Telegiornaliste anno XV N. 21 (603) del 19 giugno 2019
Giada Di Miceli, testarda e felice
di
Alessandra Paparelli
Giada Di Miceli, attrice, conduttrice, speaker radiofonica e
imprenditrice, mamma. La passione per lo spettacolo a tutto tondo ma
anche e soprattutto una madre amorevole.
Sei conduttrice, speaker, presentatrice, attrice: tanto teatro, tanta
televisione, fiction tv, inviata di notissimi reality: con la radio, il
grande successo della trasmissione radiofonica Non succederà più,
una tua creatura, suggellato con 6 microfoni d'oro dal 2013 al 2018: un
lungo curriculum artistico ma quando nasce la tua passione artistica e
quando si trasforma in lavoro?
«Devo dire che il mio programma mi offre grandi e uniche soddisfazioni
poiché è una mia creatura nata con infinito amore, devozione e
soprattutto è una delle poche trasmissioni radio-televisive di cronaca
rosa con grandissimo seguito soprattutto sul web e sui social. A tale
proposito, desidero ricordare che va in onda ogni sabato dalle 18.00
alle 20:00 su Radio Radio Fm 104.5, Canale 826 Sky».
Tanta televisione nel tuo curriculum, nasci professionalmente come
fotomodella e poi come attrice teatrale, studiando e facendo teatro;
successivamente arrivi nelle Reti Mediaset: ti ricordiamo come inviata
per il Grande Fratello e La Talpa, Speciale Sanremo,
opinionista a Buona Domenica e a Mattino Cinque: tornerai
a fare televisione? Quali sono i tuoi progetti futuri?
«Sono state esperienze uniche e mi hanno dato una popolarità
impressionante, ricordo che ragazze e adolescenti mi aspettavano fuori
dagli Elios, gli studi televisivi di Roma, per fare foto e autografi...
bei tempi davvero! Ho lavorato con una grande professionista quale Paola
Perego e con lo staff di Lucio Presta, questa era la mia
Buona
Domenica che sinceramente ricordo con molta nostalgia. Oggi alcune
trasmissioni sono davvero diventate troppo trash e spesso speculano sul
dolore altrui; nel "mio" periodo” televisivo non c’era questo eccesso di
ipocrisia che ad oggi purtroppo noto in molte realtà televisive.
Progetti futuri? Per ora faccio la mamma e conduco con forte passione il
mio programma
Non Succederà Più, per il resto non sono alla
“ricerca” di nulla come forse lo ero un tempo, faccio la mia vita , se
mi capitano delle conduzioni accetto e per il resto aspetto, poiché sono
molto fatalista: se la mia strada si incrocerà di nuovo con la tv
ovviamente valuterò, ma sottolineo di nuovo che mi sento di aver in
parte “già dato”, come si suol dire, poi chi vivrà vedrà!».
Il matrimonio con l'imprenditore Patrizio Polifroni e poi la nascita
di una splendida bambina, Giorgia: come riesci a conciliare la carriera
artistica e la maternità?
«È molto complicato soprattutto perché io sono una mamma molto attenta,
forse troppo premurosa; del resto Giorgia è la mia primogenita e tutte
le attenzioni sono per lei, sia da parte mia che da parte dei suoi
nonni. Devo dire che ho la mia mamma che mi dà un aiuto smisurato con la
piccola G (così la chiamiamo noi in casa ) e ovviamente abbiamo
anche una tata altrimenti sarebbe impossibile conciliare il lavoro
quotidiano con la bimba di 18 mesi che ancora non frequenta l’asilo.
Comunque Giorgia è la bambina che ho sempre sognato: nel mio immaginario
di mamma doveva essere proprio così: dolcissima, già educata e
disciplinata, una principessina davvero! È l’orgoglio della mia vita»
Conciliare lavoro e maternità, in Italia in particolare, non è
facile: buona parte delle donne occupate, dopo la gravidanza, incontra
serie difficoltà a riprendere in mano la propria vita professionale.
Come concili la tua carriera artistica e imprenditoriale con la gioia di
una figlia? E cosa ti senti di consigliare alle future mamme?
«Alle future mamme consiglio di tenere i figli con sé almeno il primo
anno di vita per poi di lasciarli studiare e socializzare. Giorgia dal
prossimo anno frequenterà un asilo bilingue ed io sono molto soddisfatta
della scelta fatta da me e dal suo papà, quella di far intraprendere già
da subito alla nostra piccola un percorso di studi internazionale».
Una mamma serena e felice è la miglior ricetta per trasmettere le
stesse sensazioni al bambino, secondo la tua opinione?
«Assolutamente sì, personalmente sono cresciuta in una famiglia fuori
dal comune e sai perché? Perché i miei genitori sono insieme da più di
40 anni e ancora si baciano sulle labbra… a casa si mangiava a tavola
tutti insieme e ci si alzava da tavola sempre tutti insieme, si facevano
i classici pranzi della domenica e mai nessuno alzava la voce, nemmeno
durante le classiche discussioni casalinghe. L’atmosfera a casa mia è
sempre stata serena con grande rispetto ed educazione in ogni
circostanza. Vorrei crescere mia figlia come i miei genitori hanno
cresciuto me, in un clima di famiglia tradizionale, serena e felice:
questo è il mio obiettivo e sto “studiando” quotidianamente per
diventare una mamma perfetta come lo è la mia».
Quali sono le emozioni che ricordi facendo teatro? Cosa ti
trasmetteva il pubblico e che sensazioni/emozioni provavi calcando la
scena?
«Una sola parola: pazzesche! Il teatro è l’emozione più grande e
complicata e mi ha insegnato molto, soprattutto e in particolare la
dizione, fondamentale sia per il lavoro che svolgo ma anche nella vita
poiché non amo che in alcuni contesti si debba sentire la “cadenza
romana”; “lavorerò” quindi anche su mia figlia affinché parli un
italiano corretto e non dialettale».
Qual è la donna di spettacolo a cui ti ispiri e che ti ha lasciato
dei ricordi positivi?
«Non è la prima intervista in cui faccio questo nome. Anche in
precedenti interviste ho sempre parlato di lei e dato che mi ritengo una
persona coerente dico Paola Perego: donna forte, autoironica, dolce,
grande professionista ma soprattutto vera. È una delle poche persone in
questo ambiente che è davvero come si mostra in televisione ossia senza
filtri, finzioni, scene preparate, insomma è così come la vedete».
Per il cinema hai recitato in Ad occhi aperti, diretto da
Marco Bergami e in 13dici a tavola, diretto da Enrico Oldoini,
nel 2005. Quali emozioni hai vissuto sul set e chi è il regista con cui
vorresti oggi girare un film?
«Con il regista Marco Bergami ho girato il mio primo cortometraggio,
quindi emozioni speciali. Successivamente è arrivato Enrico Oldoini che
mi scelse per un film molto molto importante ambientato negli anni ‘60
con un cast pazzesco, il titolo del film era
13dici a tavola.
Cosa vuoi che ti dica, ho recitato con Maria Amelia Monti (che nel film
era mia madre) , Angela Finocchiaro (nel film aveva il ruolo di mia zia)
e poi con l’irraggiungibile genio Giancarlo Giannini… stentavo a
crederci, lo assicuro. Abbiamo girato a Castiglioncello (la perla del
Tirreno) e in pratica convivevamo; ho molti ricordi e aneddoti, ero una
ragazzina e ancora ricordo che Giannini una volta mi pulì una triglia
perché non sapevo come togliere tutte quelle spine; non dimenticherò mai
che lui, Giancarlo Giannini in persona, si comportò con me come un papà
sul set; se ci penso, ancora sono incredula: grande uomo e grande
professionista! Non smetterò mai di ringraziare il regista Enrico
Oldoini per aver scelto proprio me tra centinaia di ragazze presenti al
casting».
Vogliamo ricordare con te l'esperienza al microfono di Radio Manà
Manà e poi Radio Radio.
«La mia prima radio fu Radio Power Station, radio in cui conobbi - tra
l’altro - anche mio marito poiché era l’editore. Successivamente mi sono
spostata a Radio Manà Manà e dopo altra gavetta sono arrivata a Radio
Radio con grande soddisfazione del traguardo raggiunto. La mia
trasmissione è l’unica - nel loro palinsesto - che tratta i temi che
tratto io, questo per me è fonte di grande orgoglio poiché la gavetta è
servita e mi ha portato dove sono oggi».
Parliamo di
Radio
Italia Anni 60, in particolare Radio Italia Anni 60 Roma, 100.5 fm,
di cui l’editore è tuo marito Patrizio Polifroni. Come è nato il vostro
progetto e quali sono gli obiettivi che si pone come grande radio?
«Ormai sono quasi 3 anni, Radio Italia Anni 60 è nata per entrare in un
progetto nazionale e al contempo famigliare e devo dire che sono
orgogliosissima degli obiettivi raggiunti ad oggi e della crescita
esponenziale della nostra realtà radiofonica , realizzata con grandi
ospiti, artisti che si susseguono in tutti i programmi, un palinsesto
stupendo, valido… una radio che rappresenta la musica italiana dagli
anni 60 ad oggi, lo dico da persona e addetta ai lavori che ama
pazzamente la musica italiana! Siamo molto felici dei traguardi
raggiunti e le prospettive future sono sempre più alte».
Credi nella solidarietà tra le persone, nell’ambiente dello
spettacolo e nel settore lavorativo?
«Nel mondo dello spettacolo è complicato trovare “solidarietà” ma credo
lo sia in tutti i settori lavorativi; non farò nomi ma ovviamente nel
mondo dello spettacolo, tutto è amplificato e ricco di reciproca
invidia».
Per concludere, qual è la domanda che non ti hanno mai fatto per
conoscere davvero la donna e la professionista Giada Di Miceli?
«
Giada, un tuo difetto che sia al contempo un pregio? La
testardaggine che mi rende forte nel raggiungere i miei obiettivi e al
contempo mi crea problematiche – a volte - nel raggiungerli per eccesso
di costanza».