Telegiornaliste anno XVI N.
17 (634) del 20 maggio 2020
Antonia Del Sambro, il cinema in radio
di
Giuseppe Bosso
Anche il mondo del cinema ha risentito del lockdown; la chiusura delle
sale e la necessità di trovare nuove piattaforme per il lancio delle
pellicole in uscita sono solo alcuni degli effetti che il coronavirus ha
avuto sulla "settima arte". Ne parliamo con Antonia Del Sambro,
giornalista e scrittrice, che proprio di recente ha intrapreso una nuova
avventura legata anche al mondo del cinema: conduce il programma
BlowUp sull'emittente radiofonica
Onboox Radio.
Antonia come nasce la tua trasmissione e come si è sviluppata nel
tempo?
«La trasmissione nasce da una idea di Mariana Marenghi e Manuel
Figliolini che sono i fondatori e l’anima di Onboox Radio, una web radio
che parla soprattutto di cultura, di libri, di autori, di letteratura
per ragazzi e ora anche di cinema. E che passa anche un’ottima musica.
Sono partita con l’intenzione di parlare di cinema a tutto tondo
partendo dal titolo stesso della trasmissione
Blow Up, celebre
film di Antonioni, e quindi in ogni trasmissione, in onda ogni lunedì
dalle 20:30, ho cercato di affrontare tutti i generi cinematografici,
dal film di autore, alle commedie romantiche, ai lungometraggi sociali
che affrontano tematiche importanti come ad esempio quella delle
famiglie Arcobaleno. Ma a mano a mano parlerò anche di serie televisive
di successo, già trasmesse o in arrivo sulle più importanti piattaforme
on demand».
Hai avuto occasione di ospitare qualche attore o regista, hai qualche
aneddoto che ti è rimasto impresso?
«In realtà io sono partita con la mia trasmissione quasi in
contemporanea con il Film Festival di Berlino e con il successo ottenuto
da Elio Germano proprio in questa kermesse con il suo film su Ligabue.
Ed ero già pronta con la recensione del film e con l’idea di poterlo
intervistare tramite la sua agente. E invece, per causa di forza
maggiore la sua pellicola non è potuta arrivare nelle sale
cinematografiche e io non sono riuscita ancora a intervistarlo. Quello
che posso dire, però, è che il Ligabue interpretato da Germano è davvero
commovente e il film è la dimostrazione che noi italiani, quando
vogliamo, nell’arte e nella cultura, non siamo mai secondi a nessuno.
Purtroppo questo è un aneddoto che avrei preferito non raccontare… ma
sono certa che presto ci rifaremo. La cultura non si ferma e il cinema
neppure».
Inevitabilmente come tutti anche voi avete dovuto fare i conti con
l’emergenza coronavirus: come l’avete affrontata e quale risposta avete
avuto dai vostri ascoltatori?
«Per fortuna Onboox Radio ha degli ascoltatori fedelissimi che non hanno
mai abbandonato le frequenze, seguendo anche i podcast delle
trasmissioni che si erano perse e quindi la risposta è sempre stata
buona e continua ad essere buona. Certo, a causa del Covid19 il
palinsesto generale ha subito delle modifiche, alcune trasmissioni sono
state momentaneamente sospese, ma come dicevo la cultura non si ferma.
Io ad esempio avrei avuto molto piacere di seguire eventi come il
Festival del Cinema di Cannes e il Taormina Film Festival, regalare ai
nostri ascoltatori interviste esclusive. Non sarà possibile per questo
2020. Gli ascoltatori capiranno. E comunque prometto a tutti loro che le
sorprese non mancheranno… neanche le interviste con protagonisti
importanti del nostro cinema».
Il mondo del cinema è chiaramente uno dei settori che maggiormente
sta facendo e farà i conti con il lockdown, a partire dalla chiusura
delle sale e l’utilizzo di altre piattaforme anche per pellicole in
uscita: quali sono le tue prime impressioni su questo dover fare di
necessità virtù? Chi pensi si sia maggiormente adattato e chi invece
avrà bisogno di tempo?
«Ovviamente la chiusura delle sale cinematografiche è un grosso
dispiacere per tutti gli amanti del cinematografo, per gli appassionati
del buio in sala, per gli addetti del settore e le persone che ci
lavorano. Il cinema però è un’Arte. E l’arte trova sempre il modo per
arrivare a chi la ama. Faccio due piccoli esempi di pellicole in uscita
proprio in questi giorni sulle piattaforme più note direttamente in
streaming:
Tornare di Cristina Comencini e
L’unione falla
forse di Fabio Leli. Due pellicole intense, attuali, pensate e
realizzate con cura e professionalità e di cui parlerò proprio nei
prossimi appuntamenti di
Blow Up su Onboox Radio. Quindi è vero
che si è dovuti fare di necessità virtù, ma di fronte a prove di autore
come queste ben venga anche la visione sulle piattaforme on demand.
Ovviamente a subire maggiormente la chiusura delle sale cinematografiche
è un pubblico più adulto, magari poco propenso o poco aduso a visioni
altre, mentre i giovani stanno apprezzando tutto di questo nuovo modo di
vedere il cinema e forse torneranno nelle sale quando sarà possibile, ma
allo stesso tempo non abbandoneranno l’on demand, non fosse altro per
l’enorme scelta di titoli e generi che le piattaforme offrono».
Prima dello scoppio dell’emergenza, quali erano le tue sensazioni
sullo stato di salute del cinema italiano, per le ultime uscite e per i
riscontri che si stavano verificando in termini di incassi e spettatori?
«Il cinema italiano era e rimane in grande sofferenza e questo perché
più di altri è un’arte fatta soprattutto da recitazione e regia. Anche
le commedie più scanzonate e leggere hanno sempre una firma autoriale. E
questo finisce per penalizzarci inevitabilmente con chi vuole la
spettacolarizzazione della pellicola a tutti i costi, con molteplici
effetti speciali, utilizzo di computer e altre amenità tecnologiche.
Inoltre, a differenza della Spagna dove registi, sceneggiatori e
produttori erano riusciti a intuire già da subito l’enorme possibilità
di produzioni quasi esclusivamente destinate all’on demand, in Italia ci
stiamo pensando solo da qualche mese. Speriamo di recuperare. Ne abbiamo
bisogno. Il cinema italiano ne ha estremamente bisogno».
Tra il serio e il faceto, in futuro, chi pensi potrebbe girare o
interpretare un film sull’Italia del coronavirus?
«Come dicevo, il cinema italiano ha la fortuna di avere attori
straordinari, in grado di interpretare pellicole su questo tema sia in
maniera seria che in maniera faceta. Penso a Pierfrancesco Favino, Marco
Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastrandrea. Tutti bravissimi. Tutti
molto amati. Tutte icone del nostro bel cinema».