Archivio
Telegiornaliste anno XI N. 12 (443) del 30 marzo 2015
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
TGISTE Benedetta
Maffia, una mamma per le mamme
di Giuseppe Bosso
Incontriamo la giornalista barese
Benedetta Maffia, che ci
racconta la sua vita di mamma telegiornalista, che è diventata parte
attiva di un suo interessante progetto.
Di cosa ti stai occupando adesso?
«Lavoro dal 2006 in una radio che dirigo e da due anni mi occupo del
sito Come
nasce una mamma, un luogo virtuale di scambio, confronto e
informazione. Un modo per comprendere e anticipare le fasi dell’essere
mamma. Un sito che ha riscontrato grande seguito, come dimostrano le
circa 21000 persone che su Facebook hanno aderito alla pagina ufficiale
e le 100 mila che ci seguono mensilmente su piattaforma».
Da cosa nasce questa tua idea?
«Quando diventi mamma, o forse qualche mese prima, inizi a vedere il
mondo con occhi diversi. Questo mondo e quello che vorrei l’ho iniziato
a raccontare su Come nasce una mamma, che ha visto la luce il
giorno di San Valentino del 2013».
L’Italia è un Paese per mamme?
«No. L’Italia e a maggior ragione la mia regione, la Puglia, e la mia
città, Bari. La vita da mamma è una continua corsa ad ostacoli e sempre
più donne, dopo la maternità, sono costrette a re-inventarsi il lavoro.
Accanto al diritto alla maternità, forse bisognerebbe ripensare a tempi
e modi di lavoro più vicini alla famiglia».
Come convive Benedetta giornalista convive con Benedetta mamma e
moglie?
«Finora bene, gestisco questa convivenza senza particolari problemi: mio
figlio è ancora molto piccolo, e soprattutto ho la fortuna di poter
contare sull’aiuto di mia madre e su mio marito, molto comprensivo».
Profondamente convinta che il virtuale sia diventato quotidiano,
recita la tua scheda sul nostro sito: è così anche in un’Italia in cui
il web fatica ancora a imporsi del tutto?
«Il web ha cambiato, in maniera radicale, il mondo della stampa; è il
futuro. L'informazione digitale è costantemente aggiornata ed è viva,
per questo bisogna saperne sfruttare le potenzialità».
Ti sta stretta la realtà pugliese?
«Sì e no: l’ho potuto riscontrare confrontandomi con i visitatori del
mio sito, che sono per lo più persone di Milano e di Roma. Sicuramente
nelle loro metropoli le possibilità lavorative sono quantitativamente
maggiori rispetto a quelle che può offrire Bari e in genere la
provincia».
Come ti vedi nel domani?
«Vivo bene il mio presente anche se mi piacerebbe svegliarmi tutti i
giorni in una città adatta ai bambini. Una città per non dire un Paese.
Basterebbe così poco: se il domani mi riserverà delle novità le
accetterò di buon grado, ma ti ripeto che se dovessi continuare su
questo percorso, vivere al meglio la vita con i miei cari e proseguire
la strada che ho intrapreso non sarò meno felice».
Come ti descrivi come mamma e come giornalista?
«Apprensiva e affidabile».
Ti hanno mai messo il bavaglio?
«No. Per mia fortuna ho sempre potuto godere di ampi margini di libertà
di raccontare quello che volevo e di conseguenza non ho trovato persone
che potessero condizionarmi in questo senso».
|
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
NONSOLOMODA Democraticamente
Cosmoprof:
la vicinanza e la genuinità nel settore beauty di
Francesca Succi
dal blog
TheGlossyMag del 25 marzo 2015
Sabato ho trascorso l’intera giornata al Cosmoprof. Questo mi
ha permesso di raccogliere tutte le informazioni necessarie per
le mie collaborazioni giornalistiche: martedì è uscito un pezzo
su Cosmoprof nell’area economia de la Nuova Ferrara e questa
sera è andato in onda uno speciale
video su Magic Music Tv.
Pertanto qui non farò una cronaca su ciò che ho visto o non
visto, per quello esistono gli approfondimenti suddetti.
Nelle pagine virtuali del blog volevo raccontarvi
le mie
sensazioni riguardo a questo evento beauty d’importanza
internazionale.
Prima di tutto, a differenza di ogni altra manifestazione
fashion a cui ho partecipato, l’aria che si respirava era
tranquilla. Non ho percepito isterismi dettati dalla spocchia
né da chi esponeva e né da chi era in visita.
In secondo luogo non ho visto “circo”: i visitatori interessati
erano lì perché appassionati al settore e non per mettersi in
mostra e fare corollario in maniera vuota ed inutile.
Inoltre, non ho neanche avvistato episodi di poracceria, cioè
l’elemosina dei prodotti agli espositori. Chi è venuto, pagando
il biglietto, ha portato a casa un bottino perché ha acquistato
oppure è stato l’espositore che ha gentilmente omaggiato in
maniera del tutto naturale (come è successo a me
mentre
vloggavo). Alla fine anche questa è l’anima di Cosmoprof!
Insomma, sono stata molto contenta di aver vissuto per lavoro
questo evento e proprio nell’occasione ho notato il grande
abisso che esiste tra chi opera nel fashion e chi nel beauty.
Forse il settore bellezza è molto più democratico, tranquillo e
genuino; senza nessun tipo di puzzetta sotto il naso. Forse il
fashion dovrebbe imparare molto dal beauty, personalmente me lo
auguro.
|
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
TUTTO TV
Barbara
Merlin, una vita per lo sci di
Giuseppe Bosso
Un passato da campionessa e un presente da commentatrice;
per Barbara Merlin lo sci, anche dopo il ritiro, è parte
integrante della sua vita.
Cosa l’ha portata a diventare commentatrice?
«Raisport mi ha offerto la possibilità di restare nel mondo
dello sci in questa veste, e l’ho colta con molto piacere».
Come ha cambiato la sua vita il ritiro dall’attività
sportiva?
«Non moltissimo. Certo, rispetto ai miei anni agonistici c’è
anche il fatto che adesso sono mamma di due bambine, sono
loro la mia priorità; fare la spola con Roma è un
po’faticoso, ma come ti dicevo non è stato poi un grande
stravolgimento».
C’è qualcuna delle sciatrici di oggi in cui si rivede?
«Ammiro Anna Fenninger, campionessa austriaca di discesa
libera. Se fossi in attività adesso credo mi ispirerei a
lei».
Rispetto ad altre discipline sportive avverte poca
attenzione dei media per il mondo dello sci?
«Non direi; le dirette in occasioni dei grandi eventi
dimostrano una grande attenzione, nonostante manchino nomi
‘di peso’ come tanti anni fa Alberto Tomba e Deborah
Compagnoni».
Molti ex atleti, come lei, una volta conclusa la carriera
agonistica sono diventati commentatori: non le capitano
momenti di nostalgia per il suo passato trovandosi nelle
vesti di osservatrice?
«No, come ti dicevo adesso la mia priorità è la famiglia;
certo l’istinto un po’ è rimasto, la voglia di essere ancora
in gara a volte c’è, ma sono orgogliosa di quello che ho
fatto e di quello che sto facendo senza nessun rimpianto per
il passato».
Cosa farà da grande?
«La mamma – ride, ndr – come ora e come sarà in futuro».
|
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
PINK NEWS Mezzo secolo di massoneria femminile italiana
di Antonia Del Sambro
Forse non tutti conoscono la storia della massoneria
italiana e ancora meno conoscono la storia della Gran
Loggia Massonica Femminile d’Italia. Forse perché il
termine massoneria fa pensare a riti strani,
pentacoli di tradizione letteraria e figurativa,
iniziazioni inconsuete e pericolose e comunque a gruppi
segreti e magari anche fuori legge.
Niente di tutto questo in realtà, e non solo per la
massoneria italiana in generale ma soprattutto per la
massoneria italiana femminile che dal 1990 non solo è
presente sul nostro territorio in maniera legale e trasparente
ma è anche gemellata da mezzo secolo con la massoneria
femminile francese e con quella svizzera. Chi
sono le donne e le massoni di Italia?
Sono intellettuali, filantrope, hanno un
consiglio federale democraticamente eletto e le cariche
cambiano ogni anno; nessuna delle iscritte alla Gran Loggia
può essere tenuta in carica per oltre tre mandati.
Insomma, se le lettrici e in generale le donne italiane hanno
sempre pensato alla massoneria come qualcosa di oscuro e di
illegale è bene che cambino idea e che si informino
su tutte le attività che le massoni di Italia svolgono e
nel nostro territorio e a livello internazionale.
Conferenze, cenacoli, riunioni aperte al
pubblico, incursioni in civiltà e religioni differenti
dalle nostre per meglio comprendere il mondo e gli esseri umani
e location di grande importanza come Parigi,
Istanbul, Bruxelles, Roma.
Certo come ogni loggia massonica anche quella Femminile
d’Italia ha regole e statuti ben precisi e ferrei e
regole di obbedienza e di conformità al pensiero che guida la
loggia, ma sono principi e dettami del tutto
condivisibili quali la libertà, la tolleranza
e il rispetto.
Con queste regole e queste leggi le massoni italiane hanno
creato un gruppo unito e duraturo e hanno fatto
proseliti ogni mese di ogni anno da venticinque anni a
questa parte.
In realtà, come ama dichiarare la Gran Maestra di Italia,
Maria Pia Ferrari, la Loggia Massonica femminile
italiana non recluta ma accoglie.
Le massoni del nostro Paese amano farsi notare e
riconoscere per il loro comportamento indirizzato alla
solidarietà, all’ascolto e al rispetto continuo
di tutti.
Un esempio quello della Gran Loggia Massonica Femminile
che ha ispirato e continua a ispirare molte altre logge
femminile di Europa che da questa primavera fino alla
fine dell’estate si stanno organizzando per rendere omaggio
proprio ai venticinque anni delle sorelle massoni italiane.
Insomma, un fiore all’occhiello della nostra Italia che
sfata e abbatte tutte le false idee e i
falsi miti sulla massoneria. |
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
DONNE
Camilla
Gallo, che bello creare i miei gioielli!
di Giuseppe Bosso
Tra le interpreti di Centovetrine e protagonista a
Zelig in duo con Tiziana Martello, Camilla Gallo adesso si
divide tra l’attività di
doppiatrice e quella di designer di gioielli intrapresa con
la sorella.
«Sì – ci racconta - ho cominciato a doppiare una decina d'anni
fa dopo cinque anni di scuola di teatro e una laurea al Dams
sulla drammaturgia della voce nel sistema del doppiaggio
italiano, ed è un lavoro che mi diverte moltissimo, dandomi
inoltre la possibilità di esprimermi e di migliorare a livelli
sempre differenti. Poi tre anni fa è iniziata un'altra
meravigliosa avventura, che mi ha permesso di lavorare insieme
a mia sorella Valentina e mi ha concesso il privilegio di
addentrarmi in un mondo di cui ho sempre sentito il richiamo:
quello del design e del fatto a mano».
Come nasce la sua attività di designer?
«Disegno e realizzo 'oggetti' da quando sono bambina e
Jamais Sans Toi nasce per gioco (la radice della parola
'gioco' è la stessa di gioia e di gioiello!) quando io e
Valentina abbiamo deciso di unire le nostre competenze
(Valentina è diplomata in scultura all'Accademia Albertina di
Belle Arti di Torino). Sue sono la materia prima, l'argilla, la
capacità di modellare, l'entusiasmo e il senso pratico, mie la
passione e la creatività. Capitava sempre più spesso che la
gente ci fermasse per strada per chiederci dove avessimo
acquistato quella collana o quell'anello. Abbiamo pensato così
di comprare il forno e abbiamo allestito il nostro primo
laboratorio. Oggi Jamais Sans Toi è una realtà concreta,
partecipiamo a fiere, eventi e mostre che si occupano di
gioielleria contemporanea e abbiamo rivenditori in Italia e nel
resto nel mondo».
Quali difficoltà ha incontrato nell’incamminarsi in questo
settore?
«A essere sincera non troppe e questo perché non mi ci sono
'incamminata', bensì mi ci sono buttata a capofitto. A farmi
scudo dai piccoli ostacoli è stato quell'entusiasmo forse un
po' incosciente che da la convinzione che le cose possano solo
andare bene».
Guardando indietro alla sua precedente attività di attrice
c’è qualcosa che rimpiange?
«No, ho sempre fatto quel che ho potuto nella misura in cui
l'ho voluto. Non ho rimpianti perché non ho chiuso nessuna
porta, ne ho solo aperte altre...».
È stata una delle più apprezzate interpreti di
Centovetrine: le è dispiaciuto assistere alla improvvisa,
ma annunciata, chiusura definitiva di uno sceneggiato così
amato dagli spettatori di Canale 5?
«Certo, mi dispiace moltissimo per il mondo di Centovetrine
che lavora dietro le quinte; quasi 300 persone che dall'oggi al
domani saranno costrette a lasciare il posto di lavoro».
Consiglierebbe ai giovani di tentare la strada di mettersi
in proprio, confidando nelle potenzialità dell’artigianato di
dare un contributo significativo al superamento della crisi?
«Tutti abbiamo un progetto di vita e l'intelligenza di questo
progetto è di vederci realizzati e felici. E quindi sì!
Consiglierei, obbligherei tutti a tentare la strada di cui
parla, a confidare nelle proprie risorse, che non sono quelle
economiche ma che appartengono alle potenzialità di ognuno di
noi, i talenti che uno ha: questi sono gli strumenti da mettere
in campo per riuscire a realizzarsi come individuo e tutta la
società dovrebbe strutturarsi al meglio affinché ognuno possa
'dire' la sua».
Cosa farà da grande?
«Beh, non mi sembra il caso di doverci già pensare!».
|
indice della pagina:
Tgiste |
Nonsolomoda |
Tutto TV |
Pink News |
Donne |
|