nonostante gli sfoghi della diretta interessata che ha lamentato la scarsa considerazione e il ‘confinamento’ a ruolo di ospite più che di parte attiva rispetto alla Nemicamatissima Lorella Cuccarini, il ritorno di Heather Parisi, dopo anni di assenza dalle luci della ribalta è stato salutato con curiosità e nostalgia, soprattutto da parte di quanti, all’alba degli anni’80, avevano ammirato e adorato la prorompente freschezza dell’allora ragazza acqua e sapone proveniente dalla California.

L’approdo di Heather Parisi sui nostri teleschermi coincide con la nascita della tv commerciale, che per ‘mamma Rai’ diventa fin da subito concorrente agguerrita, riuscendo a far breccia soprattutto sul pubblico dei più piccoli, grazie a una trasmissione che si sarebbe protratta per oltre un ventennio, e che ha rappresentato il trampolino di lancio di uno dei grandi signori della nostra tv.

Stiamo parlando ovviamente di Bim Bum Bam, che domenica 11 dicembre per un’intera giornata a partire dalle 10:30 “occuperà” lo spazio del canale satellitare Mediaset Extra, che riproporrà spezzoni e sketch che si alternavano tra un cartone e un altro di quegli anni memorabili.

È l’occasione di rivedere un giovanissimo ma già spigliato Paolo Bonolis, che al fianco del pupazzo Uan e di un altrettanto allora giovanissima e spigliata Licia Colò prima e poi di Manuela Blanchard imperversava con l’ironia e la sagacia che ancora oggi lo caratterizzano.

Due notizie e due storie, come dicevamo, diverse; eppure, almeno per una generazione di cui fa parte anche chi vi scrive unite nel risvegliare il ricordo di tempi spensierati, di un’epoca in cui si poteva ancora sognare e fantasticare lontani dalle frenesie e dai ritmi che il mondo di oggi, pur globalizzato e iper tecnologico ci impone.
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DONNE Debora Alberti, Tra due nastri di raso viola il mio esordio da scrittrice di Tiziana Cazziero

Questa settimana abbiamo incontrato la giovane scrittrice cremonese Debora Alberti, che ci parla della sua prima fatica letteraria, Tra due nastri di raso viola. Ci racconta della sua passione per la scrittura, di come è nata questa prima opera e di come abbia deciso di diffonderla attraverso l'autopubblicazione.

Tra due nastri di raso viola, come nasce questo titolo? Ha un significato particolare per te?
«Il titolo è stato molto sofferto, perché racchiudere il senso di tutto il romanzo in poche parole non è stato affatto facile: poi ho pensato a quel particolare che la protagonista sfiorava ogni volta che richiudeva il suo diario e mi sono chiarita le idee, anche perché quei nastri hanno fatto parte della mia infanzia, in quanto ricordano un diario di raso viola donatomi dalla classica anziana vicina di casa»

Chi sono i personaggi principali e quanto c’è di te nei tuoi testi?
«La protagonista è Sara, ragazza di ventisette anni che rispolvera la sua vita andando a ritroso grazie a ricordi e aspetti che si incastrano con la sua vita attuale: Michele, suo fidanzato per otto anni, figura portante nel suo passato e che torna nel presente inaspettatamente ed è proprio grazie a questo ritorno che Sara si trova a cavalcare nuovamente la sua vita, confidandosi con Simone, altro personaggio chiave del romanzo, dottore genovese con passato difficile. Tutti e tre raccontano a modo loro, con i loro caratteri, come nella vita si può attraversare e superare le difficoltà. Di me c’è parecchio, pur non essendo un’autobiografia ho, come mi piace dire, impastato stralci di vite che conosco, in un unico testo»

Quando hai scoperto la passione per la scrittura e cosa significa a oggi, per te aver pubblicato un tuo libro?
«Scrivo dall’età di diciassette anni grazie anche agli stimoli della mia professoressa di italiano, la quale mi ha aiutata a capire che attraverso le parole potevo essere me stessa e non solo la ragazza timida e impacciata che ero a quei tempi e ogni tanto si ripropone. Aver pubblicato questo libro per me è prima di tutto un successo personale, negli anni ho provato ad improntare altre tracce, ma senza mai trovare lo spunto vero di svilupparle ed esserci riuscita con questo è un grande orgoglio»

Che genere preferisci come autrice e lettrice? Credi che ogni libro debba inviare un messaggio ai lettori? Se sì, qual è il tuo?
«Il mio genere da lettrice è la narrativa, lo stesso con il quale è etichettabile Tra due nastri di raso viola: ogni libro ha qualcosa da insegnare, perché come ogni favola c’è sempre una morale; la storia raccontata in Tra due nastri di raso viola tocca vari argomenti, anche tragici che nel reale spesso guardiamo con freddezza, ma alla base ho messo la lucidità, qualsiasi cosa la vita ci riserva dobbiamo avere il coraggio di affrontarla»

Come mai la scelta di autopubblicare? In virtù di questo qual è il tuo pensiero sull’editoria moderna?
«Una volta terminata la stesura di Tra due nastri di raso viola ho provato la strada della pubblicazione attraverso canali “più usuali”, ma le proposte ricevute da diverse case editrici includevano troppi vincoli per portare avanti con quelle modalità quello che per me è principalmente una passione; così, convinta da un paio di amici con i quali avevo condiviso l’anteprima di lettura, ho optato per la strada dell’autopubblicazione, decisamente più alla mia portata e che mi ha dato anche la soddisfazione di produrre qualcosa completamente con le mie mani. Penso quindi che il canale del self-publishing rappresenti una valida alternativa per tutti colori che come me hanno qualcosa da raccontare o semplicemente un sogno nel cassetto da realizzare»

Tornando a te e alla tua storia: quando e perché hai deciso di scriverla? C’è stato un momento decisivo o un evento che ha ispirato la scrittura?
«Ho scritto Tra due nastri di raso viola nell’estate del 2014; cercavo rifugio nelle parole per superare un periodo delicato e così dopo un paio di tracce, la notte del primo agosto ho abbozzato i lineamenti di Sara e ho via via iniziato ad appassionarmi sempre di più alla sua storia trovando a mia volta la forza per superare le difficoltà di quel periodo. Credo sia stata come un’ancora di salvezza, trovando appiglio da quella parte di me che si celava sotto la vita inventata di Sara».

Hai scritto altri libri e dopo questa esperienza, quali sono gli altri progetti per il tuo futuro?
«Non ho scritto altri libri, per ora: mi sto dedicando in particolare ad una traccia che spero presto di portare a termine, ma senza alcuna fretta, non voglio rischiare di accozzare parole solo per arrivare alla fine. Scrivere è una cosa che faccio per me, mi fa stare bene e mi piace l’idea che altri possano provare emozioni leggendo le mie parole. Sono orgogliosa del personale “piccolo successo” che sta avendo Tra due nastri di raso viola, e non mi dispiacerebbe se questa della scrittura potesse diventare un’esperienza continuativa».
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