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Telegiornaliste anno XI N. 38 (469) del 23 novembre 2015
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TGISTE Sonia
Sodano: Cultura a (mille) colori a Napoli
di Giuseppe Bosso
Ormai è un volto e una voce conosciuta e apprezzata dai telespettatori e
radioascoltatori campani;
Sonia Sodano è una ragazza che trasmette solarità e simpatia, ma
soprattutto impegno e passione. Giovanissima e promettente scrittrice,
si è avvicinata pian piano al mondo del giornalismo, trovandone la sua
strada.
Da scrittrice in erba a giornalista ormai conosciuta e affermata
nella realtà partenopea: quali passaggi sono stati fondamentali per te?
«È nato tutto per caso; sì, ho iniziato a scrivere giovanissima
pubblicando i miei primi romanzi, Memorie di un padre, Le
forme dell’amore e Note di Strauss; per gioco quasi ho
iniziato a scrivere per una rivista online e adesso mi ritrovo in tv,
dove ho capito che mi piaceva tanto dare notizie al tg, curare i
servizi… lì ho deciso di diventare giornalista in maniera professionale,
di imparare davvero».
Scrittrice, deejay, telegiornalista, moderatrice di eventi,
attrice..: tanti volti, ma dove Sonia si sente maggiormente espressa?
«Attrice per gioco – ride, ndr – mi sono trovata a interpretare il
personaggio di Gemma in Miseria e nobiltà al Teatro Summarte di
Somma Vesuviana a richiesta della regista Maria Acanfora, mia zia: è
stata un’esperienza simpatica e da ripetere, ma non è sicuramente quello
il mio mestiere. Radio e tv, che attualmente mi impegnano tra
Radio Club 91
e
Teleclubitalia; in tv ci metto tutta me stessa, in radio ancor
di più perché oltre l’immagine ci metti la voce, ancora più complicato e
più bello; al mattino mi potete ascoltare su Radio Club 91 nel programma
Caffè Sospeso, che conduco con Cristian Gambardella».
Riesci a organizzare il tuo tempo tra i tanti impegni che si
accavallano?
«No… ma se non avessi tanti impegni, non mi sentirei soddisfatta, devo
sempre fare qualcosa, con passione».
Stai avendo molto successo con Cultura a colori: com’è nato
questo progetto e quale pensi possa essere il colore della cultura
napoletana?
«È stato il mio primo progetto da giornalista, e quindi ci sono molto
legata e affezionata. Un format di mia ideazione, che mi ha messo nella
prospettiva futura di fare anche qualcosa legata al mondo dello
spettacolo oltre all’informazione; sono stata felicissima di portarlo
avanti con l’omonima
associazione, da me fondata, e mi piace dare la possibilità di
dare voce a persone, non necessariamente giornalisti, che vogliono
esprimere il loro talento, cultura a 360°, quanto al colore… beh Pino
Daniele cantava mille culure, ed è proprio così, ma soprattutto
carta sporca, quindi dico bianca, perché è il colore che puoi
riempire in tanti e svariati modi; non dico l’azzurro – ride, ndr – come
si potrebbe pensare di me, da gran tifosa del Napoli… ma il verde,
colore speranza».
Già, anche il calcio è una componente del tuo lavoro: la Sonia tifosa
azzurra e la Sonia giornalista riescono a convivere?
«Coesistono sul filo del rasoio, da amante delle versatilità… tifo e
soffro la partita, con voglia di esultare e di arrabbiarmi quando vedo
qualcosa che non va; da giornalista devo essere professionale e
imparziale, ed è quello che faccio nella rubrica che curo sul sito
NapoliSport.net
Il ciuccio che vola, ogni lunedì».
Cosa hai provato la notte degli attentati di Parigi, evento
tristemente destinato a segnare l'anno che sta per concludersi?
«Il 13 novembre ero con amici per festeggiare un compleanno, nessuno di
noi sapeva quello che stava accadendo, mentre ridevamo, il mondo
piangeva. Quando l’ho scoperto, il mio cuore si è riempito di dolore, mi
sono addirittura sentita in colpa... quello che è successo a Parigi ha
colpito tutti; ha lasciato il mondo senza fiato, gettandolo nell'orrore.
Gandhi diceva 'per me è sempre stato un mistero perché gli uomini si
sentano onorati quando impongono delle umiliazioni ai loro simili'.
Ma diceva anche 'La non violenza è la più forte arma mai inventata
dall'uomo'. Mi auguro che questo sia di monito non solo per il
carnefice, ma anche per la vittima, affinché non sia fatto altro male».
Polemica ha suscitato Massimo Giletti con la sua affermazione, forse
anche un po’ gonfiata e ingigantita: è anche attraverso la cultura a
colori, parafrasando il tuo programma, che Napoli può reagire?
«Premesso che quella frase non mi è piaciuta, andando oltre c’è bisogno
di migliorare, non solo a Napoli ma in tutta Italia; c’è bisogno di
‘pulire’ l’Italia, non puntando il dito contro qualcuno ma rimboccarsi
le mani, fare qualcosa per il futuro dei giovani».
La scrittura è un tuo amore che non hai abbandonato, anche nella
veste di organizzatrice di incontri al teatro Summarte: cosa si può fare
per invogliare le giovani generazioni a non abbandonare questa passione?
«Essere vicini a loro, ai loro problemi, non indicando soluzioni che non
si possono trovare ma portando conforto, e ai giovani di Napoli dare
quella speranza di cui parlavo, del mondo del lavoro e degli affetti;
sono molto attiva sui social network come potrete vedere, ma trovo che
questo eccesso abbia anche provocato ,per contro, una perdita della
nostra personalità».
Cosa c’è nel tuo presente?
«Il lavoro che mi piace, questa intervista che mi piace aver fatto,
speranza tantissima di fare di più e bene, e soprattutto l’affetto di
chi mi vuole bene».
Cosa farà Sonia da grande?
«Spero la giornalista, magari anche lontana da Napoli, spero di no… ma
se proprio dovrò farlo, accetterò».
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25 novembre si celebra la giornata contro la violenza sulle
donne: anche il web si mobilita di
Francesca Succi
dal blog
TheGlossyMag del 19 novembre 2015
Il 25 novembre, come ogni anno, si celebra la giornata mondiale
contro la violenza sulle donne. In tutta Italia saranno
organizzati momenti d’incontro e riflessione per arginare una
piaga che ogni anno miete ancora troppe vittime.
Questo è un tema a cui sono molto sensibile perché credo nelle
donne e credo anche fortemente che nessun uomo deve permettersi
di usare violenza per comunicare. Condanno la violenza, in
generale.
Noi donne siamo capaci di grandi cose una tra tutte donare la
vita. Già questo aspetto dovrebbe mettere un uomo nella
condizione di portare rispetto verso una donna; a maggior
ragione se esistono legami sentimentali.
Chi non potrà partecipare attivamente sul posto alle iniziative
nella propria città d’appartenenza, può far sapere la propria
presa di posizione attraverso il web. Una presa di posizione,
contro la violenza per l’appunto, che serve ad aiutare ancora
le vittime silenti di uomini senza un briciolo di umanità.
Io, il mio blog e tutti i miei canali da oggi fino a mercoledì
25 novembre diremo basta alla violenza sulle donne. Basta agli
omicidi che vedono vittime le donne di qualsiasi età e
condizione sociale. Basta a questa barbarie che va contro la
cultura e l’intelligenza.
Da comunicatrice dico, e sottolineo, che qualsiasi problema va
risolto con le parole e non con le mani.
Se stai subendo violenza denuncia immediatamente l’abuso prima
che sia troppo tardi. Rivolgiti alle autorità competenti oppure
alle associazioni che difendono a spada tratta questo tema,
come ad esempio il Telefono Rosa. Non aspettare più. |
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È arrivata la felicità per due gemelle, prima parte:
Giorgia Berti-Bea, la nostra vita non è cambiata con il
successo della serie
di Giuseppe Bosso
Grandi risultati in termini di ascolto e apprezzamenti per
la fiction
È arrivata la felicità, in onda il giovedì
nel prime time di Raiuno. Merito soprattutto di un cast di
prim'ordine, in cui spiccano i protagonisti Claudia Pandolfi
e Claudio Santamaria, ottimamente affiancati da altri nomi
illustri da Lunetta Savino a Edwige Fenech e Ninetto Davoli.
Ma grande simpatia hanno riscontrato, nel ruolo delle figlie
della protagonista Angelica, Bea e Laura, due gemelle che
con questa interpretazione segnano il loro debutto sul
piccolo schermo. Giorgia e Greta Berti si raccontano ai
nostri microfoni. Cominciamo con Giorgia, che si dimostra
ben diversa dal suo personaggio, una ragazza superficiale e
vanesia.
Grande successo per È arrivata la felicità, cosa
stai provando?
«Ne sono molto felice, ma la mia vita prosegue normalmente
senza cambiamenti».
Cosa ha significato per te e Greta esordire come attrici
al fianco di attori come Claudia Pandolfi, Edwige Fenech,
Ninetto Davoli e Lunetta Savino?
«Un’enorme fortuna, lo pensavo all’inizio e lo penso
tuttora. Sono dei grandi maestri, e vederli dal vivo anziché
in tv è stato un regalo prezioso».
Ti riconosci nel personaggio di Bea e nel suo rapporto
con la sorella gemella?
«No, Bea è lontanissima da come sono io, e da come sono i
miei rapporti con Greta; non mancano piccoli litigi, ma
siamo molto legate, ci vogliamo un bene infinito».
Ci sarà una seconda serie?
«Non lo sappiamo, ma spero di sì, mi manca il set e rivedere
i nostri compagni di avventura».
La serie sta avendo un buon successo nonostante debba
confrontarsi con il Grande Fratello e X Factor,
programmi molto amati dal pubblico dei giovani. Credi che
sia stata una buona idea lanciare una serie di questo
formato contro questi programmi?
«Non lo so, se la Rai ha fatto queste scelte devono esserci
dei motivi. Per quanto mi riguarda vedevo X Factor
come tanti miei amici, è sicuramente un format adeguato al
pubblico giovanile così come la nostra serie è un prodotto
per tutta la famiglia; e comunque nonostante questa
concorrenza la Rai ha ascolti altissimi».
Tu e Greta avete vissuto questa esperienza come un gioco
oppure potrebbe diventare la vostra strada in futuro?
«Ci piacerebbe continuare questa avventura, ma al momento
c’è ancora la scuola, la nostra vita di tutti i giorni; per
adesso stiamo frequentando una scuola di recitazione per
migliorare, vediamo cosa ci porterà».
Chi vi ha fatto finora l’apprezzamento più bello?
«Nessuno in particolare, è stato sicuramente divertente
sorprendere i nostri parenti e amici che non erano a
conoscenza di questa nostra passione per la recitazione e
sono rimasti stupiti di vederci nella fiction».
Che sensazione ti hanno suscitato i tragici fatti di
Parigi dei giorni scorsi?
«Non è semplice esprimere un parere su ciò che è successo a
Parigi… penso che sia inevitabile aver provato orrore e un
terribile senso di impotenza davanti ad una tragedia simile.
Sono rimasta scioccata, non sapevo nemmeno cosa pensare, ho
preferito il silenzio: invece di esprimere opinioni a
riguardo ho riflettuto tra me e me, per rispetto verso tutte
le vittime del terrorismo e delle guerre, che da tempo
immemore si susseguono nella nostra storia. Ci si aspetta
che l’animo umano non sia più capace di simili barbarie e
che agisca secondo una morale incondizionata a favore di un
bene comune e invece le ragioni economiche, politiche e
religiose continuano a condizionare la nostra società. Ho
paura per tutti quei giovani i cui sogni e speranze questo
evento sembra aver spazzato via e porgo un pensiero ad ogni
essere umano di qualsiasi etnia ed epoca storica che abbia
subito o assistito a tali atrocità e a tutti noi che non
dobbiamo smettere di sperare e confidare in un futuro
migliore».
Sulla scia della ‘striscia’
Come sopravvivere a una sorella strxxxa che avete
inventato per il sito ray.it, pensi che riusciresti a
sopravvivere con una sorella come la tua Bea?
«No! – scoppia a ridere, ndr – Non penso proprio riuscirei a
resistere con la pazienza di Laura a Bea, che comunque è un
personaggio molto estremizzato». |
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si va in vetta! di Daniela D’Angelo
Che ci sia finalmente una svolta nell'ambito
lavorativo per le posizioni ricoperte dalle donne?
Secondo gli indici ISTAT la risposta è super positiva;
sembrerebbe infatti che il tasso di occupazione femminile
abbia raggiunto nuovamente i suoi massimi che non vedeva dal
1993, tornando al 50,9%; valori fanno riferimento al
secondo trimestre del 2015 sulla fascia di età dai 20
ai 64 anni.
Prima di quest'anno il tasso di occupazione delle donne aveva
raggiunto il 50,9% solo nel secondo trimestre 2008 e nel
secondo trimestre 2012. Dunque oggi si è tornati a un
mercato in cui più di una donna su due ha un lavoro.
Nonostante si è ancora ben distanti dai parametri europei,
che richiedono un tasso pari al 75%, è possibile dire
che questo piccolo risultato (a livello europeo) ma grande (a
livello nazionale) abbia ricucito lo strappo in questo
settore che pareva aver arrestato la sua crescita.
La cosa più interessante è che questo risultato dev'essere
rivolto non alle giovanissime, ma alle over 54. Un dato
che dovrebbe far riflettere oltre che gioire: come
mai le giovanissime non riescono a trovare uno spiraglio nel
mondo del lavoro? È possibile che non sia dato loro
abbastanza spazio per poter integrarsi in questo
settore e potervi crescere? O ancora vi sono delle mentalità
ancora residue e legate a prototipi anacronistici?
Quello che possiamo augurare non solo alla nuova
generazione, ma per la nazione, è che questo risultato
non possa essere una semplice stella cadente, ma che
possa essere solo un trampolino di lancio per vette
ancora più immense. |
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Addio
alla signora del circo, Moira Orfei
di Sara Ferramola
Alla soglia degli 84 anni lo scorso 15 novembre si è
spenta
Moira Orfei, regina del circo italiano, colpita
da un'ischemia celebrale.
Nata da una famiglia dedita all'arte circense, è
diventata il simbolo del circo in Italia e nel mondo;
il suo circo vero e proprio è stato fondato nel 1960,
quando Moira si esibiva come cavallerizza, domatrice
di elefanti, addestratrice di colombe e acrobata;
la sua immagine kitsch, specchio della sua
personalità eccentrica ed esuberante, le fu
consigliata da Dino De Laurentiis, che le suggerì anche
di cambiare nome: all'anagrafe Miranda, venne poi
mutato in Mora, soprattutto per via degli occhi scuri
e della chioma corvina, ma venne aggiunta una "i"
per conferirle un carattere esotico.
Col suo trucco esagerato e i modi da artista di
strada, venne scelta da registi del calibro di
Lattuada, Visconti e De Sica per recitare
insieme ad attori del calibro di Mastroianni, Totò,
Vittorio Gassman e altri. Le proponevano sempre ruoli
fedelissimi al suo modo di essere e coerenti con la sua
attività di artista di stampo circense, probabilmente perché
sarebbe stato difficile cucirle addosso un personaggio,
in quanto già lo era, e questo non le permise di avere
troppo peso come attrice.
Negli anni compare anche sul piccolo schermo: nel 2002
ha partecipato come ospite fissa, assieme allo stilista
Renato Balestra e all'attrice Silvana Pampanini,
a Domenica In, con Mara Venier.
I funerali si sono svolti a San Donà di Piave, cittadina
che Moira Orfei aveva eletto a sua residenza all'inizio
degli anni '80; a trainare il corteo funebre quattro cavalli
bianchi lipizzani, e note di musica circense, per
ricordarla per come è stata. |
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