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Archivio Telegiornaliste anno IX N. 42 (386) del 9 dicembre 2013
 
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TGISTE Annagrazia Angolano: mi godo i miei figli adesso, ma presto… di Giuseppe Bosso

Giornalista professionista, vicedirettore di redazione dell’emittente Blustar Tv (Puglia) Annagrazia Angolano dopo aver partecipato (e vinto) alcuni concorsi di bellezza e alcune esperienze come attrice di spot e conduttrice si è avvicinata al mondo dell’informazione.

Dai concorsi di bellezza che ha vinto al giornalismo: un percorso casuale o era quello che inseguiva?
«Il sogno di diventare una giornalista professionista mi ha accompagnato fin dall'infanzia, quando davanti allo specchio nella mia cameretta giocavo a fare l'inviata di guerra, come dicevo all'epoca o quando, argomentando nei temi in classe assegnatici dagli insegnanti, spiegavo che da grande avrei fatto questo mestiere giacché era l'unico che riusciva ad incuriosirmi; "da grande cambierà idea..." dicevano i miei quando mi iscrissero alla Facoltà di Giurisprudenza, pensando fosse solo un capriccio di gioventù e che sarei diventata avvocato. Nel frattempo non ho mai abbandonato il mondo della televisione e dello spettacolo, presentando frequentemente eventi di ogni genere nella mia città e talvolta anche oltrepassando i confini regionali; belle soddisfazioni e ricordi fantastici che avevano il sapore di qualcosa che non torna e che quindi dovevi prendere al volo per quanto potevi. Terminato il percorso di studi, arriva a casa una telefonata per un colloquio: dal giorno dopo ho lavorato come giornalista, fino ad ottenere, qualche anno più tardi, l'ambito titolo di professionista. Contro tutto e tutti».

La sua giornata tipo.
«Almeno in questo momento dedicata prevalentemente alla cura dei miei due figli, in particolare della più piccolina che ha solo qualche mese. Mi sto godendo quindi un meritato riposo dalla frenesia televisiva, ma lavoro instancabilmente ventiquattro ore con la mia bella famigliola che negli ultimi tempi si è felicemente allargata... si tratta di una pausa, e anzi colgo l'occasione per prenotarmi un prossimo ed imminente aggiornamento professionale sulla mia scheda, giacché sto iniziando a lavorare ad un progetto su cui non posso anticiparvi nulla ma che, sono certa, sarà di sicuro interesse e, soprattutto, mi riporterà prima di quanto immaginassi nuovamente sugli schermi. Incrociare le dita a questo punto è d'obbligo...».

Come ha vissuto la sua emittente, Blustar, l'avvento del digitale terrestre?
«Quando all'orizzonte si intravedeva l'arrivo prossimo del digitale terrestre, Blustar TV non si è fatta trovare impreparata, potendo contare su un buon lavoro di studio-analisi dell'evento in termini di programmazione, contenuti ed investimenti necessari, se non indispensabili, quando si vuole stare al passo con la tecnologia e con l'inevitabile concorrenza del settore; doveroso aggiungere che, nonostante si stesse parlando all'epoca di una emittente di medie proporzioni, con copertura territoriale relativa ai comuni di Taranto, Lecce e Brindisi, il passaggio si è rivelato meno traumatico del previsto».

Anche quest'anno il mondo dell'informazione ha dovuto fare i conti con scandali politici e crisi economica sempre più forte: nel 2014 di cosa non vorrebbe più parlare?
«Senza voler ritornare a soffermarmi sui temi che hanno ormai stufato ed indignato l'intera Italia - e ne avrei da dire - mi piacerebbe evitare di occuparmi dei soliti e prevedibili balletti politici ed economici da avanteatro, di continui femminicidi o di violenze a danno di minori; non mi dispiacerebbe invece portare alla ribalta quella faccia del mondo che agli occhi dell'opinione pubblica non fa notizia, ma che viaggia silenziosa ed operosa; parlo del mondo dei volontari, dei medici senza frontiere, di chi ogni giorno lavora con dignità sacrificandosi per gli altri. Retorica? No, sono invece convinta che certamente non cambierebbe nulla, in maniera repentina almeno, nelle coscienze di chi guarda e ascolta, ma ho la netta sensazione che ormai si sia poco abituati a veder fare del bene e si ritenga troppo scontato il male, diventando così sempre più diffidenti e pessimisti nei confronti della vita in genere. I media hanno un dovere etico-morale, e non sarebbe male condizionare positivamente le menti altrui, senza dimenticare, ovviamente, i fatti di cronaca che continueranno ad ingrigire le giornate che verranno».

Da vicedirettore pensa che in una realtà locale per una giornalista sia più arduo arrivare a posizioni di responsabilità come la sua?
«No, almeno non nel mio caso. So di donne che faticano per arrivare ai posti di comando, e non è stato facile neanche per la sottoscritta; ma di sicuro non posso denunciare forme di maschilismo atavico quanto ingiustificato, d'altronde la mia esperienza personale la dice lunga. A questo proposito ringrazio chi ha da sempre creduto in me e mi compiaccio, permettetemelo, per la tenacia e l'umiltà che hanno sempre contraddistinto il mio operato».

Ha mai ricevuto proposte indecenti?
«Una volta, rispedita al mittente naturalmente. All'epoca piansi, oggi invece, ricordando il breve episodio, mi viene da sorridere e mi sento orgogliosa di aver sempre posseduto grande autostima ed ereditato i giusti principi morali che mi consentono di camminare a testa alta e di guadare al futuro con fierezza.».

Quali sono, se ne ha, gli accorgimenti che segue dal punto di vista del look?
«Solo "qualche" (ride, ndr) accorgimento? Scherzo! In realtà cerco di essere sempre adeguata al contesto che devo affrontare: se devo condurre un tg in genere sono sobria ed elegante, niente lustrini, accessori circensi o colori eccessivi; se lavoro in esterna allora il mio look è molto pratico, mentre se sono chiamata a presentare un evento colgo l'occasione per sfoggiare il mio lato romantico, sempre che la circostanza lo richieda. In sintesi penso sia importante non essere mai fuori luogo, è una questione di buon gusto.».

Quali sono state le sue maggiori soddisfazioni?
«Sono state tantissime, ma elencarle sembrerebbe dare vita ad un auto-elogio. Tante e bellissime, soprattutto quando, con i miei servizi giornalistici sono riuscita, inaspettatamente, ad emozionare qualcuno; arrivare al cuore della gente è una delle soddisfazioni più grandi in questo mestiere».

Le hanno mai messo il bavaglio?
«No. Mi conoscono bene e sanno che sono "giornalista" dentro, anche quando non sono al lavoro, quando cammino, quando faccio la spesa, quando ballo, cucino... è nel mio DNA, parola di scout!».
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NONSOLOMODA Natale 2013: cosa indosserò? di Silvia Roberto

«E intanto il tempo se ne va tra i sogni e le preoccupazioni… le calze a rete han preso già il posto dei calzettoni… il posto dei calzettoni».

Ricordate il testo della canzone del mitico Adriano Celentano? Se ci si sofferma su queste parole, ci si accorge come un altro anno sta finendo ma non senza prima passare dalle porte della festività più amata dai bambini… e non solo: il Natale!

Uno dei problemi più ricorrenti tra le donne sotto queste festività è quella tanto odiata domanda che sembra non trovare mai una risposta che soddisfi a pieno: cosa mi metto?

In effetti mai come in questi ultimi anni la domanda, con risposta annessa, diventa abbastanza complicata e quanto mai confusa: tanti anni fa il mese di dicembre veniva ricordato come uno dei mesi più freddi: quindi si tiravano fuori dall’armadio i cappelli di lana grossa, possibilmente con un bel pon pon all’estremità alta, perché fa molto fashion, così come anche le sciarpone abbinate rigorosamente al cappello, altrimenti sei fuori moda, accompagnati dagli amatissimi guanti che tengono calde le nostre soffici mani appena uscite da una manicure.

Ora, invece, il tanto temuto gelo, che ci accompagnava in queste giornate di festa, con una bella tazza di cioccolata bollente davanti al caminetto, sembra lasciare spazio a delle giornate quanto mai incerte dettate anche dal cambiamento climatico degli ultimi tempi.

Ma, care amiche di Nonsolomoda, non disperate perché, tra un maglione a collo alto, avvolgente e caldo più che mai nelle giornate cosiddette polari, o un maglioncino a dolce vita nel caso di una temperatura più mite, quello che sicuramente non deve mancare è il colore, rigorosamente rosso! Eh sì, perché quando si parla di Natale non si può non menzionare il rosso, sempre presente nelle tavole, negli addobbi e quindi perché no, nell’abbigliamento.

In realtà, quello in cui bisognerebbe avere un po’ più di accortezza è informarsi a che tipo di festa si partecipa a Natale così come a Capodanno. Se a casa, in famiglia, in un ristorante o ancora meglio in posto molto chic ed estremamente elegante.

Sempre di moda sono i vestiti classici, lunghi, il cosiddetto abito scuro che trovate scritto sugli inviti. A partire da quest’anno molto gettonati sono quei dresses lunghi dietro e leggermente più corti davanti. In questo caso va bene anche il classico colore nero, che non passa mai di moda, ma anche con l’aggiunta di paillettes o lustrini dorati e molto, molto glamour. Ma richiesti sono anche i colori più sgargianti come il dorato o il rosso.

Insomma, anche quest’anno Natale si avvicina: si notano le prime luci fuori dai negozi, i mercatini incominciano a esporre tutto il necessario per creare il tradizionale presepe e i centri commerciali pullulano di gente alla ricerca dei primi regali; le vetrine ricche di magliettine e vestitini da indossare la sera di Natale o per il Capodanno.

Una cosa però è necessaria per rendere questo Natale magico: l’amore; tutto è più magico, straordinario quando si festeggia insieme ai propri cari, attorno ad una tavola imbandita, musica di sottofondo e tanto tanto love.

E perché no anche una bella borsetta rigorosamente costosa sotto l’albero; per cui non mi resta che augurarvi… buon Natale a tutti!
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TUTTO TV Roberta Lanfranchi: Tale e quale show, radio e… di Giuseppe Bosso

Un anno davvero soddisfacente per Roberta Lanfranchi, ex velina di Striscia la notizia (tra il 1996 e il 1999, con un’edizione saltata per la nascita del primo figlio) reduce dalla fortunata partecipazione al talent show Tale e quale show, in onda su Raiuno, dove ha riscosso grandi consensi nei panni di cantanti come Laura Pausini, Alessandra Amoroso e Jennifer Lopez; in estate ha esordito come conduttrice radiofonica su Radiouno nel programma Last Minute.

Cosa si aspettava dalla partecipazione a Tale e quale show?
«Mi ha dato una sferzata incredibile di energia e voglia di fare. Per me è stato un grande regalo professionale».

Come ha scelto le artiste da interpretare?
«Non io. I personaggi vengono assegnati dagli autori del programma».

Quest'estate come molti altri personaggi televisivi anche lei è 'caduta nella rete' della radio, a Radiouno con Last Minute: cosa ha tratto da questa esperienza?
«L'esperienza della radio è una palestra perfetta per la mente; nel caso di Last Minute si andava in diretta tutti i pomeriggi, e questo aspetto insegna e allena l'improvvisazione e la prontezza di risposta».

Qual è stato il momento più curioso di quelli che ha vissuto in radio?
«Il momento più curioso è capitato durante una puntata nella quale avrei dovuto intervistare telefonicamente due ospiti: il telefono di uno dei due era spento e l'altro irraggiungibile. All'inizio il panico, poi Io e i miei compagni d'avventura abbiamo improvvisato raccontando aneddoti» .

Era il 1996 quando la conoscevamo come velina a Striscia la notizia: l'abbiamo vista conduttrice di talk show su Rai 2 e di programmi più leggeri su La 7 - anche di programmi per ragazzi su Italia 1 - protagonista di musical e ultimamente anche attrice di fiction, oltre che le ultime esperienze che l'hanno riguardata: c'è ancora qualcosa che le piacerebbe provare?
«Amo questo mestiere in tutte le sue sfaccettature, ho studiato per poterlo fare al meglio; sono molto contenta del mio percorso artistico. Non potrei chiedere altro».

A proposito del tg satirico di Antonio Ricci: cosa pensa della novità – che ha avuto però vita breve - di quest'anno, non più veline ma velini?
«Quella di Antonio Ricci era evidentemente una provocazione: aveva detto 'quando non ci sarà più Miss Italia, io metterò i velini'; direi che è stato di parola, come sempre».

Non trova che negli ultimi anni il termine 'velina' sia stato spesso usato a sproposito per definire ragazze che non avevano nulla a che vedere con quello che, a suo tempo, era stata lei in coppia con Marina Graziani?
«Le veline sono sempre state le ragazze in minigonna o shorts che, ballando, portano la notizia ai conduttori. Sono diventate l'idolo delle ragazzine per il loro modo di vestire, di truccarsi o per la musica utilizzata per i vari stacchetti ballati. Sono poi diventate il modello da non seguire o da condannare per l'abbigliamento troppo succinto; ad ogni modo, ognuno la veda come vuole. Rimane il fatto che io senza quel programma non sarei diventata quella che sono oggi. Quindi, sempre grazie Striscia!».

Ripensando al suo percorso professionale, c'è qualcosa che rimpiange di aver fatto e che non ripeterebbe?
«Sono molto fortunata per avere avuto la possibilità di intraprendere la carriera che ho sempre sognato; rifarei tutto col sorriso e la stessa grinta».

Per concludere: da grande sarà...?
«Una donna soddisfatta, con qualche ruga e una bellissima famiglia su cui contare».
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PINK NEWS La stanza dell’allattamento nel Palazzo di Giustizia di Pescara di Deborah Palmerini

È tanto semplice nel progetto e nella realizzazione quanto sorprendente nella sua eccezionalità: si tratta della stanza dell’allattamento realizzata nel Tribunale di Pescara, ricavando una piccola oasi di pace materna nell’ala del palazzo occupata dall’Ordine degli Avvocati.

È la seconda del suo genere in Italia: la prima, fortunatamente non più unica, si trova a Firenze; la stanza dell’allattamento è un locale piccolo e accogliente, riservato alle donne che, a vario titolo, si trovano a frequentare per lunghe ore il Tribunale pescarese ed hanno la necessità di allattare il proprio bebè.

Luminoso e confortevole, lo spazio adibito a stanza dell’allattamento è arredato con sedie a dondolo, un lavabo e una cassettiera con il fasciatoio, per il cambio del pannolino. Vi è a disposizione anche uno scaldabiberon ed è, ovviamente, frequentato anche dai papà, per la realizzazione piena delle pari opportunità nella cura del neonato.

L’esistenza di quest’oasi è rivoluzionaria, in un Paese come l’Italia dove la maternità è ancora considerata una condizione sfavorevole al lavoro delle donne.

Nel Palazzo di Giustizia di Pescara le lavoratrici neo mamme possono vivere il momento della pappa condividendo la giusta intimità con il proprio bambino, mentre in precedenza, come nella quasi totalità dei luoghi di lavoro pubblici, si appartavano, per quanto possibile, in un angolo di qualche affollato corridoio.

È un’esperienza vincente per le donne, per la maternità e per la civiltà del Paese, da replicare in altre istituzioni e in ogni città.

Nel caso del Tribunale di Pescara la stanza dell’allattamento è soltanto l’inizio di un percorso più ambizioso, che porterà all’apertura di un vero asilo nido per i figli degli avvocati, dei magistrati e del personale impiegato. L’ha affermato, durante l’inaugurazione, il sindaco di Pescara Albore Mascia, anch’egli avvocato, plaudendo all’Ordine degli Avvocati per aver dato “un segno di civiltà e di reale rispetto per le pari opportunità”.

È un’iniziativa semplice, poco costosa e di facile realizzazione, che potrebbe essere riprodotta in altri ambiti lavorativi, sia pubblici sia privati, consentendo alle donne di riprendere il lavoro con serenità dopo il parto, e non obbligando loro e i bambini a scegliere fra tornare al lavoro, vivendo un distacco materno troppo precoce, e astenersi dall’occupazione per un lungo periodo.
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DONNE Maria Callas. I 90 anni della divina di Maria Cristina Saullo

La sua ugola d’oro riecheggia ancora nella mente di ognuno; quella passione intensa verso il canto è parte della storia della musica mondiale.

Maria Callas, l’icona della lirica: una donna che ha saputo coinvolgere ed emozionare il suo pubblico, che continua ad inebriarsi con la sua voce.

La Divina, il cui vero nome era Cecilia Sophia Maria Anna Kalogheròpoulos, il 2 dicembre scorso avrebbe compiuto 90 anni; 90 anni di un mito che continua ad essere omaggiato in ogni dove non solo per il suo essere ma, soprattutto, per la grande professionalità, la musicalità e la capacità di recitare. Qualità indiscusse, insieme al fascino, alla sua eleganza, i suoi amori ed al fatto di essere parte integrante di quello che oggi chiamiamo gossip: sono noti, infatti, i suoi grandi amori verso Aristotele Onassis e Pasolini.

Per onorare la sua carriera nei giorni scorsi è stato pubblicato, in versione deluxe, un doppio cd-dvd intitolato Maria Callas At Covent-Garden 1962 & 1964; e molte sono state anche le iniziative organizzate nel Bel Paese per ricordarla, da Milano a Roma, da Torino a Cosenza; manifestazioni che hanno voluto impreziosire, con la musica di qualità, il panorama culturale nostrano.

Nella città meneghina è stato proiettato il secondo atto della Tosca di Puccini, suo ultimo trionfo, mentre l’Hotel Quirinale della capitale le ha intitolato la suite nella quale era solita soggiornare durante le sue esibizioni al teatro dell’Opera.

Importante una dichiarazione di Patti Smith che, tempo fa, ha dichiarato di aver imparato a cantare il rock anche grazie a Maria Callas, alla sua espressività: «In lei – ha affermato Smith - vedevo qualcuno capace di rendere leggero, di innalzare e assieme rendere profondo ciò che cantava, mi arrivava la sua fragilità e la sua potenza».

Parole emblematiche che racchiudono il senso della vita di una donna che ha donato tanto alla musica e alla storia.
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