Telegiornaliste anno IV N. 35 (160) del 6
ottobre 2008
Banca della memoria: un
viaggio multimediale nella memoria collettiva
di Federica Santoro
Probabilmente
tutti da ragazzi ci siamo seduti ad ascoltare i
racconti dei nostri nonni, provando l’ebbrezza
di vivere attraverso la loro memoria
un’avventura unica e irripetibile. Esperienze
vissute sul filo di un’altra epoca che
racchiudono i valori di una vita.
Dalla volontà di quattro giovani professionisti,
(Franco Nicola, Lorenzo Fenoglio,
Valentina Vaio e Luca Novarino)
interessati a raccogliere questo immenso mondo
di esperienze in un unico contenitore, nasce
Banca della memoria, dove le storie di
persone comuni sono raccontate dagli stessi
protagonisti attraverso il video.
Valentina Vaio ci ha parlato di questa
iniziativa.
Il
vostro progetto invita a trovare il tempo per
sedersi ad ascoltare un mondo di memorie che ci
riportano indietro per riscoprire un passato
ricco di fascino e di saggezza. Perché avete
scelto proprio il video come mezzo di
trasmissione di questo messaggio?
«Ci sono due motivi per cui abbiamo scelto il
video. L'obiettivo primario è quello di
riportare le persone anziane verso il ruolo che
la società del passato ha sempre loro
riconosciuto: essere il centro della conoscenza
e della saggezza. Per ottenere questo obiettivo
pensiamo che il video trasmesso attraverso
Internet possa essere il media con cui la
generazione dei giovani meglio si relaziona e
quindi possa essere maggiormente attratta e
invogliata ad ascoltare questi ricordi. Il
secondo motivo è invece legato alla nostalgia
che il ricordo dei racconti fatti dai nostri
nonni suscita in ognuno di noi. Un ricordo e una
memoria acquisiscono un valore maggiore se è
possibile cogliere le emozioni che suscita nella
persona che lo sta raccontando. Il video è
quindi il mezzo migliore per poter trasmettere
questi sentimenti a per valorizzare le memorie».
Anche se il successo che avete riscosso nel
mondo della cultura può considerarsi il segno di
una ritrovata attenzione verso la memoria
collettiva, legare la memoria ad un mezzo
simbolo di un mondo così frenetico e in
movimento è una delle peculiarità di questa
società, poco preoccupata di dimenticare il
proprio passato troppo in fretta. Quanto è
giustificata questa paura?
«Il progetto nasce proprio dalla paura che il
nostro mondo, magari senza volerlo, si
dimentichi del suo passato e delle persone che
lo hanno caratterizzato. Speriamo che attraverso
la scoperta di realtà così diverse si possa
aiutare la nostra società ad evolversi e
migliorarsi. Dal canto nostro, cerchiamo di
regalare ogni giorno cinque minuti di tempo a
chiunque abbia voglia di fermarsi e ascoltare il
ricordo di una vita vissuta in modo totalmente
diverso e così lontano dai nostri canoni
attuali».
Molti giornalisti, dalle pagine dei maggiori
quotidiani nazionali, hanno visto nel vostro
progetto un’iniziativa dalla forza particolare
perché rappresenta qualcosa di moderno e di
antico allo stesso tempo.
«Siamo molto soddisfatti del fatto che sia stata
riconosciuta fin da subito l'importanza di un
archivio in cui ognuno può ricercare le proprie
radici. Il nostro obiettivo è quello di
stimolare le persone, in particolar modo i
giovani, ad andare dai propri parenti e nonni
per intervistarli, indagando e ascoltando i loro
ricordi. Quando riceveremo il primo video
registrato da un nipote o pronipote
spontaneamente, allora potremo dire che la Banca
della Memoria ha aiutato la nostra società a
migliorarsi. Pensiamo che la Banca della Memoria
sia una valore per l'Italia che si accrescerà
con il passare del tempo e l'aumentare dei
filmati caricati dagli utenti».
Appena nata, Banca della Memoria approda già
su Sky: anche un traguardo divisibilità è stato
raggiunto, dopo la collaborazione con Scatole
Cinesi, il programma radiofonico di Radio
2.
«L'esposizione mediatica cha la Banca della
Memoria ha avuto fin'ora è stata del tutto
inaspettata e ci ha riempito di orgoglio e
soddisfazione. Non nego che ci aiuta a portare
avanti questo progetto che sta crescendo ogni
giorno e ogni settimana. Speriamo adesso di
sviluppare collaborazioni con nuovi modelli
televisivi».
Quali sono i risultati che vi aspettate di
ottenere a breve?
«Il prossimo obiettivo è l'esportazione del
progetto nei principali Paesi europei e negli
Stati Uniti. Abbiamo già dei collaboratori che
stanno raccogliendo per noi interviste in
Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna. In
parallelo stiamo consolidando la Banca della
Memoria italiana per poter raggiungere chiunque
abbia voglia di raccontare i propri ricordi pur
con mezzi tecnici limitati. Abbiamo così aperto
alcune redazioni locali che possono aiutarci a
raccogliere queste interviste. In Italia stiamo
stringendo accordi di partnership con
associazioni interessate a preservare i ricordi
delle persone anziane e a sviluppare progetti
specifici di approfondimento sul territorio».