Telegiornaliste anno XIV N.
33 (580) del
5 dicembre 2018
Monica
Brown, dritta al cuore
di
Alessandra Paparelli
Conosciamo Monica Brown, cantante, interprete, voce e cuore:
una passione musicale fin dall'infanzia.
Come nasce la tua passione artistica e come diventa una
professione?
«La mia passione artistica risale a quando ero piccola: una
sera in tv, sulla Rai, in diretta dall'Arena di Verona, vidi la
prima esibizione di una bambina, Nikka Costa, la canzone era la
celeberrima
On my Own; era accompagnata alla chitarra
dal papà, Don Costa. Catturò la mia attenzione mentre giocavo,
la sua voce pura, autentica e calda mi distolse da quello che
stavo facendo e da quel momento in me nacque la passione per la
musica. Negli anni, l’ho coltivata studiando molto e quando mi
sono sentita pronta ad affrontare il pubblico, ho iniziato a
seguire mio padre nelle serate di intrattenimento. Devo dire
che è una esperienza bellissima, avere un contatto diretto con
il pubblico, confrontarsi con i gusti musicali delle persone,
ti fa crescere molto, perché si interpretano alcune cover che
apparentemente non ti appartengono ma quando ti esibisci, e
arrivi dritta al cuore di chi è li ad ascoltarti, è una
bellissima soddisfazione. Circa un anno fa, come tutte le
ragazze che sognano di diventare “cantati” ho pubblicato su
Facebook un mio video, dove interpretavo una canzone di Mina
che adoro, “
Amor mio”, e tra i tanti complimenti di
amici e conoscenti, mi contattò Nando di Stefano, oggi mio
produttore discografico, con le idee molto chiare "
Voglio
produrti - mi disse -
arrivi dritta al cuore di chi ti
ascolta". Nando di Stefano mi ha dato la possibilità di
potermi esprimere con dei brani originali e contribuire alla
scrittura dei testi, diventando anche autrice. Così è partita
la mia carriera da professionista».
Quali sono i tuoi riferimenti artistici?
«Sono Mina, Withney Houston e i classici italiani, mentre nel
mio progetto discografico, non utilizzo riferimenti ma cerco di
esprimere la mia identità personale. Essendo autrice ed
interprete, i testi fanno parte di me, del mio vissuto, mettono
in evidenza la mia sensibilità; un carattere forte nel saper
affrontare distacchi e addii con determinazione ma anche il
desiderio di un qualcosa che davvero possa stravolgere la mia
vita. Credo che sia poi il desiderio di qualsiasi donna.
Quali sono le donne del mondo musicale alle quali ti sei
ispirata o ti ispiri attualmente?
«Sostanzialmente mi ispiro alle regine del soul, Dionne Warwick
e Donna Summer in particolare».
Che tipo di musica ascolti durante la tua giornata? Parliamo
anche di emozioni.
«Durante le mie giornate lavorative, facendo un'intensa vita e
attività di studio, ascolto tutto quello che passa di inedito
da lavori a cui collaboro con i miei testi, è ovvio che
principalmente ascolti dunque le mie canzoni, per capire
proprio nei testi cosa ancora manchi di me, della mia vita
passata, da poter condividere con il pubblico che mi ascolta;
scelgo il messaggio che voglio trasmettere nella canzone
successiva, perché è proprio lo stesso che in quel momento vivo
in prima persona».
La tua musica è frutto di una scelta libera e indipendente?
E se sì, quale prezzo si paga per la libertà artistica?
«La mia musica è una scelta libera e indipendente e a volte il
conto si presenta alto, poiché non ho cominciato ad una età
giovanissima ed imporre quindi la mia musica, spesso, non è
facile ma fa parte della storia di ogni autore che faccia
questo lavoro. Essendo perfettamente a conoscenza che in alcuni
famosi Festival, per legge oltre i 35 anni, non possono
accettare la partecipazione pur trattandosi di un valido
artista. Ma tutto questo, non mi spaventa».
Quali i tuoi progetti attuali, live, album o ep?
«Sto lavorando al mio album, ma ho già sul mercato otto brani
disponibili in digitale. Per quanto riguarda i live,
attualmente non ne faccio perché sono in promozione fino al
completamento dell’album».
È possibile vivere facendo i cantanti e i musicisti in
Italia?
«Di questi tempi rispetto al passato, no, ma se si creano dei
giusti presupposti diventa leggermente più facile, poiché se si
sceglie di lavorare con una etichetta indipendente che creda in
me o in qualsiasi artista emergente, penso che in ogni caso
valga la pena almeno averci provato».