Telegiornaliste anno XII N.
24 (497) del 7 settembre 2016
Intervista a Emma Fenu,
autrice del romanzo Le Dee del miele
di
Tiziana Cazziero
Ciao Emma e grazie per aver accettato il mio invito: Le Dee del
miele, un romanzo che parla di vita, di madri, donne che
s’intrecciano in diverse generazioni, come nasce questa idea?
«Ciao Tiziana, grazie a te per la gentile accoglienza:
Le dee del
miele nasce tempo fa, nel segreto dell’anima, dove le figure
femminili, che ho conosciuto dal vivo o tramite il racconto, vivono nel
ricordo e si nutrono del mio presente. Un giorno sono uscite allo
scoperto e hanno voluto che la loro storia, che è anche la mia, venisse
narrata. Scritta la prima riga, la stesura mi ha impegnato per pochi
mesi, ma in anni ho generato il romanzo, pur senza fermarlo nero su
bianco».
Le protagoniste del romanzo sono quattro donne differenti tra loro
all’apparenza, da chi hai tratto spunto per caratterizzarle?
«Le dee del miele è un romanzo fortemente ispirato alla realtà: fantasia
e biografia si fondono e si confondono. Le quattro figure, pertanto,
sono simili, quasi alter ergo, delle mie nonne, di mia madre e di me
bambina».
Il miele e le dee, cosa hanno in relazione questi elementi nella
storia?
«
Questa è, dunque, una storia di Donne. Donne madri, forti come Dee,
capaci di rinascere dopo infinite eclissi. Donne mamme, lune piene,
dolci come miele. Dee del miele: così scrivo prima dell’epilogo del
romanzo. Le mie protagoniste sono Donne inconsapevolmente dee, eredi
delle grandi Dee Madri; sono forti, coraggiose, pazienti, capaci di dare
la vita e di nutrire da sé e di sé. Il miele è simbolo di olimpico cibo
divino e di balsamo che cura: a volte è dolcissimo, a volte, invece, ha
un retrogusto amaro, come quello di corbezzolo. Inoltre, il miele è, nel
contesto del romanzo, un colore di iridi che attraversa tutta la
narrazione come un cordone ombelicale di sangue e mistero che lega le
protagoniste».
Come sai ho letto e
recensito il romanzo, una storia forte, toccante, ambientata in una
Sardegna lontana dai tempi moderni; ci sono tradizioni, eventi e forse
ricordi della tua infanzia? Quanto c’è di te nel romanzo? Cosa ha
significato per te questo libro e cosa hai provato nello scriverlo?
«Le vicende narrate ne
Le dee del miele iniziano nel 1900 esatto
e terminano nel 1992, attraversando un secolo denso di evoluzioni anche
drammatiche. Ho riportato tradizioni, leggende e credenze magiche che
appartengono ad una memoria generazionale in cui confluisce ciò che ho
fatto in tempo a vedere, da bambina, ma, soprattutto, ciò che mi è stato
tramandato tramite il racconto orale, grande ricchezza che ci rende
figli di una lunga storia. Scriverlo è stato, inizialmente, la risposta
alla necessità di compiere una ricerca sulle mie origini, che esulano
dal semplice DNA e si radicano in una “comunione” di donne detentrici e
custodi di saperi millenari, eredi della luna e del mistero della
conoscenza. Al termine della stesura, nella vita delle mie ave ho
ritrovato me, la mia essenza, la mia anima bambina. È stato un percorso
molto emozionante, che esordisce nella campagna e prosegue in un paesino
e in una cittadina fino a condurre nel
pozzo di Alice, dove tutto
ha fine ed inizio».
Grazie della disponibilità.
«Grazie a te, è stato un piacere e un onore essere tua ospite».