Telegiornaliste anno II N. 24 (56) del 19 giugno 2006
Claudia
Marchionni, innamorata della cronaca
di Nicola Pistoia
Claudia Marchionni, vice
caporedattore cronaca del Tg5, ci ha accolti con l’attenzione e la
curiosità proprie del giornalista, e con rara gentilezza, negli studi Mediaset
della capitale. Una donna che non ama apparire, capace di stupirsi alla nostra
richiesta di una intervista: «Quando Nicola mi ha contattato, mi sono chiesta
come faceste a conoscermi: evito sempre di stare sotto ai riflettori, sono io a
raccontare storie e persone, non viceversa».
Fino a oggi.
Come nasce professionalmente Claudia Marchionni?
«Con una lettera al Resto del Carlino della mia provincia, Pesaro: Ho
appena superato la maturità classica. Mi piacerebbe collaborare con voi. Il
responsabile della redazione, Paolo Nonni, mi rispose subito. E così ho
cominciato, a 19 anni, con le brevi di cronaca. Corrispondente da Morciola, il
mio paesino, sì e no mille abitanti. Corrispondente da Morciola, fa sorridere,
vero?».
Quali sono gli aspetti che più ti affascinano della tua professione?
«Ascoltare, leggere, incontrare. Le continue scoperte su quanto l'umanità è in
grado di fare».
Come
giudichi il tuo telegiornale rispetto agli altri nazionali?
«Il migliore! Sono sempre legata alla testata per cui lavoro, mi scusino gli
altri».
Se ti chiedessero di lavorare per un altro telegiornale, e fossi costretta a
decidere, quale sceglieresti?
«Non lascerei il Tg5 per un altro tg. Se proprio mi obbligate a
immaginare un cambio, potrebbe essere per un programma di approfondimento o per
il ritorno al mio primo e mai spento amore: la carta stampata».
Qual è, oggi, il ruolo delle donne nel giornalismo?
«In generale, non temere compiti di gestione, e interpretarli in modo diverso,
se si vuole, con il proprio linguaggio».
Continuando a parlare di donne, chi delle tue colleghe, anche di altri tg,
apprezzi maggiormente?
«Mi trovo benissimo a lavorare con le donne, non solo giornaliste, ma anche
colleghe della produzione, della ricerca immagini, del montaggio, delle
segreterie. Cerco di leggere tutto di Concita De Gregorio, Barbara Spinelli,
Marina Terragni».
In genere è sempre difficile conciliare carriera e famiglia: quando si è
giornaliste le cose si complicano: tu cosa ne pensi?
«Che è molto meno difficile di quanto si pensi, che molte cose sono complicate
dalle parole. E' più semplice viverle, spesso, un passo dopo l'altro, senza
essere troppo esigenti con se stesse, senza vergognarsi di chiedere aiuto. Poi
le donne sono maestre di organizzazione, di incastri che un sudoku diabolico è
niente al confronto».
Il sogno nel cassetto di Claudia Marchionni?
«Nel cassetto di una giornalista ci sono sogni di notizie, raccontate il meglio
possibile, con rispetto ed efficacia».
Che consigli daresti a chi come te volesse intraprendere questa professione?
«Individuare e non lasciarsi sfuggire giornalisti di esperienza e generosi che
facciano notare errori e ingenuità, che correggano, che diano consigli.
Cercare di coprire gli spazi, gli argomenti trascurati dagli altri e su quelli
impegnarsi senza riserve, dare tutto se stessi, o se stesse».