Archivio
Telegiornaliste anno XII N. 2 (475) del 18 gennaio 2016
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
TGISTE
Rosalba
De Giorgi. Spero che la difficile situazione di Studio 100 finisca
presto
di Giuseppe Bosso
Incontriamo la giornalista pugliese
Rosalba De Giorgi,
volto di Studio
100,
con la quale parliamo, oltre che della sua carriera e di un episodio
che, suo malgrado, le ha regalato notorietà a livello nazionale, della
difficile situazione che attualmente sta attraversando l’emittente
salentina.
Com’è la tua giornata tipo?
«In questo momento, come saprete, stiamo attraversando un periodo di
solidarietà a Studio 100, quindi mensilmente lavoro circa 15-20 giorni,
con orari variabili, e in questi sono in redazione o dalle 7 alle 13,
conducendo il tg del mattino, oppure dalle 11 alle 15, con conduzione
alle 14, o ancora dalle 17 alle 21».
Nel 2014 sei stata, tuo malgrado, protagonista di uno spiacevole
episodio, quando una persona armata ha fatto irruzione in studio mentre
eri in conduzione, mantenendo comunque calma e sangue freddo. A distanza
di tempo hai avuto modo di rivederti e quali sensazioni ti suscita?
«Intanto va precisato che si è scoperto che l’arma di questa persona era
giocattolo, quindi sgomberiamo il campo da un’eccessiva enfasi di un
momento che comunque ho scelto di non rivedere e tantomeno di leggere
cosa si è scritto. Certo, calma e sangue freddo, non avrei immaginato di
essere così, ma il momento lo richiedeva; sapevamo che questo signore si
aggirava nei pressi degli studi e aveva questa intenzione…».
Qual è stata l’esperienza che ti ha maggiormente coinvolta?
«Amo il contatto con la gente, e ogni momento che mi può portare a
diretto contatto col cittadino, con le persone, anche attraverso eventi
come la settimana santa e eventi religiosi, legati al sociale, li
affronto con viva gioia».
Come pensi di essere cambiata rispetto ai tuoi esordi?
«Ho iniziato nel 1991, accanto a colleghi più grandi e più esperti di
me, che erano più distaccati rispetto a come sono io oggi, con chi si
avvicina a questo mestiere; tengo a precisare, però, che comunque quel
loro modo di loro di fare mi ha insegnato a restare umile e ad
impegnarmi tanto per raggiungere i miei traguardi: ero timida, educata e
rispettosa dei ruoli. Lo sono rimasta, ma ho maturato tanta esperienza
che mi aiuta a superare paura e timidezza».
Pro e contro di operare in una realtà come Taranto?
«Sicuramente ci sono entrambi: positivo è essere considerata dalla gente
un punto di riferimento, per gente che ti ascolta e si fida di te, è una
grande responsabilità. I contro sono sicuramente legati alla non facile
situazione editoriale di cui ti parlavo, che stiamo cercando di superare
nonostante i tanti problemi di ogni giorno».
Cosa ti aspetti dal nuovo anno?
«Sicuramente una sistemazione della crisi di Studio 100, sia sotto il
profilo editoriale ed economico. Sperando che sia un anno prospero anche
per tutta l’economia in generale».
Cosa farai da grande?
«Farei esattamente quello che ho fatto, ma potendo scegliere il mio
futuro, preferirei qualcosa che mi porta a vivere a stretto contatto con
la natura». |
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
NONSOLOMODA Tod’s
Band
Tod’s Band racconta la storia di uomini
protagonisti della contemporaneità, che si identificano nello
stile di vita di Tod’s descrivendo il saper vivere di oggi.
Un’attitudine che unisce personaggi simili, ma con background
differenti che, anche nella loro diversità di valori, hanno lo
stesso approccio al modo di vivere: indipendente ed
individuale.
Uomini che seppur diversi tra loro, sono sempre accomunati
dalla ricerca dell’alta qualità, del buon gusto e
all’attenzione al dettaglio che fa la differenza.
Viaggiatori che vivono sotto il segno dell’Italian Style che si
lega perfettamente al prodotto iconico di Tod’s: il
Leo Clamp.
Il mocassino di Tod’s, si arricchisce di un
accessorio distintivo: il Clamp, che
anche per questa stagione è il segno iconico che lo accompagna
e lo ridefinisce con nuove declinazioni di colori e pellami.
Il Leo Clamp è realizzato con le tecniche tradizionali
di lavorazione ed artigianalità che caratterizzano il Made in
Italy di Tod’s.
Il Piumino in pelle è il protagonista della
nuova collezione di abbigliamento RTW.
Nella tradizione di Tod’s, la pelle è stata trattata con le
stesse tecniche artigianali del “fatto a mano” utilizzate per
gli accessori: la spazzolatura è la protagonista del
trattamento e il colore assume un aspetto vissuto grazie alla
tecnica della “ceratura al nero”.
Realizzata con i più pregiati e morbidi pellami, risulta
estremamente leggera e impalpabile al tatto.
Questo piumino in pelle è la quinta essenza della leggerezza,
un capo dall’eleganza ricercata che coniuga la tradizione e
l’alta qualità con il design. |
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
TUTTO TV
Celebrità
scomparse: Simona Tagli, dai cruciverba di Domenica In
all’estetica
di Sara Ferramola
Simona Tagli, celebre show girl degli anni
Ottanta e Novanta è da qualche tempo lontana
dai riflettori del piccolo schermo.
Inizia la sua carriera contemporaneamente all'avvento
della televisione commerciale come modella nel
programma Pop Corn di Augusto Martelli,
e compare negli stessi anni nel programma storico
Drive-in.
Ma è soprattutto ricordata per la sua presenza a
Domenica In nel cruciverba che tutti
ricordano e per i suoi stacchetti sexy in abiti
aderenti e minigonne: bionda, dalle
gambe bellissime e non solo, attirava sicuramente il
pubblico.
Nel 1992 presenta su Rai Uno Le Colombiadi,
programma trasmesso da Genova nell'ambito delle
omonime manifestazioni del cinquecentenario della
scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo
ed è anche nel cast di Piacere Raiuno, insieme
a Gigi Sabani, Danila Bonito e Demo Mura.
Nel 1996 passa a Tmc - 'antenata' di La 7 -
dove conduce Il grande gioco del mercante in fiera,
insieme a Jocelyn, Sabrina Salerno, Anna
Valle e Angela Melillo, per la regia dello stesso
Jocelyn, e partecipa a trasmissioni legate al Campionato
italiano Superturismo e molte altre.
Abbandona per poco tempo il mondo televisivo per
laurearsi in Architettura a Milano, ma ritorna sulle
scene nel 2002 con l'incisione di un disco;
dopo altre partecipazioni, tra cui l'edizione 2006 de
L'Isola dei famosi, nel 2011 lascia
definitivamente lo spettacolo.
Diventata mamma nel 2005, decide di dedicarsi ad
altro: ha aperto un centro estetico per mamme
e bambini e si dichiara soddisfatta della sua
vita di ora lontana dalle scene. |
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
PINK NEWS Ruqia
e Gisela, paladine di libertà e giustizia
di Daniela D’Angelo
«Quando quelli dell'Isis mi arresteranno e uccideranno, mi
andrà bene perché sarà meglio così piuttosto che vivere
umiliata da loro». Queste le ultime parole digitate
sui social network da Ruqia Hassan, giovane
giornalista freelance ed ennesima vittima dell’Isis
con l’accusa di spionaggio. La donna aveva 30 anni
e aveva studiato filosofia all’università di
Aleppo e successivamente si era unita ai gruppi di
opposizione contro il regime di Bashar al
Assad, quando la rivoluzione siriana era iniziata
anche a Raqqa, rifiutandosi di lasciare la città
anche dopo la conquista da parte dello Stato islamico.
Come unica arma in sua difesa aveva la penna, sua
alleata con la quale - sotto lo pseudonimo di
Nissan Ibrahim - derideva l’Isis, riuscendo a
trasformare il terrore imposto dai jihadisti tramite
le loro restrizioni in sottile ironia. La giornalista
raccontava la quotidianità di Raqqa, la roccaforte in Siria
di Daesh (altro nome con cui è identificabile l’Isis)
portando a conoscenza i bombardamenti che
colpivano la città.
Ruqia rappresentava il simbolo della libertà dalla
sottomissione delle donne al califfato, sfidandolo con il
delicato ma pungente inchiostro; la sua morte ha
lasciato molti sgomenti e attoniti.
Ruqia non è però l’unica donna a rappresentare l’indipendenza
e la forza immensa che possiedono le donne: tra queste
vi è infatti Gisela Mota, freddata anch’ella, non dai
jidahisti, ma da un commando di quattro killer. La
trentatreenne era da poco stata eletta sindaco della
città di Temxico, in Messico, cittadina foriera
di problemi legati al narcotraffico e al crimine
organizzato.
Non a caso lo slogan politico usato dalla leader durante
le elezioni era Ripulire la città dai narcos e
poche ore dopo l’assunzione della carica è stata assassinata
barbaramente in un appartamento. I suoi colleghi e i suoi
concittadini la descrivono come una donna onesta e
determinata, impegnandosi affinché tale atto di viltà
non resti impunito.
Ruqia e Gisela non si conoscevano ma entrambe
perseguivano degli obiettivi: entrambe volevano con le
loro forze rendere il mondo un posto migliore,
lottando ed esponendosi in prima persona, consce del
rischio che ne poteva derivare.
Nonostante tutto non si sono mai arrese, hanno
continuato a testa alta a perseguire i loro ideali,
non abbassando la testa ai poteri forti e questo
dev'essere un grande insegnamento e la loro eredità
per tutte noi: solo così potremmo onorare la loro memoria
e quella di tante altre donne che in prima linea hanno difeso
le loro idee e le speranze riposte nel mondo. |
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
DONNE
Silvana
Pampanini: addio alla bella di Roma
di Antonia Del Sambro
Si è spenta a novanta anni nella Capitale che è
stata anche la sua città per tutta la vita, Silvana
Pampanini, attrice, icona sensuale e musa
di molti dei registi del dopoguerra italiano.
Se ne è andata quasi sottovoce a parte qualche “coccodrillo”
redazionale già pronto e qualche saluto affettuoso da
chi le era stato vicino per tutta la vita.
La sua camera ardente, confrontata con quella di attrici
e personaggi televisivi scomparsi di recente, è stata
disertata dai più e per ragioni di salute al suo funerale
non è potuta essere presente neppure la sua stessa sorella.
Di questo mancato omaggio degli italiani a una vera
diva del cinema di casa nostra è stato detto molto e anche
con un certo stupore, come se poi bastasse un
funerale affollato o una camera ardente piena di gente a
decretare la bravura e la grandezza di un personaggio
pubblico.
Silvana Pampanini è stata una diva con la D maiuscola
perché anche in vita e quando era giovanissima ha sempre dovuto
lottare con pregiudizi e snobismi che
spesso accompagnano tutte le donne molto belle che
vogliono anche dimostrare di essere brave e portate
per fare gli stessi lavori degli altri. E così
appena arrivata sul grande schermo alla Pampanini si biasimò
subito di avere mostrato solo le gambe e le sue forme
e nulla di più nonostante le pellicole in questione come
I pompieri di Viggiù e Bellezze in bicicletta
erano state interpretazioni convincenti di una giovane
Silvana che contribuì a rendere gli stessi film famosi in
tutto il mondo.
La Pampanini girò scene e pellicole importanti già dalla
fine degli anni ’40 e quindi fu la diva più amata e
desiderata ben prima di attrici altrettanto belle e
famose del nostro cinema come Sophia Loren e Gina
Lollobrigida. Purtroppo, però, la gente dimentica e
nonostante il curriculum strepitoso di Silvana Pampanini
si finisce con il commentare la sua scomparsa con semplici
frasi fatte e ci si scorda che nella storia del cinema
italiano la bella di Roma non solo ha
recitato accanto agli attori più bravi e famosi
dell’epoca ma anche con i registi più accreditati e
quotati del neorealismo come italiano Monicelli,
Corbucci, Germi, Soldati.
Silvana era bellissima e convincente e possedeva quel
fascino da ragazza di periferia che l’ha sempre resa più
credibile nei ruoli della commedia italiana doc e
che è stato il suo punto di forza più importante
rendendola sempre all’altezza della storia che andava a
interpretare.
La bella di Roma, come venne nominata dopo questo
film di Comencini con Stoppa e Sordi non
fu mai apprezzata purtroppo come meritava e se anche
Walter Veltroni mancò di chiamarla nel 2008 per la Festa
del cinema di Cinecittà allora rimane un vero peccato
per tutti non avere dato a una nostra interprete così
importante il giusto riconoscimento che avrebbe
meritato come artista e come donna. Una donna amata e
corteggiata da uomini di ogni età ed estrazione
sociale del suo tempo, come Totò che avendo perso
la testa per lei le scrive e le dedica
Malafemmina, canzone cult della storia della
musica italiana. E se anche questo è poco allora speriamo che
le nuove generazioni sappiano fare meglio e di più
nel riconoscere un talento vero del nostro cinema.
|
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
|