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Telegiornaliste anno IX N. 11 (355) del 18 marzo 2013
 
	
		
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			| TGISTE Rita 
Ferrari: pensavo fosse uno scherzo quella telefonata da Mediaset, e invece...
di Giuseppe Bosso 
 Intervistiamo Rita Ferrari, volto di
Tgcom24, 
canale all news del gruppo Mediaset, con alle spalle una lunga esperienza a 
Studio Aperto e, in precedenza, all’emittente milanese Sei Milano.
 
 Com'è arrivata a Mediaset?
 «Sono sbarcata a Mediaset nell'ormai lontano 2003 - che in realtà per molti 
aspetti, soprattutto estetici, visto che ancora non mi sono spuntate le rughe, 
mi pare l'altro ieri - dopo aver spedito per posta ordinaria il mio curriculum 
con una lettera d'accompagnamento. Poche righe nelle quali esprimevo al 
direttore
Mario Giordano il mio desiderio di entrare a far parte della sua redazione 
di giovani cronisti. Dello Studio Aperto dell'epoca, un tg discusso ma 
sicuramente rivoluzionario per il linguaggio utilizzato, apprezzavo lo stile 
fresco e immediato. Dopo qualche mese mi arriva una chiamata da numero 
sconosciuto: "buongiorno, qui è la segreteria del direttore di Studio Aperto 
Mario Giordano". Uno scherzo, ho pensato, e stavo per riattaccare; invece no. Ho 
fatto il colloquio ed è partita l'avventura. Mi sono licenziata da Sei Milano e 
dal primo contratto di tre mesi ad oggi non mi sono più fermata».
 
 Ricorda il suo primo servizio?
 «Il primo servizio non si scorda mai: mi spedirono con videocamera e microfono, 
che mi ero limitata ad accendere nel cortile della redazione per la prima volta 
qualche minuto prima della mini trasferta dall'altra parte della città, 
all'Ospedale Ca' Granda di Milano. Angelo Cimarosti, il mio primo direttore, oggi a capo di
YouReporter, mi aveva dato le lezioni base. La prima, diventata subito 
legge, fu: fai fisse; niente zoom; racconta quello che vedi con meno artifici 
possibili. Con questa raccomandazione in testa parto alla volta della mia prima 
conferenza stampa. Presentavano un nuovo apparecchio utile per gli interventi al 
cuore: assomigliava a un vecchio rubinetto arrugginito. E quello fu l'attacco 
del pezzo. Le riprese? Abbastanza un disastro, direi: l'intervistato 
completamente fuori fuoco e il microfono troppo distante dalla sua bocca perché 
sepolto dalle mani più esperte delle altre emittenti».
 
 Pro e contro di lavorare in un canale all news come Tgcom24.
 «I contro? I turni, forse, ma anche quelli hanno i loro bei vantaggi. Il canale 
all news ti permette di stare davvero addosso ai fatti. In una giornata ti 
capita magari di vivere la nascita di una notizia che da un piccolo lancio di 
agenzia in poche ore diventa una storia. Richiede enormi capacità di lettura dei 
fatti ed è una sfida continua».
 
 Tante donne nella sua redazione ma le testate Mediaset, eccetto
Annalisa Spiezie, non hanno mai avuto una 'direttora': sarebbe ora di 
sfatare questo tabù?
 «Sarebbe un gran bel punto a favore della parità. Detto ciò, dipende anche dalla 
direttora».
 
 Lo scoop che sogna di fare.
 «Più che uno scoop mi piacerebbe realizzare una grande intervista. Al momento mi 
piacerebbe incontrare Oscar Pistorius».
 
 In prospettiva futura continuerebbe sempre a fare l'inviata o sperimenterebbe 
la conduzione?
 «È divertente la conduzione, l'ho sperimentata a Sei Milano e la ritengo una 
bellissima esperienza. Quindi sì, perché no?».
 
 Come si descriverebbe?
 «Eclettica. Curiosa. Simpatica. Talvolta mordo!».
 
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			| NONSOLOMODA Così 
				sinuosa, così meravigliosa 
				di Michela Tortolano 
 Basta con le baby-taglie e le figure longilinee e snelle! Stop 
				agli abiti per ultramagre: le grandi marche hanno ampliato 
				le proprie creazioni.
 
 La moda è tornata a indirizzarsi sulle donne curvy: i brand 
				fermano l’attenzione sui corpi generosi proponendo capi 
				che possono essere indossati anche dalle donne più formose.
 
 Sarà perché le signore in carne non sono poche? Sarà per 
				incrementare i guadagni? Certo è che la fattezza dei corpi tondi 
				è tornata a piacere; anche gli incassi hanno aumentato il volume 
				del 150%!
 
 Contestualmente all’ultima edizione della fashion week di Londra 
				si è tenuta l’Official London Plus Size Fashion Weekend, 
				con due giorni di sfilate per donne extralarge. Le 
				ultramodelle si sono alternate con capi di ogni genere e con 
				le loro misure plus size non hanno rinunciato a nulla. 
				Soffermano l’attenzione, rispondendo alle interviste, 
				sull’attività fisica e sull’autostima.
 
 Già in tempi passati la moda si era occupata di taglie 
				“alternative” e non è il momento contemporaneo ad essere l’unico 
				protagonista della storia: Elena Mirò da diversi anni 
				realizza capi dalla 46 in poi.
 
 Si ricordi, inoltre, nell’anno 2011 la famosa copertina di 
				Vogue, che incorniciava tre bellissime modelle in carne: 
				Robyn Lawley, Candice Huffine e Tara-Lynn.
 I grandi esempi arrivano anche dal mondo dello 
				spettacolo, dal cinema e dalla musica: Laetitia Casta, Monica 
				Bellucci e Christina Aguilera sono piene di… orgoglio, 
				sensualità e disinvoltura nel mostrare i propri corpi sinuosi.
 
 Speriamo intanto che questo settore non debba fare i conti, 
				oltre che con l’anoressia, anche con l’obesità e 
				che alla salute non vengano dati, anche in questo caso, valori 
				alterati.
 Nonostante si parli di “chili in più” comunque si tratta di 
				forme armoniose e sode; quel che conta osservare è il 
				tentativo (forse) di allontanarsi da un modello di ispirazione 
				“pericoloso” e poco reale; sicuramente resta ancora saldo il 
				credo che la magrezza sia praticità, vestibilità ed eleganza.
 
 Se la moda è deputata alla rappresentanza del momento sociale in 
				cui esiste e da cui trae ispirazione non può non tener conto 
				delle taglie della maggioranza; se in passato ci si doveva 
				preoccupare, se proprio non si riusciva a stare a dieta e a 
				dimagrire, di snellire la figura con tonalità e modelli adatti 
				alle abbondanze, oggi ci si può rilassare e tirare un sospiro di 
				sollievo. Finalmente le curve femminili sono belle e per queste 
				esistono capi completamente dedicati.
 
 I chili di troppo non sono più motivo di inadeguatezza ma, 
				semplicemente, un altro aspetto della bellezza.
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			| TUTTO TV Clara 
				Taormina: tante gioie a Festa in piazza, e adesso… di 
			Giuseppe Bosso 
 Ha da poco concluso una positiva esperienza sull’emittente 
				lombarda
				
				Antenna 3, dove per anni è stata padrona di casa del 
				programma Festa in piazza; nata in Venezuela ma 
				italianissima, alle spalle svariate esperienze da attrice e 
				conduttrice, abbiamo il piacere di intervistare la sensuale e 
				simpaticissima Clara Taormina.
 
 Cosa stai facendo adesso, finita l'esperienza a Festa in 
				piazza?
 «In questo momento conduco due programmi su
				AutomotoTV, 
				canale 139 di Sky: uno si intitola RR-Races Report e 
				l'altro Motonews; sporadicamente, inoltre, mi invitano a
				QVC come 
				testimonial di una designer di gioielli. Spero presto di 
				riuscire a raccontare altre novità.
 
 Quali sono stati i momenti che ricordi con più piacere di 
				questa parentesi?
 «Il programma Festa in piazza mi manca tanto, dopo tanti 
				anni... mi manca tantissimo il team di lavoro, produzione, parte 
				tecnica, operatori; persone straordinarie e di grande 
				professionalità. Mi manca il pubblico, l'affetto, l'energia, la 
				forza, la simpatia che emanava, lo adoro».
 
 Cosa ti ha fatto piacere leggere e cosa meno degli 
				apprezzamenti che i tuoi fans, e i nostri utenti sono tra i più 
				assidui, dicono di te in rete?
 «Devo ringraziare i vostri utenti, i commenti che
				
				leggo mi lusingano e sono onorata dell'interessamento e del 
				tempo che dedicano per pubblicare le foto e scrivere qualcosa su 
				di me. Sono tutti simpatici, divertenti, gentili, attenti. Un 
				grazie di cuore ad ognuno di voi!».
 
 In prospettiva futura punteresti più sull'intrattenimento o 
				sull'informazione?
 «In futuro mi piacerebbe continuare a fare quello che amo, 
				comunicare con le persone. L 'argomento non ha importanza, può 
				essere la musica, lo sport, l'attualità… ma sempre in modo 
				leggero, con un sorriso; d'altronde, io che sono una persona 
				solare, positiva e autoironica credo che bisogna, soprattutto in 
				periodi difficili come quelli che stiamo attraversando, avere 
				speranza, non abbattersi mai , non arrendersi.... e con 
				positività e ottimismo ci si riesce meglio».
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Donne |  
			| PINK NEWS Umorismo 
				maschilista per t-shirt. Via da Amazon: incitano allo stupro
				di Chiara Cianniello 
 Stai calmo e colpiscila; stai calmo e stuprala; 
				stai calmo ed accoltellala; stai calmo e… e finalmente le 
				donne del web dicono basta, non ne possono più di questi 
				messaggi sessisti ed irrispettosi nei confronti del gentil 
				sesso.
 
 Ad irritare il pubblico multimediale femminile di tutto il globo 
				sono state una serie di t-shirt che riportano una sequenza di 
				detti offensivi, che letteralmente pubblicizzano lo stupro.
 
 Chi mai indosserebbe capi del genere? A qualcuno dovevano pur 
				piacere, dal momento che la grande catena di merchandising 
				Amazon 
				le commercializzava al prezzo di 15 sterline.
 
 Non si sono fatti attendere troppo i messaggi di protesta delle 
				indignate nei confronti della Solid Gold Bomb, l’azienda 
				che ha diffuso il commercio delle t-shirt incriminate. E neanche 
				la smentita ha tardato.
 
 «È stato frutto di un errore del computer, dal quale sono 
				state create con un sistema automatico, che pesca tra centinaia 
				di migliaia di parole nel dizionario, inventato da un solo 
				membro del nostro staff».
 
 Così hanno provato a discolparsi i proprietari del marchio; è 
				opinione comune che nonostante l’eccessiva automatizzazione 
				della produzione industriale, debba pur esserci stato qualcuno 
				ad approvarne la diffusione.
 
 Queste magliette hanno sfruttato la popolarità di uno slogan 
				diffusosi ampiamente attraverso i social network, “Keep calm 
				and carry on”; ma il motto che oggi ha assunto, soprattutto 
				tra i giovanissimi, un carattere scherzoso e goliardico, 
				aveva tutt’altro intento e significato: le autorità inglesi 
				lo avevano infatti ideato per consolare e risollevare la nazione 
				negli anni immediatamente successivi alla Grande Guerra.
 Insomma il significato originale poco aveva a che vedere con 
				l’odierno nonsense adolescenziale “Keep calm and call Batman”.
 
 Che dire? Gli uomini hanno ancora tanto, troppo da imparare 
				sul buon gusto ed ancor più sul rispetto…
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			| DONNE Donne 
				che amano altre donne: cosa c'è di sbagliato? L’esempio di Jodie 
				Foster di Michela Casaletti 
 Tematica difficile quella dell’omosessualità, oggetto di 
				critiche e vittima di bullismo sociale; gay e lesbiche vengono, 
				così, discriminati dalla maggior parte della popolazione; 
				questa scelta di vita incide notevolmente sul futuro della 
				persona in questione.
 
 Quante donne intelligenti, capaci e volenterose sono stata 
				respinte o licenziate dopo l’amara scoperta? Quante giovani 
				sono state cacciate da casa, maltrattate o addirittura uccise 
				per questa tendenza sessuale?
 
 Cifre che non vorremmo conoscere, che non dovrebbero nemmeno 
				esistere. L’amore non guarda in faccia nessuno, che sia 
				tra uomo e donna o tra due uomini o tra due donne: non si parla 
				solo ed esclusivamente di attrazione fisica; si parla di 
				sentimenti ed emozioni.
 
 Una persona in particolare ha lottato per diversi anni, 
				nascondendo questo suo grande segreto: la famosa e pluripremiata 
				attrice Jodie Foster.
 
 Nata a Los Angeles il 19 novembre 1962, oltre ad essere un’interprete 
				eccezionale è anche regista e produttrice cinematografica.
 
 Donna forte, capace, con una brillante carriera alle spalle: ha 
				interpretato svariati ruoli, dalla baby prostituta di “Taxi 
				Driver” alla madre preoccupata di “Panic Room” senza 
				ovviamente dimenticare la dottoressa in “Il silenzio degli 
				innocenti“.
 
 Ma talvolta l’apparenza inganna: fuori una corazza 
				dura, impenetrabile, determinata; dentro un animo triste, 
				timoroso, ansioso. Jodie s’innamorò di una collega, 
				Cidney Bernard, durante le riprese di “Sommersby”; fu 
				costretta a mantenere il segreto per quattordici anni, 
				rivelandolo soltanto durante una premiazione al Golden Globe 
				alla carriera, con sorprendente coraggio. Temeva il giudizio 
				del pubblico, dei figli, delle persone a lei care. Dichiarò, 
				inoltre, che la donna in questione non era la prima, ma che 
				sarebbe rimasta con lei per sempre, come una parte di sé.
 
 Ma la confessione non suscitò polemiche o problematiche di alcun 
				genere: e allora perché ciò non accade anche alle persone 
				comuni? Perché quando una giovane donna ammette a se stessa 
				di provare qualcosa per una persona dello stesso sesso non viene 
				sostenuta?
 
 Una certa mentalità retrograda, sfortunatamente, non sarà 
				possibile eliminarla del tutto; possiamo soltanto sperare che, 
				in un futuro magari non lontano, le donne omosessuali vengano 
				considerate persone come tutte le altre; basta solo aver 
				coraggio, esternare senza paura i propri sentimenti come ha 
				fatto la Foster, che simbolicamente sembra aver chiesto: 
				perché temere qualcosa che ci rende felici?
 
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