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Telegiornaliste anno XI N. 29 (460) del 21 settembre 2015
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TGISTE Maria
Grazia Romano.
Tante donne in redazione, tanta qualità di
Giuseppe Bosso
Da cinque anni volto dell'emittente napoletana
Julie News,
questa settimana incontriamo
Maria Grazia Romano.
Come sei arrivata a Julie News?
«Mandando il mio curriculum e venendo contatta dopo qualche tempo. È
iniziata una bella esperienza che prosegue ancora oggi».
Per una giovane giornalista politica a livello locale avverti
maggiori difficoltà di farsi prendere sul serio rispetto all’ambito
nazionale?
«Nel giornalismo come in altri mestieri per una donna è sicuramente
molto più difficile affermarsi, ancor di più nel settore politico: ma
per quanto riguarda la mia esperienza posso dire di non aver mai
incontrato difficoltà nell’organizzare trasmissioni e interviste; negli
ultimi tempi a Napoli ho interagito con esponenti di livello nazionale e
da tutti non ho avvertito nessun particolare ostracismo o diffidenza».
Come hai vissuto, da giornalista e da cittadina, le vicende che hanno
coinvolto il neo governatore De Luca, che forse alla fine si sono
risolte in un ulteriore aggravio per una Regione che ora più che mai
necessita di essere governata con attenzione?
«Al momento non esprimo alcun giudizio sul governatore De Luca, si è da
poco insidiato e ha da poco iniziato la vera fase di governo, il vero
banco di prova. Bisogna dare almeno un paio di mesi ad una giunta,
comunque composta da persone valide, di mettersi all’opera e di vedere i
risultati che otterrà: innegabilmente la vittoria di De Luca è stata per
molti inaspettata, come dimostra lo scarto non così ampio rispetto al
candidato avversario e governatore uscente Caldoro, che confidava in una
conferma».
Segui delle regole nel rapportarti ai rappresentanti istituzionali
che hai modo di intervistare?
«La prima regola da seguire con qualunque interlocutore, sia un
esponente istituzionale o un comune cittadino, è il rispetto; l’umiltà
poi non deve mancare mai»».
Una redazione molto femminile quella di Julie: pro e contro dal tuo
punto di vista.
«Redazione femminile e giovane aggiungerei: lavorare con tante donne
vuol dire essere sempre in competizione, e questo ha un vantaggio:
aumenta la qualità del lavoro. Al di là di questo tra colleghe sono nate
anche amicizie importanti e sincere».
Battaglie spesso scomode ha affrontato la tua emittente, e non sempre
potendo contare sul sostegno delle istituzioni: è questa una buona
palestra per crescere dal punto di vista professionale?
«Julie è stata ed è tuttora una palestra fondamentale: è una realtà
giovane che ti da possibilità di crescere e ascoltare le tue idee;
sicuramente facciamo un’informazione diversa rispetto ad altre realtà
locali, ma non la definirei “scomoda”; non facciamo altro che raccontare
la verità attraverso le nostre inchieste. Verità che semmai può
diventare scomoda per chi ha scheletri nell’armadio».
Dovendo scegliere preferiresti affermarti a Napoli, sia pure in un
contesto ristretto ma da protagonista, oppure tentare la strada di altre
piazze, dove però rischieresti di essere una delle tante?
«Non faccio differenze tra locale e nazionale; voglio semplicemente fare
bene il mio lavoro e ciò che mi piace. Se potrò continuare a farlo a
Julie ne sarò ovviamente felicissima: sfortunatamente vedo molto
protagonismo in giro, un aumento dell’offerta giornalistica che non
corrisponde a un miglioramento qualitativo. Quindi continuo a lavorare
con impegno e passione».
I media tendono ad amplificare l’immagine negativa di Napoli e del
sud in generale: con quello che fai cerchi di scardinare queste
convinzioni?
«Lo facciamo quotidianamente raccontando la città anche per le cose
belle che ci sono, oltre a quelle negative; e se raccontiamo anche le
cose belle vuol dire che qualcosa allora funziona. Proprio per questo ad
oggi posso esprimere un giudizio positivo sull’operato del sindaco De
Magistris, che ci consente di raccontare anche il bello di Napoli».
Da poco ti sei sposata: l’arrivo di un figlio credi potrebbe cambiare
le tue priorità?
«Ci penso spesso e ne parlo con mio marito, per fortuna una persona
molto intelligente che comprende le difficoltà organizzative legate al
mio lavoro e gli orari “sballatissimi” che ho; al momento non saprei
dirti altro se non che un figlio porterebbe cambiamenti riguardo i
ritmi, gli orari… un figlio ha bisogno di tantissime attenzioni…».
Se dovessi fare il tuo ritratto come ti descriveresti?
«Molto determinata, precisa, spesso meticolosa... mi annoiano le persone
lente. Per usare una metafora: sono come il web!». |
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NONSOLOMODA Creativity Day, nella tappa di Reggio Emilia ci sarò anche io di
Francesca Succi
dal blog
TheGlossyMag del 15 settembre 2015
Nel corso di questi mesi nell’area news del mio blog come
Blogger Ambassador dell’evento vi ho raccontato, tappa dopo
tappa, l’eccezionale progetto di Creativity Day. Con grande
gioia posso annunciare che mercoledì 30 settembre
ci sarà l’appuntamento di Reggio Emilia a cui
parteciperò anche io. Nel senso che mi vedrete in platea, tra
il pubblico, per aggiornarmi a livello professionale.
La tappa di Reggio Emilia, che potete visualizzare nel
dettaglio
qui, prevede una serie d’interventi molto interessanti
suddivisi per macroaree: #CreativiSiNasce, #GeekSiCresce,
#InnovatoriSiDiventa.
Le suddette iniziano con pannelli comuni per poi
diversificarsi. #CreativiSiNasce con i contenuti tecnici per
chi “produce la creatività”: video, design, motiongraphics,
typography, modellazione 3D, illustrazione. #GeekSiCresce con
contenuti tecnici dedicati al mondo degli sviluppatori e dei
maker: stampa 3D, internet of (every)things, sviluppo wearable,
web design. #InnovatoriSiDiventa con contenuti più trasversali
e dedicati anche a imprenditori, responsabili marketing,
project manager: big data, web marketing, gamification, project
management. Quest’ultima soluzione è quella che fa al caso mio.
TTra gli ospiti della giornata emiliana, tra gli altri, ci
saranno Relajelcoco, agenzia di Madrid che si occupa di
illustrazioni editoriali, e Claudio Di Biagio, che terrà uno
speech su come coinvolgere il grande pubblico con il video (e
anche qui il tema m’interessa parecchio).
Per chi lo desidera, inoltre, è prevista la possibilità di
approfondire ulteriormente gli argomenti affrontati in due
degli speech del mattino con due workshop di approfondimento:
uno dedicato allo sviluppo nativo con Apple Watch, con Andrea
Trento e il secondo sulle tecniche di Creative Writing, con
Pasquale Diaferia.
Per informazioni più approfondite potete cliccare
qui.
Consultate il programma ufficiale e se non siete un freelance
ma dipendente aziendale potete convincere il vostro Capo
sottoponendogli questa
infografica. Hashtag ufficiale: #cday15. |
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Giulia
Franceschetti, il bello dell'essere doppiatrice è… di
Giuseppe Bosso
Intervistiamo
Giulia Franceschetti, apprezzata doppiatrice tra
le più emergenti dell’ultima generazione.
Ricorda il suo primo doppiaggio?
«Il primo doppiaggio in assoluto non lo ricordo con
precisione, anche perché ho iniziato, come tutti, con
piccolissime parti; il primo ricordo "nitido" è il
doppiaggio di Lilo&Stich, una serie di cartoni
animati in cui prestavo la voce all'antagonista della
situazione. Avevo all'incirca 8 anni».
Si riconosce in qualcuna delle attrici che ha avuto modo
di doppiare, come Dakota Fanning e Anna Sophia Robb?
«Non so se potrò mai riconoscermi in un'attrice, non ho mai
avuto il piacere di conoscere, per esempio, nessuna delle
due attrici che lei mi ha menzionato, posso però sentirmi,
alle volte, molto vicina al personaggio che una di esse ha
interpretato. Stiamo parlando di attrici che hanno recitato
talmente parti differenti tra loro, che è impossibile non
ritrovarcisi qualche volta».
La sua giornata tipo.
«La mia giornata tipo è quella di una normale ragazza di 22
anni, che però, consapevole dell'immensa fortuna che ha
avuto, invece di andare la mattina in università (come la
maggior parte dei miei amici) va a lavoro sempre contenta!».
Le capita mai, ‘riascoltandosi’, di cogliere qualche
spunto o qualche imprecisione da non ripetere?
«Sono una persona altamente autocritica, spesso troppo, al
punto che i "miei lavori" li guardo controvoglia. Trovo
sempre qualcosa che mi fa pensare "questa battuta sarebbe
potuta venire meglio", allora immagazzino e cerco di farne
tesoro. Comunque riascoltarmi mi porta spesso a
riflessioni».
Per molti suoi colleghi l’esperienza da doppiatore è
stato un trampolino di lancio verso una brillante carriera
artistica: è una sua aspirazione?
«Mi piace il lavoro del doppiatore e non ho mai pensato a un
evoluzione o a un cambio per la mia "carriera". D'altronde
credo di avere ancora tanta strada da fare anche solo in
questo mondo: ho molto da imparare e non mi sento ancora del
tutto completa. Per ora vivo "nell'ombra" e ci sto bene».
Il bello e il brutto dell’essere doppiatrice?
«Il bello dell'essere doppiatrice credo sia semplicemente
fare un lavoro che ti permette di dare sfogo a un immenso
numero di sfaccettature del proprio carattere che altrimenti
rimarrebbero nascoste: quando ho la possibilità, per
esempio, di doppiare un personaggio fuori dalle righe, un
personaggio particolarmente "eccessivo", mi diverto
tantissimo; posso assumere dei toni, posso dire cose o
semplicemente dare sfumature alla voce che fuori dalla sala
di doppiaggio non potrei provare. Un bello sfogo! Al "brutto
dell'essere doppiatore" non ho mai pensato, a parte quando
si hanno degli alti ritmi lavorativi e nel corso di una
giornata magari ti ritrovi a correre per mezza Roma per vari
turni di lavoro; però devo dire che le soddisfazioni che
riesce a darti il doppiaggio (soprattutto a me che ancora
comunque mi sento un "pesce piccolo") ti ripagano qualsiasi
cosa; anche magari la fatica che si è fatta dividendosi,
dall'età di 8 anni, tra studio, amici e lavoro».
Prossimamente dove potremo ‘ascoltarla’?
«Quest'estate ho lavorato a due trailer per due film di
circuito che doppierò a settembre, uno di fantascienza e un
altro più leggero; ho terminato una serie molto bella:
Orange is the new black».
Cosa farà da grande?
«Questa domanda ho smesso di farmela: non ne ho idea. Quando
ero piccola volevo fare la veterinaria, poi si è aperta
questa strada più "artistica", e quindi ho capito che nella
vita non si sa mai. Per ora amo quello che faccio e spero
ogni volta di farlo al meglio. Ecco, forse questo mi auguro
di fare da grande: qualcosa che amo e che porti a impegnarmi
per amore di esso».
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PINK NEWS Tra
il sogno e "il posto fisso", Federica ha scelto il "posto
fisso" di Daniela D’Angelo
I sogni son desideri di felicità cantava
Cenerentola, ma nella realtà i sogni vengono spesso
lasciati nei cassetti, a volte vengono spolverati,
altre volte vengono dimenticati. Ai sogni infatti si è
sostituita un'altra anelata meta: il posto fisso.
E dunque ecco sorgere il dubbio amletico dell'ultimo
decennio : meglio perseguire il mio sogno nel cassetto o
cercare un lavoro e ottenere una certezza?
A questo dubbio Federica Boscolo Bisto ha risposto “cercare
un lavoro”: la diciannovenne di Sant'Anna di Chioggia,
dopo aver ottenuto l'agognata fascia di Miss Rocchetta,
avrebbe dovuto presentarsi il 22 agosto scorso a Jesolo
per partecipare alla finale di Miss Italia Veneto, che,
in caso di vittoria, le avrebbe dato accesso alle prefinali
del noto concorso di bellezza nazionale Miss Italia.
Ma alcuni giorni prima della preselezione arriva la ferma
decisione della ragazza di non voler proseguire con
l'iter del concorso; il motivo? Le è stato offerto un lavoro
come commessa in un negozio; ai sogni ha preferito la
certezza di una realtà di per sé incerta e precaria quale è
la nostra.
Una scelta matura per questa giovane ragazza e anche
coraggiosa: chi mai avrebbe rinunciato a quella
fascia e a un futuro nello show business?
Eppure Federica non è né la prima né la sola a dover
rinunciare ai propri sogni di gloria e allora mi chiedo: è
giusto negare ai giovani di sognare? Di poter volare con
la fantasia perseguendo una meta anelata? Il mondo del
lavoro è in continua trasformazione e richiede sempre
più giovanissimi, ma i giovani sono la nostra
garanzia per il futuro, e non a caso; è nei giovani che
ritroviamo lo spirito di innovazione, di tenacia,
di speranza: frutti che devono maturare.
E allora aiutiamo sì i giovani a realizzarsi lavorativamente,
ma non neghiamo loro di sognare, anzi seguiamoli in quel
volo onirico. |
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DONNE
Flavia
Pennetta regina degli US Open
di Crilly
L’orgoglio italiano; lo sport, il tennis,
che conferisce al Bel Paese un posto nell’Olimpo dei
fuoriclasse; una finale storica quella che sabato
12 settembre, a New York, ha incoronato Flavia
Pennetta regina degli Us Open 2015.
La 33enne brindisina è stata, infatti, la seconda
italiana, dopo Francesca Schiavone, ad aggiudicarsi
il Grande Slam, battendo, in finale, Roberta Vinci;
un derby tutto italiano che ha colorato di bianco, rosso e
verde gli States. La sua vittoria nello spettacolare
scenario del Flushing Meadows le ha fruttato anche la
miglior posizione nella classifica mondiale (sarà la numero
8).
Flavia Pennetta è considerata una delle più grandi tenniste
italiane di tutti i tempi; ha iniziato a sgambettare sul
terreno rosso all’età di cinque anni. La sua è una
famiglia di tennisti: i suoi genitori, Oronzo e
Concetta, e sua sorella Giorgia giocano tutti a livello
dilettantistico; il papà è stato anche presidente del Ct
Brindisi.
Nella sua carriera agonistica, Flavia ha vinto in tutto 11
tornei Wta in singolare, compreso il prestigioso torneo di
Indian Wells; nel 2009 è stata la prima
tennista italiana ad essere riuscita ad entrare nelle
Top 10 della classifica mondiale Wta tour, dopo aver
vinto il torneo di Palermo, il Wta Premier di Los Angeles e
aver raggiunto la semifinale del torneo di Cincinnati con 15
vittorie consecutive.
Inoltre, ha ottenuto ottimi risultati nel doppio: è
stata, infatti, la prima tennista italiana ad aver raggiunto,
nel 2011, la posizione numero 1 del mondo. In più, nel
2006, 2009, 2010 e 2013 si è aggiudicata la Fed Cup con
l'Italia; un successo grazie al quale è stata premiata dal
Coni con il Collare d'oro al merito sportivo.
Il 12 settembre 2015 sarà una data da imprimere nella
memoria: Flavia Pennetta, insieme all’amica di sempre,
Roberta Vinci, hanno insegnato che lo sport,
quello sano, trionfa sempre con quella grande umiltà
e professionalità che premiano. È stato bellissimo vederle
gioire insieme.
Una carriera sportiva, quella della Pennetta che, nonostante
abbia annunciato il ritiro dalle competizioni,
rimarrà negli annali della storia.
A tutti mancherà il suo sorriso: a tal riguardo,
emblematica una frase, postata su Twitter da
Serena Williams: “Congratulazioni - scrive -Sono
così felice che tu abbia vinto. Te lo meritavi. Sono felice
anche per il tuo viaggio nella vita. Mi mancherà il tuo sorriso”.
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