Telegiornaliste
anno III N. 1 (79) dell'8 gennaio 2007
Rossella Brescia, artista a tutto tondo
di Giuseppe Bosso
C'era una volta... Così inizia ogni favola che si rispetti e
così inizia la storia di una ragazza determinata, nata a Martina, entroterra
pugliese, che fin da bambina amava la danza e sognava di affermarsi come
ballerina.
Ne ha fatta tanta di gavetta, e pian piano sono arrivati la
televisione, il successo e l'amore del pubblico. Qualcuno l'aveva definita la
sosia di Maria Grazia Cucinotta, ma ben presto la stella di
Rossella Brescia ha iniziato a brillare di luce propria:
dalla danza è passata alla conduzione di
Colorado Cafè, senza disdegnare di muovere i primi
passi nel mondo della recitazione con una parte nel serial
Don Matteo.
Momentaneamente accantonata la televisione, oggi è una delle
voci di punta di
Rds, in onda tutte le mattine al fianco di Max Pagani e
Joe Violanti. Ma prossimamente tornerà sul piccolo schermo, per la gioia dei
numerosi fans che possono interagire con lei tramite il
forum del suo sito ufficiale.
Grazie alla collaborazione di Erika Migliari,
amministratrice del suo forum ufficiale, abbiamo raggiunto Rossella Brescia e
l'abbiamo intervistata.
Rossella, come mai tanti personaggi televisivi si sono
lanciati a fare i deejay?
«Penso che in questo momento la tv sia proiettata più sul
genere reality, e per chi come me li guarda ma non vi parteciperebbe mai, la
radio è la strada migliore per continuare a fare il proprio mestiere
dignitosamente, tenendosi in costante allenamento».
Come stai vivendo l'esperienza a Rds e cosa comporta,
rispetto alla tv?
«E' un'esperienza unica: provo l'ebbrezza, svegliandomi ogni
mattina, di arrivare direttamente al pubblico, conquistarlo giorno per giorno.
E' come costruire una casa mattone dopo mattone. Oddio! Mi sento un po’ Renato
Zero!».
Una carriera a tutto tondo, la tua: ballerina, "postina",
conduttrice, attrice e anche dee-jay: com'è stato passare tra ruoli così
diversi? In che modo ti sei preparata?
«Rds è per me una scuola, che insegna a fare sempre meglio
il "mestiere": mi piace improvvisare, cogliere attimi e momenti dei miei mitici
compagni Joe Violanti e Max Pagani, che penso ringrazierò a vita perché sono
loro che mi insegnano i trucchi del mestiere».
E' difficile per una donna bellissima come te risultare
simpatica al pubblico?
«Non mi sento bellissima; forse sono solo piacente, e quindi
non troppo legata al pensiero di essere sempre perfetta e impeccabile in tutto.
Penso che la gente lo percepisca».
La tua "autocandidatura"
a Sanremo è stata solo una battuta o conti davvero di essere sul palco
dell'Ariston accanto a Baudo?
«Chi non vorrebbe andare a Sanremo? E' stato comunque un
gioco, bellissimo, perché in quel momento dato, che Joe
è stato così credibile nell'imitazione, finisci poi col
crederci davvero».
Qual è il gesto di affetto che ti arriva dritto al cuore?
«Sono i gesti più semplici: da un abbraccio fatto con verità
a un sentimento di riconoscenza, a una carezza... Vi si è cariato un dente?».