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Telegiornaliste anno X N. 8 (396) del 3 marzo 2014
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TGISTE Alessia
Ceccarelli: quante differenze tra Italia e Inghilterra, ma ho preferito tornare
qui di Giuseppe Bosso
Incontriamo Alessia Ceccarelli,
volto di Tgcom24,
dal 2003 in forza a Mediaset dopo aver lavorato a Il Giornale e, per un
breve periodo, a Londra a Bloomberg Television.
Cos'ha provato la prima volta che, a Tgcom24, si è trovata in conduzione,
dopo tanti anni come inviata?
«Per me è stata una vera sfida. Non avevo molta esperienza davanti alla
telecamera; mi confrontavo con colleghi già esperti. Ogni tanto, qualche
intoppo, c’è stato. Ma il mio lavoro è bello anche perché ci sono, spesso, nuovi
traguardi da raggiungere».
Ha lavorato anche a Londra: avrebbe preferito restare nel Regno Unito e
tentare lì la carriera giornalistica?
«Avrei potuto proseguire in Gran Bretagna, ma ho preferito tornare in Italia.
Sono contenta di aver avuto la possibilità di fare questo lavoro nel mio Paese».
Quali differenze ha potuto riscontrare tra il giornalismo britannico e quello
italiano?
«Sostanziali differenze non le ho riscontrate nel lavoro, ma nella legislazione
sì: sono arrivata a Londra e dopo tre settimane avevo già un contratto come
giornalista. In Italia è tutto più difficile: puoi fare la precaria per anni e,
magari, non essere mai assunta. I contratti sono molto più “blindati” per
l’editore e, quindi, le assunzioni avvengono con meno facilità».
Ha lavorato con Costanzo, Belpietro,
Cristina Parodi a Verissimo: cosa le hanno
trasmesso?
«Cristina Parodi mi ha dato prova, più volte, di essere una professionista;
Costanzo è uno dei massimi conoscitori della tv in Italia. E con Belpietro, in
realtà, si è trattato di un ritorno: è stato il mio primo direttore a Il
Giornale. E poi, con lui, mi sono occupata di politica che, insieme
all’economia, è uno dei settori che mi appassiona di più».
Come potrà notare è
molto apprezzata dai nostri lettori: cosa pensa del nostro sito?
«Mi sono stupita che esistesse un sito dedicato ai giornalisti; in realtà è una
professione molto ambita, e quindi capisco che il nostro lavoro sia seguito da
molte persone».
Il look di Alessia Ceccarelli detto da lei.
«Per il look, in onda, seguo le regole della testata. Fuori dal video mi piace
lo stile casual, salvo occasioni più formali».
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NONSOLOMODA Rubberdolling,
la strana tendenza. Uomini o bambole gonfiabili? di
Veronica Speranza
Questa pratica sconosciuta fino a poco tempo fa si sta
diffondendo in America, in Gran Bretagna e in Germania;
interessa una particolare “fetta” di uomini che sentono
insita in sé la voglia di essere bambole.
Un fenomeno che sta catturando l’attenzione dei media,
tanto che in Inghilterra si è realizzato un documentario
intitolato I Segreti delle Bambole viventi.
Una precisazione che va fatta è che le Rubber Dolls non
sono persone nate in un corpo sbagliato: diversamente dai
transgender il mascheramento per loro è solo sinonimo di
divertimento e di trasgressione.
Per avere un costume composto dai più svariati pezzi basta
spendere poche centinaia di euro: è necessario acquistare
qualche maschera e protesi in lattice.
Malgrado il fenomeno appaia sottobanco spuntano fuori le
prime testimonianze.
L’uomo 52enne di Seattle che lavora come imprenditore, è
sposato ed innamorato di sua moglie con due figli, ha cominciato
a mascherarsi all’età di quindici anni, e quando ha scoperto
che tanti condividevano la sua passione ha iniziato a creare le
maschere e a venderle on-line; il programma di Italia 1
Lucignolo ha messo in onda l’intervista a Tiziana,
un noto professionista siciliano che ama trasformarsi in Rubber
Doll: non si è fatto riconoscere, ma ha mostrato il suo kit
composto da vari vestiti e maschere; per prepararsi impiega
qualche ora, alla fine indossando i tacchi sarà alto oltre i
due metri. Anche sua moglie condivide questa passione e ogni
tanto partecipano a delle cene con altre persone travestite.
Le serate prevedono pure giochi erotici molto soft e
pratiche di masochismo; in Italia tuttavia permangono non
pochi pregiudizi, quindi è difficile che coloro che
appartengono alla categoria facciano outing; molte donne
spesso ignorano che i loro mariti si trasformano in “Bambole di
Gomma”! |
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Sanremo
è ancora Sanremo? di Giuseppe Bosso
Con la vittoria di Arisa, preannunciata da bookmakers e
non solo, cala il sipario sulla edizione numero sessantaquattro
del Festival di Sanremo.
Ma ancora una volta, più delle canzoni e dei cantanti, a
tenere banco è stato tutto il contorno di ospiti (più o
meno lautamente retribuiti a dispetto delle affermazioni di 'segno
di stima e amicizia' connesse all'intervento di Laetitia
Casta) non sempre in sintonia con la kermesse, colpi di
scena più o meno reali o presunti, a cominciare dagli
aspiranti suicidi che hanno contrassegnato l'apertura - e
preferiamo davvero astenerci dalle valutazioni
sull'attendibilità o meno del gesto - e gag di Luciana
Littizzetto apparse ai più alquanto al di sotto della
consueta verve dell'attrice torinese.
Fabio Fazio ha fatto sicuramente del suo meglio, ma il
conduttore di Che tempo che fa stavolta non è riuscito
nell'intento: non sono certo mancati momenti di alta
televisione, a cominciare dal ritorno all'Ariston di Claudio
Baglioni tre decenni dopo l'ultima apparizione, o come il
consueto Crozza nei giorni dell'avvicendamento
Letta-Renzi a Palazzo Chigi. Ma nel complesso è stata
un'edizione piuttosto deludente.
A Viale Mazzini sono già al lavoro per l'anno prossimo:
si parla di un avvicendamento alla conduzione che dovrebbe
portare sul palco del Festival Carlo Conti, veterano di
mamma Rai che già da tempo auspica di passare dal timone del
quiz a quello dell'Ariston.
Ma basterà? Non vogliamo certo arrivare, sulla scia di quanto
fatto un anno fa da Antonio Ricci, papà di Striscia la
notizia, che ha spiegato la sua scelta di provare, per le
prime settimane del tg satirico di Canale 5, i 'velini' come
fioretto per la cancellazione dai palinsesti del servizio
pubblico di Miss Italia, transitata con scarsi risultati
sugli schermi di La 7, ad auspicare una cancellazione anche del
Festival dalla programmazione Rai: ma ci chiediamo davvero se
valga la pena, ancora una volta, investire risorse, anche
a carico dei cittadini che pagano il canone, in una rassegna
che da tempo ha ormai perduto il forte appeal di una volta. |
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PINK NEWS Governo
Renzi: chi sono le 8 nuove ministre?
di Malvina Podestà
In Italia è (come è normale e giusto) l'argomento del momento:
il nuovo governo Renzi.
Matteo Renzi, neo-premier, fiorentino classe 1975,
è un uomo che ha da sempre fatto parlare di sé e che ha
fatto del suo carisma un'arma vincente, anche se a volte
a doppio taglio; con il suo nuovo governo è già stato autore di
un record: la sua squadra è infatti la più snella,
con 16 ministri, ed anche la più giovane, con un'età
media di 48 anni; e la più rosa, fino ad oggi, con il
50% di composizione femminile.
Sono quindi 8 le nuove ministre di sesso femminile: ma
chi sono queste donne, investite di un ruolo così prestigioso e
già finite sotto i riflettori?
Come Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha
sicuramente un curriculum adatto e competente: 53 anni,
nata a Lucca, ha sempre lavorato nel mondo universitario;
dal 1999 è stata professoressa ordinaria di Glottologia e
Linguistica, e dal 2004 fino all'anno scorso è stata rettrice
dell’Università per stranieri di Perugia. La sua entrata in
politica è molto recente e risale solo al 2013; nonostante
sia una novellina le sue idee sono ben chiare e ha spiegato i
suoi principi che si fondano sulla qualità e il merito, per
permettere di fare uscire il nostro paese da una “lunga
ricreazione”.
Veterana è invece Beatrice Lorenzin: dal 1996 è in
politica e la sua carica di Ministro della Salute non è
che una riconferma del precedente incarico ricoperto durante il
Governo Letta; nei suoi primi commenti pubblici sul neo-governo
ha sottolineato la necessità di una riforma della sanità,
che potrebbe essere realizzata già prima di giugno.
Primato di questa amministrazione va a Roberta Pinotti,
prima donna ad essere Ministro della Difesa in Italia:
già sottosegretario nel precedente governo la Pinotti ha
iniziato la sua carriera politica negli anni 90; donna
moderna e dinamica, è molto presente sul web (ha anche un
sito internet) ed ha ottenuto un'altro primato, quello di
ministro più presente su Twitter.
Maria Carmela Lanzetta, neo Ministro degli Affari
Regionali, fino alla scorsa estate è stata sindaco di
Monasterace - provincia di Reggio Calabria - ruolo molto
difficile visto che si tratta di una zona dove la mafia detiene
un grandissimo potere. Non sono mancate per lei forti
ripercussioni personali come minacce, sparatorie e l'incendio
della farmacia, attività di famiglia; nonostante la scorta
personale assegnatale si è sentita sola e inerme e per questo ha
momentaneamente lasciato la politica nel 2012. Su di lei anche
ombre: il settimanale Panorama ha infatti
recentemente affermato che la Lanzetta è indagata per abuso
d’ufficio alla Procura di Locri.
Ancora una donna come Ministro degli Esteri,dopo
Susanna Agnelli e l’uscente Emma Bonino: è
Federica Mogherini, romana classe 1973, sin dagli studi
universitari si è dimostrata attenta alla politica estera ed
alle sue problematiche, delle quali si è sempre occupata;
parla inglese e francese, e si è impegnata in campagne contro
il razzismo.
È la bella della politica italiana Maria Elena Boschi,
nuovo Ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti
con il Parlamento: 33Enne (la ministra più giovane) è
da sempre stata vicina a Renzi, politicamente parlando, e da
sempre fa parte del Partito Democratico; di lei hanno fatto
parlare anche particolari non proprio inerenti al suo ruolo,
come il suo lato B molto fotografato.
Tra i ministri più discussi Federica Guidi, nominata
Ministro per lo Sviluppo Economico, per la sua illustre
discendenza; è infatti figlia di Guidalberto Guidi,
personaggio molto importante all'interno di Confindustria, ma
soprattutto patron della Ducati Energia. Lei stessa
dichiara di aver fatto gavetta nell'azienda di famiglia, ma di
esserne ora del tutto estranea; nel centro del mirino anche i
suoi presunti rapporti con Silvio Berlusconi, che
l'avrebbe voluta come nuovo volto di Forza Italia.
E concludiamo con un'altra nomina tra le più brutalmente
criticate: quella di Marianna Madia, Ministro per la
pubblica Amministrazione. Anche questa volta è più la
vicenda personale e privata a far discutere, rispetto ai
meriti o demeriti professionali; pronipote di un deputato
fascista, figlia del politico, giornalista e attore Stefano
Madia, Marianna è stata sin da subito etichettata come “raccomandata”.
Oltre ad importanti amicizie di famiglia è stata fidanzata
con il figlio di Giorgio Napolitano; lei si è subito
difesa dalla accuse: «Non sono carina né tantomeno
raccomandata. Solo leggende sul mio conto».
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DONNE Shirley
per sempre!
di Antonia Del Sambro
Parlare della morte è sempre un fatto triste, ma quando
a lasciarci è Shirley Temple allora il ricordo si impone,
e ci sembra che la bella bambina che conquistò Hollywood e il
mondo del cinema internazionale negli anni ‘30 del secolo scorso
sia ancora con noi, e soprattutto che non sia mai
cresciuta.
Questo è stato un po’ il destino di Shirley in vita e lo
sarà malgrado tutto anche nel tempo a venire, anche per le nuove
generazioni che continueranno a guardare i suoi film e
che la immagineranno sempre piccola e graziosa; la
Temple non è riuscita a “crescere” sul grande schermo e non
lo ha fatto neppure nell’immaginario collettivo, perché dopo
di lei davvero nessuna mai è riuscita a imporsi come enfant
prodige tanto negli Studios di oltreoceano quanto nel cinema
europeo o orientale.
Shirley aveva imparato a ballare a tre anni, cantare a
quattro e a recitare perfettamente a cinque, in un’epoca in
cui le sue coetanee nelle altre parti del mondo erano quasi
tutte analfabete e le sue coetanee statunitensi appena sapevano
leggere e scrivere: il cinema, quello vero delle grandi
produzioni e dei grandi attori, era cosa per adulti.
Per questo quando la Temple arrivò sul grande schermo con i
suoi vestiti corti di cotonina colorata, i suoi riccioli
biondissimi, le sue adorabili fossette e il suo sorriso
da birichina erano già tutti innamorati di lei: gli
spettatori, i suoi colleghi adulti e già famosi e
naturalmente i registi e i produttori. A Shirley sarebbe
bastato questo: incantare tutti con il suo candore, con
la sua bellezza infantile e con la sua capacità di dire a
tempo le battute del copione.
La Temple però era una bambina prodigio e nelle sue
pellicole dimostra che sa anche ballare e cantare come una
vera professionista; sa reggere la scena quanto e come i
divi dell’epoca, e a volte sa anche surclassarli.
I suoi film sono un successo dopo l’altro, i suoi fan in
delirio e i produttori di Hollywood se la contendono.
Lei, bella, innocente e dotata si comporta come una vera
professionista e non delude mai nessuno diventando non solo
l’attrice bambina, ma un fenomeno di costume e di imitazione
studiato anche dal punto di vista sociale. Le dedicano una
stella sulla Hollywood Walk of Fame e le costruiscono un
Oscar per le interpretazioni infantili apposta per lei:
Shirley Temple è la bambina più famosa del mondo.
I bambini però crescono, e con l’infanzia e la
fanciullezza se ne vanno anche il fascino e l’incanto di Shirley,
che si ritrova negli anni Quaranta ad essere una adolescente
come tante, senza più l’attrazione dei suoi riccioli biondi,
delle sue fossette e dei suoi vestiti da bambina adorabile:
la riccioli d’oro del cinema internazionale è scomparsa per
sempre.
La nuova Temple è quasi anonima, poco attraente dal
punto di vista della recitazione, normale come può esserlo
qualsiasi altra adolescente dell’epoca a Hollywood; la favola
è finita e l’ex bambina prodigio colleziona un flop
cinematografico dopo l’altro. Alla fine degli anni
Quaranta la Temple si ritira definitivamente dalle scene e si
dedica alla famiglia e successivamente alla politica e al
sociale, diventando ambasciatrice USA.
Ora la riccioli d’oro di tante belle pellicole in bianco e nero
ci ha lasciato definitivamente: Shirley però no, la bambina
bella e bravissima resterà così per sempre. E tutti potranno
continuare ad ammirarla nei suoi tip tap scatenati, nei
suoi duetti canori e nelle sue interpretazioni più
fortunate.
Potere e magia del cinematografo: e non è poco. |
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