Telegiornaliste anno X N.
2 (390) del 20 gennaio 2014
Valentina Chiocchini:
le mie inchieste a L'Arena, pacatezza e cordialità
di
Giuseppe Bosso
Valentina Chiocchini, già regista televisiva, inizialmente in forza a Raisat
ragazzi e poi al Gambero Rosso e a
Domenica In, prima con Pippo Baudo e
poi con Lorella Cuccarini, è una delle inviate di
Domenica In - L'Arena,
contenitore domenicale di Raiuno condotto da Massimo Giletti, per cui realizza
servizi e inchieste.
Come stai vivendo l'esperienza a L'Arena?
«Molto bene, è un lavoro interessante che faccio con un gruppo affiatato e
collaborativo. A cominciare da Massimo Giletti, un professionista in gamba,
sempre presente che trasmette impegno e voglia di fare a chi lavora con lui».
Qual è stata l'inchiesta più difficile e quella che ti ha dato maggiori
soddisfazioni?
«Ogni inchiesta, anche quella che apparentemente può sembrare semplice, ha in
realtà le sue difficoltà. Non sempre le persone sono disposte a parlare davanti
ad una telecamera e spesso serve pazienza e comprensione. Per quanto mi
riguarda, invece, le maggiori soddisfazioni, probabilmente, mi sono arrivate da
una vicenda che aveva seguito in precedenza
Ilenia Petracalvina, relativa
ad un signore che era proprietario di due palazzi affittati in nero. Ilenia ha
iniziato l’inchiesta, e poche settimane dopo io ho continuato a seguirla. Grazie
all’intervento della Guardia di Finanza, alla fine quest’uomo è stato condannato
a risarcire lo Stato mettendo in regola tutti gli appartamenti. In
quell’occasione dopo aver seguito le varie fasi del sequestro dei beni, non è
stato semplice farmi rilasciare una dichiarazione né dagli inquilini, né
tantomeno dal proprietario degli immobili. C'è stato un momento in cui, in sua
difesa, sono arrivati nipoti e amici, i quali certamente non erano contenti di
trovarsi davanti ad una telecamera, ma cercando di mantenere la calma sono
comunque riuscita a concludere il pezzo. Ovviamente non posso dire di essere
stata fisicamente aggredita da loro, anche perché fortunatamente c’era accanto a
me la Guardia di Finanza, ma sicuramente non è stata una situazione facile da
gestire. In questi casi penso sia molto meglio porsi con calma e pacatezza nei
confronti di chi si trova coinvolto in queste situazioni, evitando di essere
troppo sfrontati e di porre domande a raffica».
Hai avuto dei riscontri da parte delle istituzioni rispetto a quello che hai
fatto?
«Cambiando tematiche di settimana in settimana non è facile seguire
costantemente quelli che sono gli sviluppi seguenti alla messa in onda, ma posso
dire che in qualche modo il risultato che
L'Arena si prefigge nel
trattare certe tematiche lo ottiene».
Come scegliete i temi da affrontare?
«Sono soprattutto gli autori, insieme ovviamente a Massimo Giletti, ad
individuare gli argomenti di cui ci occuperemo. Poi ne discutiamo tutti in
riunione, tenendo sempre presente le problematiche attuali che spesso ogni
cittadino si trova a dover affrontare ogni giorno».
In prospettiva futura di cosa ti vorresti occupare?
«Mi piace quello che sto facendo e spero di continuare per questa strada. Non mi
ritengo fondamentalmente una giornalista d'assalto, come ti dicevo; prediligo un
modo pacato e cordiale di avvicinarmi alle persone, cerco sempre di capire
l’altro, di ascoltare chi ho di fronte, non andando ossessivamente alla ricerca
dello scoop a ogni costo. Ne va, a mio giudizio, della nostra credibilità. Se
poi nel mio piccolo, riesco anche a dare una scossa alla società, a sollevare
l'attenzione su qualcosa che non va, su problemi da risolvere, non posso che
esserne contenta».
Hai iniziato lavorando a Raisat ragazzi: cosa ti ha dato quell’esperienza?
«Moltissimo. I bambini sanno sempre insegnarti qualcosa e paradossalmente in
questo mestiere ancora di più, la loro schiettezza unita alla loro purezza ti fa
capire che tutto si può chiedere se lo si fa nel modo giusto!».