Intervista a Susanna Schimperna (2) | tutte le interviste |
Telegiornaliste anno VIII N.
8 (310) del 27 febbraio 2012
Susanna Schimperna: non solo radio di Giuseppe Bosso Incontriamo nuovamente Susanna Schimperna, che si alterna tra radio (partecipa due volte a settimana al programma di Maurizio Costanzo su Radio 1), stampa (cura una rubrica e interviste su Diva e Donna e collabora al settimanale Gli Altri) e televisione (la vediamo spesso a L’Italia sul 2), oltre a due libri che ha in preparazione ("li sto scrivendo in contemporanea, è una cosa molto interessante"). Crisi ed attualità nei talk show: credi che sia finita l’epoca del trash in tv? «Sfortunatamente no. Malgrado lo spazio che questi temi hanno trovato, le modalità triviali rimangono le stesse; chi più strilla più viene premiato (dai programmi, ma non dal pubblico, è bene sottolinearlo...). Comunque non mi sorprende, io credo che la gente sia molto più avanzata non solo rispetto a chi la governa ma anche rispetto ai media». Molto interessanti i dibattiti a cui partecipi a L’Italia sul 2, dove intervengono giornalisti, sociologi, rappresentanti delle categorie produttive: non credi che sarebbe opportuna anche la partecipazione della politica? «Per niente. Anzi, è meglio così, visto che gli esponenti politici hanno avuto (e ancora hanno) fin troppo spazio dappertutto, con la conseguenza che la gente non ne può davvero più di loro. Il fatto che ora abbiamo un governo che non è espressione della volontà popolare è alquanto emblematico». Pro e contro di lavorare in radio di notte. «Beh, innegabilmente gli ascolti sono importanti e non nascondo che mi piacerebbe avere, dal punto di vista proprio quantitativo, un seguito maggiore; però io credo che, al di là di questo dato numerico, gli aspetti positivi siano di gran lunga maggiori: non c’è l’assillo di dover parlare velocemente e chi ti segue ha una maggiore capacità di attenzione (e di partecipazione)». Con Costanzo come ti trovi? «Maurizio lo conosco da anni, e voglio sfatare quell’immagine di persona burbera che molta gente ha ancora di lui, gente che crede (sbagliando) che possa decidere delle sorti di chi non gli vada a genio a seconda del suo capriccio. È una persona molto spontanea, un romano verace come Sordi e Aldo Fabrizi, che non si lascia incantare. E lo dico imparzialmente visto che io, lo posso affermare tranquillamente, non gli ho mai chiesto nulla. In passato ho partecipato ai suoi programmi e mi ha proposto questa collaborazione radiofonica spontaneamente. Ci troviamo benissimo insieme anche quando siamo in disaccordo (e non capita raramente), ma lui riesce a discutere senza essere aggressivo, come può confermare chi ci ascolta». Si pensa che la radio offra maggiori spazi rispetto alla Tv: è così anche per te? «Credo di sì; non essendoci l’assillo dell’immagine hai il vantaggio di poterti concentrare maggiormente sulla sostanza. Malgrado lo sviluppo dei network, che omologano un po' tutto, la radio proprio come mezzo credo proprio che conserverà sempre la sua attrattiva». Al di là delle ospitate, credi che in futuro la televisione ti potrà dare qualcosa in più? «Spero di sì, ma come ti dicevo a proposito di Costanzo non sono abituata a chiedere…». Il 2012: secondo i Maya finirà il mondo: come vivresti la tua ultima giornata? «Premetto che io non credo a questa cosa; in un programma, tempo fa, ebbi modo di conoscere un vero maya che mi disse come quella profezia in realtà sia stata fraintesa; a parte questo, per rispondere alla tua domanda… diciamo che non vivrei l’ultimo giorno con ansia, cercherei solo di ricordare le cose positive del passato». |
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