Telegiornaliste anno XV N. 34 (616) del 11 dicembre 2019
Al Festival di Napoli con Mena Alfano
di
Giuseppe Bosso
Imprenditrice, event planner, in questi giorni alle prese
con gli ultimi preparativi in vista del
Festival di Napoli, kermesse canora giunta alla
quinta edizione, che il 13, il 14 e il 15 dicembre si
svolgerà a Caserta presso gli studi Studi Event TV di Italia
Mia, incontriamo
Mena Alfano, coordinatrice generale della
rassegna.
Anzitutto ci racconta come è nato il suo rapporto con il
Festival di Napoli?
«Tutto è cominciato un po’per caso a settembre quando ho
conosciuto il direttore artistico Massimo Abbate, in
occasione della registrazione, alla Sonrisa di Sant’Antonio
Abate, di un format dedicato al luxury wedding; Maria Rosa
Borsetti, che conoscevo da un anno e che ha collaborato con
me in questa occasione, ci ha presentati perché sapeva che
Massimo era alla ricerca di un’organizzatrice di eventi
sulla zona di Napoli ed è così che è nato questo “team”, con
Maria Rosa che si occupa del progetto comunicativo del
festival e dagli altri splendidi collaboratori che tengo a
ringraziare: Giovanni Galotta, social media partner; la
giornalista di Italia Informs Martina Bertucci; Patrizia
Novi, Giusy Santaniello e Michele Del Sorbo».
Gli studi di ItaliaMia, storica emittente campana, sono
la location scelta per questa edizione: pensa sia la
copertura giusta per la buona riuscita della kermesse?
«Sono molto ottimista su questo aspetto, in considerazione
dell’approccio caldo che abbiamo trovato. Come ti dicevo, la
messa in onda su Italia Mia e il seguito che sta avendo la
rassegna anche sulla tv nazionale (come ha dimostrato
l’ospitata di Massimo alla trasmissione di Marisa Laurito
sulla Rai) rappresentano una buona base di partenza per
questo ‘anno zero’, in cui il Festival si sposta dalla
cornice, comunque prestigiosa, del teatro Politeama di
Napoli agli studi casertani di ItaliaMia, con la
trasmissione in mondovisione. Se penso che tutto è
cominciato appena il 3 ottobre, nemmeno due mesi fa, e che
siamo riusciti in soli due mesi ad allestire tutto, mi rendo
conto del grandissimo lavoro che abbiamo svolto, e ora è
tempo di raccoglierne i frutti. Per me è una grande
soddisfazione, avendo sviluppato questo progetto dalla a
alla z in così poco tempo a disposizione».
Quali sensazioni le ha lasciato la conferenza stampa di
presentazione che si è tenuta alla Sonrisa di Sant’Antonio
Abate qualche settimana fa?
«Positive, anzitutto per la cornice di un luogo stupendo,
che grazie anche alla popolarità che le ha dato un format
come il Boss delle Cerimonie ha saputo farsi conoscere in
tutto il mondo per il suo stile barocco in cui antichità e
modernità hanno saputo congiungersi».
In questa edizione vedremo musica lirica e cantanti di
nuova generazione insieme: come sono stati selezionati i
concorrenti?
«I ragazzi che parteciperanno sono stati selezionati con
cura e scrupolo, sono tutti bravissimi artisti che si sono
formati al conservatorio, selezionati da Massimo affiancato
dalla giuria che ha svolto le selezioni; non nel modo in cui
vediamo, per esempio, ad
Amici o in altri talent
show, ma magari in un futuro ci potremmo anche arrivare con
questo tipo di format. Sono certa che il pubblico non
resterà deluso».
Cosa rappresenta per lei la musica, soprattutto quella
napoletana?
«Ascoltare pochi giorni fa la
sigla del festival mi ha davvero commosso, per la
melodia napoletana che esprime: poesia, anima, emozioni, la
nostra cultura, l’incoronazione dell’amore».
Cosa c’è nella sua vita, oltre il festival e questi
eventi?
«Non mi fermo mai – ride, ndr – chi mi conosce lo sa molto
bene. Nasco come imprenditrice che gestisce due attività a
Sant’Antonio Abate, mia città. Poi, dieci anni fa, ho deciso
di intraprendere in parallelo un percorso diverso, e ho
frequentato i corsi di Enzo Miccio e di Cira Lombardo per
diventare wedding planner e organizzatrice di eventi di
lusso. Faccio tutto con impegno e passione, ma devo
ringraziare tantissimo le ragazze che mi affiancano, il mio
team. Mi piace dire che siamo una montagna, un gruppo unito
e coordinato dove ognuno svolge il suo ruolo».