Telegiornaliste anno XIX N. 7 (723) del 22 febbraio 2023
Margherita Cirillo, racconto l’Europa League
di
Giuseppe Bosso
Incontriamo Margherita Cirillo, volto di Sky Sport che, in occasione
della ripresa delle competizioni europee di calcio, torna a raccontare
settimana dopo settimana l’
Europa
League.
Riparte l’Europa League con Juventus e Roma ancora in corsa, squadre
alle prese con due situazioni molto diverse per varie ragioni, i
bianconeri soprattutto extracampo, che però sono incappate in una
sconfitta i giallorossi e in un pareggio in casa i bianconeri che
complica non poco il passaggio al prossimo turno: malgrado questo,
ritieni possibile un successo italiano in questa competizione, erede
dell’antica Coppa Uefa, che non c’è mai stato?
«Malgrado appunto Roma e Juventus non siano partite con il piede giusto
nella gara di andata, entrambe possono ancora qualificarsi e proseguire
il loro cammino verso gli ottavi. Intanto si sono riscattate in
campionato vincendo contro Verona e Spezia. Lazio e Fiorentina hanno
fatto bene già all’andata e se sapranno gestire il vantaggio conquistato
non avranno problemi a passare il turno. La vittoria finale? Si, sarebbe
bello vedere per il secondo anno consecutivo una squadra italiana
trionfare in una competizione europea soprattutto in Europa League,
anche perché dopo il successo del Parma in Coppa Uefa nel 1999 non c’è
stata più un’affermazione italiana in questo torneo. Molto dipenderà da
quello che vedremo nelle gare di ritorno soprattutto per Juve e Roma. La
Roma è reduce dal successo nella prima edizione della Conference League
e in Serie A è in piena zona Champions, in linea con gli obiettivi
stagionali, la Juventus dopo la penalizzazione in Serie A vuole
riscattarsi e può trovare nell’Europa League un motivo per rilanciare la
sua stagione. Prima di pensare alla vittoria finale guardiamo cosa
accadrà nelle gare di ritorno, ormai ci siamo mancano gli ultimi 90
minuti».
A proposito del successo della squadra di Mourinho dello scorso anno:
la rinascita del calcio italiano pensi potrebbe partire anzitutto
imponendosi in queste competizioni che magari hanno meno fascino (e
introiti) rispetto alla Champions, ma dove le concorrenti sono
probabilmente meno agguerrite, anche sul versante finanziario?
«Certo, bisognerebbe puntare di più a queste due competizioni, che danno
la possibilità a compagini che per tante ragioni sono tagliate fuori dal
giro della Champions League di potersi divertire e affermare anche in
ambito internazionale. Le competizioni cosiddette ‘minori’ devono essere
una strada da percorrere con serietà, intensità e ambizione, per poter
poi ambire a palcoscenici più importanti. La Champions League è
sicuramente più alla portata di squadre come il Manchester City, che
pure però adesso sta vivendo un momento di incertezza, ma possiamo
confidare nel Napoli che sta facendo un bellissimo campionato e che può
portare avanti l’Italia anche in quel contesto».
Quanto pensi potrebbe influire, per le squadre ancora in gara, lo
stress del Mondiale da poco concluso?
«Molti allenatori hanno più volte parlato, nelle loro analisi post
partita, di giocatori ‘spremuti’ da questa novità che abbiamo vissuto.
Penso che influirà sia in negativo che in positivo. Da un lato alcuni
pagheranno la stanchezza fisica, dall’altro ci sarà l’entusiasmo di chi
ha vinto che potrebbe dare la carica giusta. Avrà il suo peso la forma
fisica ed emergerà la bravura di chi avrà saputo preparare al meglio i
propri atleti per farli arrivare in fondo a una stagione lunghissima e
ricca di appuntamenti».
Quanto ha cambiato la tua vita la maternità?
«Tanto – ride, ndr – per la prima volta si ha la responsabilità di
accudire qualcuno che ha bisogno di te e tutto viene in secondo piano. È
la cosa più bella che esiste, cambia tutte le priorità».
Conciliare lavoro e vita familiare nell’Italia di oggi sembra
un’impresa ardua: è una cosa che ti spaventa?
«Sì, spaventa un po’ perché il lavoro, se vuoi farlo bene, ti richiede
di stare sempre sul pezzo con attenzione e la vita familiare, con
l’arrivo dei figli, è sempre più intensa con più responsabilità e
preoccupazioni. Però alla fine è la natura che fa il suo corso, il
lavoro oggi è importante sia per gli uomini che per le donne e proprio
per questo serve grande organizzazione e collaborazione in famiglia.
Solo così può passare un po' di quella paura».
Negli ultimi anni grande successo e seguito riscontra anche il calcio
femminile: vorresti occupartene in futuro?
«L’ho fatto in occasione di competizioni come gli Europei della scorsa
estate e la Serie A in passato. Prima di approdare a Sky ho avuto modo
di vivere la nascita della Roma femminile perché lavoravo per i media
del club giallorosso. È un mondo bellissimo, in crescita, lo dimostra il
passaggio al professionismo. È stato fatto un passo importante ma la
strada è ancora lunga, in Italia siamo ancora lontani dal raggiungere il
livello di alcuni paesi europei. Penso alla Francia che, per esempio, ha
visto una squadra come l’Olympique Lione campione d’Europa 8 volte.
Quest’anno la Roma è ai quarti e affronterà una delle favorite, il
Barcellona. Sarà un appuntamento da non perdere per gli appassionati di
calcio femminile anche se l’avversario è davvero complicato. Tutto
questo in attesa del mondiale che si disputerà in estate e che spero di
poter raccontare».