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Telegiornaliste anno XII N. 30 (503) del 19 ottobre 2016
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Nunzia
Marciano, ci parla del suo Single per legittima difesa
di Tiziana Cazziero
Abbiamo scambiato due chiacchiere con
Nunzia Marciano, che ci ha raccontato qualcosa della sua opera
Single per legittima difesa.
Ciao Nunzia e grazie per essere con noi. Cominciamo subito: Single
per legittima difesa, come nasce questa storia e di cosa parla?
«Nasce da post pubblicati su Facebook che a loro volta sono frutto dei
miei ultimi anni da single: in quei post raccontavo (e racconto) degli
uomini improbabili che mi capitavano; dai fedifraghi seriali a quelli
pieni di bicipiti ma con scarsi neuroni, sino ai presuntuosi e al
maschio che "ritorna" dopo essere sparito. Insomma, racconto del maschio
moderno e del suo rapporto con la donna e soprattutto suggerisco che le
donne dovrebbero fare o non fare per evitare "ore di mascara colato a
sporcare un cuscino"; per gli uomini è invece quasi un manuale utile a
comportarsi un po' meglio, o almeno così mi ha scritto qualche
maschietto che lo ha letto. E devo dire che sono tanti i miei lettori
maschi».
Nel libro si parla dei rapporti uomo-donna moderni, cosa ti ha spinto
a raccontare questa realtà, condendo il tutto con una nota di sarcasmo
che non guasta mai, aggiungo, perché questa scelta?
«Beh, i post che scrivevo avevano un ottimo seguito tra le mie amiche e
anche tra i miei amici e proprio loro mi hanno "invogliata" a scrivere
un libro; poi c'è stato l'incontro con il mio editore, Alessandro
Polidoro, che ha reso possibile tutto questo; lui ha creduto in me e nel
libro, e di questo lo ringrazio. Naturalmente il libro l'ho scritto con
ironia e sarcasmo, senza mai voler offendere nessuno, ci mancherebbe:
anche noi donne siamo tremende, lo so! E so bene che non tutti i maschi
sono così, anzi. Per fortuna gli uomini esistono ancora. Sono rari ma ci
sono».
Cosa pensi delle relazioni moderne, rimanendo legati al tema del
libro, pensi che l’avvento dei social influiscano notevolmente sulla
stabilità delle relazioni oppure, è semplicemente un mezzo in più per
scappare dalla quotidianità?
«Nel libro dedico due capitoli ai social. Uno ironico in cui racconto
dell'uso improprio che molti maschi fanno di Facebook o WhatsApp, tipo
mandarti 3.657 messaggi senza mai telefonarti oppure stalkerarti via
Facebook; l'altro invece è più serio e analizza la degenerazione dei
rapporti di oggi troppo spesso mediati da uno smartphone. Ma è anche un
capitolo positivo: possiamo ancora fermare questa deriva, se lo
vogliamo».
Affronti anche la tematica forte e attuale della violenza sulle
donne: come ti sei trovata nell’affrontare questo tema spinoso e perché
ancor oggi, molte donne, rimangono coinvolte in relazioni malsane? Pensi
che gli Enti e l’educazione delle famiglie debba fare qualcosa di più?
«Affronto questo tema praticamente ogni giorno: sono una giornalista e
da anni mi occupo anche di cronaca nera. Ne ho raccontati molti di casi
di donne vittime di violenze di ogni genere e di ognuna di loro ho
sempre immaginato quel senso di disgusto nell'essere toccare per essere
violentate; quelle stesse donne che a volte sottovalutano i
comportamenti aggressivi del maschio, anche solo psicologici, e spesso
non si amano abbastanza per dire "basta". E poi hanno paura, e in questo
la legge non le aiuta. Basti pensare alla recente depenalizzazione del
reato di stalking o al fatto che fino a pochi anni fa la violenza
sessuale era un reato contro la morale e non contro la persona».
Cos’è per il coraggio di vivere? Ne parli nelle pagine del romanzo,
vuoi parlarcene meglio?
«Credo che nella vita si debba avere coraggio; il mio libro non è un
manifesto anti uomo o anti amore. Al contrario: si può, anzi, si deve
amare, a patto che si ami con coraggio, che si stia insieme per amore e
non per abitudine o perché ci si accontenta. Si deve usare quel coraggio
per amare. E si deve avere il coraggio di lasciare quando non si ama
più».
Quanto pensi sia importante l’ironia per affrontare la vita e
problemi forti come quelli trattati nel libro? Le relazioni oggi
terminano con troppa facilità, pensi che ci si prenda troppo sul siero?
Che non si riesca a sorridere anche delle piccole cose? Qual è il tuo
pensiero?
«L'ironia è tutto: io credo che non sia la bellezza a salvarci ma una
sana risata; nel mio lavoro tratto argomenti molto seri e scrivo
articoli che toccano temi importanti. Ma nella vita è indispensabile
essere ironici e sapersi prendere in giro; più che l'ironia, credo che
nelle coppie di oggi manchi la voglia di restare, manchi il coraggio di
affrontare le difficoltà. Io nel libro affronto tutto questo con ironia
e lo faccio anche nella vita di tutti o giorni; solo così si può
sorridere di questi "maschi selfisti e depilati" del XXI secolo! Scherzo
naturalmente! O no?». |
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TUTTO TV Dario Fo, la poco silenziosa uscita di scena di un grande italiano
di Giuseppe Bosso
Non è facile e forse, dopo il tanto detto e non
detto dei giorni successivi alla sua scomparsa e
al suo funerale, parlare ancora di Dario Fo potrebbe
apparire retorico, pesante.
E allora, andando controcorrente e al di fuori di
qualsivoglia retorica o critica politica, scegliamo di
ricordare il grande attore premio Nobel nel 1997 per
quello che è stato sul palcoscenico per oltre mezzo
secolo; mezzo secolo di storia italiana e non.
Perché Dario Fo è stato anche uno dei pionieri della Rai
all’alba degli anni ’50, protagonista del varietà
Teatro in scatole, al fianco di Franco Parenti e
Giustino Durano; sublime Azzeccagarbugli ne I
promessi Sposi di Salvatore Nocita nel 1989; voce
del cattivissimo Scarafoni del film animato La freccia
azzurra.
Piccoli ma significativi passaggi della carriera di
un artista che, piaccia o no, lascia un vuoto pesante,
al pari di altri dolorosi lutti che hanno caratterizzato il
2016 ormai in conclusione.
E la cui eredità artistica andrà conservata nella
storia, comunque la si pensi per le quasi mai convenzionali
posizioni prese in 90 anni di vita vissuta da
protagonista, non solo sul palco.
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Alessia
Gazzola vince anche la sfida televisiva
di Antonia del Sambro
Chi l’ha detto che nessuno avrebbe mai potuto scalzare
la celeberrima Kay Scarpetta dal trono delle
anatomopatologhe più brave e famose al mondo?
Alice Allevi nata dalla penna e dalla fantasia
di Alessia Gazzola ci è riuscita in pieno! Prima
attraverso i romanzi della
serie Longanesi che la vedono protagonista
indiscussa dell’Istituto di Medicina Legale di Roma e poi
in televisione con la fiction Rai campione di ascolti.
Ed è tutto merito della brava e creativa scrittrice
italiana, più precisamente siciliana di Messina, che ha
fatto della sua professione ufficiale una fonte di
ispirazione e genialità nel costruire il personaggio
di Alice Allevi e le mille peripezie e indagini
in cui la giovane specializzanda anatomopatologa finisce con l’invischiarsi.
Alessia Gazzola, classe 1982, infatti è lei stessa un medico
chirurgo specializzato in Medicina Legale e oltre a
condurre brillantemente a Messina questa sua importante
professione, si è scoperta anche una brava e molto quotata
scrittrice che con le avventure di Alice Allevi e le sue
sette pubblicazioni all’attivo vanta milioni di copie
vendute e lettori in tutta Europa, dato che i suoi
libri, in particolar modo L’Allieva, da cui è
tratta la fiction Rai, è stato il caso letterario dell’anno
2011 e tradotto dal polacco alla spagnolo,
dal francese al tedesco.
Alessia Gazzola è una scrittrice brillante che ha saputo creare
un personaggio talmente realistico e veritiero
che non si può leggere di Alice Allevi senza tifare
spudoratamente per lei; eh sì, perché l’anatomopatologa
italiana non ha proprio le qualifiche e la
professionalità di Kay Scarpetta, è ancora una
specializzanda, in più pasticciona e distratta ma
proprio per questo simpatica e spontanea; è
inoltre dotata di un fiuto eccezionale nel risolvere
anche i casi più difficili e pur se la sua vita
privata è un vero disastro, a metà tra il suo
vero amore giramondo e superficiale e il suo capo
all’Istituto di Medicina Legale, affascinante e casanova,
questo la rende ancora più gradita al cuore dei lettori
e ne fa una vera e propria “rivale” letteraria della sua
celebre collega di oltreoceano.
Alessia Gazzola, intanto, dopo aver pubblicato la sua ultima
fatica proprio quest’anno, si gode anche il successo
televisivo del suo alter ego Alice che ha conquistato i
telespettatori di Rai 1, anche quelli che non avevano mai
letto i suoi libri e che ora scoprono i mille talenti
della scrittrice italiana più originale degli ultimi anni. |
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