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Telegiornaliste anno VIII N. 14 (316) del 9 aprile 2012
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TGISTE Letizia
Sartù: da telegiornalista a mamma in carriera! di
Francesca Succi
Ho conosciuto Letizia Sartù su Twitter e da subito mi ha rapita. Dopo aver letto
sul suo profilo, tra le tante informazioni, "ex telegiornalista",
incuriosita, le ho chiesto di concedermi quest'intervista. Lei, con la
professionalità di chi ha fatto questo mestiere e la dolcezza di una mamma, me
l'ha rilasciata. Ecco cosa c'ha svelato!
Ho letto che sei diventata telegiornalista per caso. Ci racconti come?
«Si, è vero, mi sono trovata catapultata in questo mondo per pura casualità. Ero
fresca di laurea quando mia sorella, telegiornalista anche lei (ora ex), mi ha
proposto di entrare a far parte della sua redazione. Una collega era entrata in
maternità ed avevano urgentemente bisogno di trovare una sostituta. Ho iniziato
e dopo un mese di prova mi hanno comunicato che facevo parte della squadra. La
prima volta che si è accesa la lucetta rossa è stato terribile, credevo di fare
scena muta, ma con il tempo mi sono abituata ed è diventato tutto più semplice».
E poi hai lasciato. Perché?
«Ho lasciato alla seconda maternità, dopo dodici anni ininterrotti di lavoro
full time. È stato il periodo più difficile per me, come donna, innanzitutto,
non tanto come telegiornalista. Le maternità sono state ravvicinate e con
problemi fisici, tanto che ho dovuto lasciare il lavoro dopo pochi mesi di
gravidanza. Credevo di avere qualche possibilità di rientrare con il part time,
ma l’azienda non era in grado di concedermelo. Andare via è stata una scelta-non
scelta. Non avendo una rete familiare che mi sostenesse, l’unica via era
interrompere il contratto. È stata dura, molto dura».
Cosa ti è rimasto dell'esperienza televisiva come telegiornalista?
«Tanto, non so giudicarmi, penso di aver avuto i miei limiti in questo lavoro,
ma l’ho vissuto ogni giorno intensamente, nel bene e nel male. Nonostante la
felicità immensa che solo i figli possono regalarti, un pezzo del mio cuore
resta ancorato al passato».
Hai mai avuto rimpianti o ripensamenti per aver abbandonato questo mestiere?
«Mi concedete una battuta? Che felicità uscire da casa senza trucco! Ecco, ora
sono più seria. Credo di no, non mi sono mai interrogata fino in fondo, dopo
quest’esperienza ho pensato di andare avanti e buttarmi tutto alle spalle. Ora
mi barcameno fra casa, figli, marito e telelavoro».
Ora di cosa ti occupi?
«Questa è la mia domanda preferita! Nel momento in cui mi sentivo persa, è
arrivato il web. È come se mi avesse afferrata per capelli per farmi capire che
la strada era questa. Certo, la blogosfera non è uno scherzo, c’è bisogno di un
lavoro duro e costante per farti un nome e scrivere tanto offrendo sempre
contenuti di qualità, ma credo di essere a buon punto. Insomma, le nottate
passate al pc stanno dando i loro frutti. Intanto collaboro con un portale
nazionale che si occupa di gossip e tv, la mia passione. Quando ero
telegiornalista mi occupavo molto spesso di spettacoli, quindi, per me, scrivere
di vip e nip che ho anche avuto il modo di intervistare è come fare un tuffo
piacevole nel passato!».
Sei sul web con
Brindisi Bimbi.
Di cosa si tratta?
«Il mio Brindisi Bimbi è un portale che raccoglie le informazioni utili sulla
maternità e genitorialità presenti nel Salento. Oltre alle classiche rubriche,
ho creato un diario dove mi diverto a raccontare le avventure di una mamma
quarantenne».
Come sta andando quest'avventura?
«Abbastanza bene. Quello che più mi interessa è creare una rete di mamme e papà
interessati all’argomento e dalla mole di mail e di contatti conquistati in
questi due anni di rete, direi che la strada è buona. È inutile dire che
maternità e bimbi sono considerati argomenti di nicchia. A sfavore ho il tempo,
sempre poco rispetto a quello che c’è da fare, e la difficoltà di fare rete con
gli altri organi di informazione».
Cosa consigli ad una donna che vuole fare telegiornalismo e desidera
costruire una famiglia con dei bimbi, proprio come la tua?
«Col senno di poi consiglierei di informarsi bene su quello che potrebbe
accadere subito dopo la maternità. Questo è un mestiere dove non sei chiamata a
timbrare il cartellino, e se non hai asili o nonni disposti a sostituirti,
diventa tutto impossibile, specie quando ti chiedono il full time».
Pensi che il mondo del telegiornalismo sia chiuso a tutte quelle donne che
vogliono coronare il sogno di mamma?
«Il telegiornalismo, cosi come tanti altri lavori, è ancora chiuso alle donne
che diventano mamme. Manca la flessibilità, ma nonostante tutto, qualche
episodio isolato mi fa pensare in positivo. Esistono imprenditori che vanno
incontro alle esigenze delle mamme modificando il rapporto di collaborazione,
tanto per cominciare. Nessuna donna che diventa mamma chiede sconti di alcun
genere, e trovo ingiusto farle pesare questa sua nuova condizione, che non è un
limite come la società ci ha abituato a considerare. Quando queste eccezioni
diventeranno una regola, allora si che festeggerò! Io intanto mi faccio una
domanda ma non son darmi una risposta. Siamo davvero sicure di essere sodali fra
noi? Non a caso il mio motto è “facciamo rete”. Nel frattempo continuo a
battagliare a favore della conciliazione casa-lavoro attraverso il mio portale».
Vuoi toglierti qualche sassolino dalla scarpa e/o ringraziare qualcuno che ti
porti nel cuore dall'esperienza telegiornalistica?
«Nessun sassolino, davvero. La consapevolezza di aver perso il lavoro mi ha reso
più forte, e mi ha fatto capire che la voglia di continuare in questo settore è
tanta. Nel cuore porto tutti i colleghi di Taranto con i quali ho condiviso i
primi anni di esperienza, indimenticabili». |
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CRONACA IN ROSA Laurea:
in Parlamento si discute sull'abolizione del valore legale
di Roberta Ricciardi
L’abolizione del valore legale della laurea torna in
agenda politica. Già a dicembre la questione era stata
dibattuta in Parlamento ma non si era arrivati ad un disegno
di legge preciso. Il ministro dell’università e della
ricerca, Francesco Profumo, ha lanciato una
consultazione on-line sul sito del Miur per avere un
parere dell’opinione pubblica sul tema.
Si tratterebbe di una rivoluzione in Italia, poiché il
titolo di studio è una certificazione legale delle
conoscenze e delle capacità acquisite. Il dibattito è aperto
in realtà da più di cinquant'anni, da quando Luigi
Einaudi sollevò per primo il problema dell’inefficienza
della parità tra titoli di studio e il valore reale delle
competenze degli studenti.
Per i promotori della proposta, si tratterebbe di
un’apertura significativa del mercato del lavoro,
attualmente troppo chiuso e burocratico, che con un’adeguata
riforma strutturale del lavoro riuscirebbe a portare una
concreta crescita del Paese, una crescita condotta sulla
meritocrazia ed efficienza reale che vanno al di là del
titolo di studio come lo conosciamo oggi.
Sul fronte del no le argomentazioni non mancano: il rischio
è la dequalificazione dell’università pubblica a
vantaggio di una formazione privata non accessibile ai meno
abbienti e una discriminazione effettiva tra le
università delle diverse aree geografiche del Paese, ad
avere la peggio sarebbero gli studenti del sud Italia.
Inoltre, si creerebbe una confusione legata ai requisiti di
accesso a determinate posizioni che richiedono competenze
ben precise. Si andrebbe a imitare il modello americano non
avendo le basi sociali e culturali per farlo.
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FORMAT Inchiesta
viaggio nella tv: gli anni '60
di Loredana Cortese
Anni '60: la televisione si evolve
Il secondo decennio di vita della televisione
italiana si apre con la perdita di due dei primi
volti del Programma Nazionale: il cantante
Fred Buscaglione è il primo, scomparso a
inizio anno in seguito ad un incidente d’auto.
Pochi mesi dopo, una caduta dalla gradinata
dell’Arena di Verona, ha conseguenze fatali per
Mario Riva, presentatore de Il
Musichiere.
Siamo nel 1960 quando gli italiani sono scossi
da questi due eventi drammatici della
televisione, che portano via i loro miti.
L’anno successivo, si assiste alla prima
evoluzione della televisione: nasce il
Secondo Canale che, come venne dichiarato
dai funzionari, avrebbe avuto un linguaggio
proprio, costringendo il canale nazionale a fare
lo stesso per spirito di concorrenza.
Il secondo così chiamato, offriva nel suo
palinsesto non solo telequiz e intrattenimento
leggero, ma anche Racconti dall’Italia,
serie di testi di Tommaseo, Verga,
De Amicis, Serao, preceduti da
documentari sull’epoca dell’autore. Ed è proprio
sui classici che si basano miniserie e
sceneggiati televisivi che si moltiplicano di
anno in anno: Delitto e Castigo,
Giuseppe Verdi, Il mulino del Po,Mastro
Don Gesualdo, I miserabili, La
coscienza di Zeno sono solo alcuni dei
prodotti trasmessi a puntate.
Gli anni ’60 sono famosi per una popolare
trasmissione televisiva di varietà, in onda
sulla RAI dal 1956 al 1975:
Canzonissima, gara canora caratterizzata da
comici, balletti e soubrette e abbinata alla
Lotteria Italia.
La trasmissione viene citata in questo periodo
poiché nell’edizione del 1962 con Dario Fo e
Franca Rame, i conduttori furono criticati e
censurati per uno sketch ironico sulle
condizioni lavorative dei costruttori edili.
Ciò costò l’interruzione del rapporto lavorativo
tra i due coniugi e il servizio RAI, passando il
testimone a Sandra Mondaini e Tino Buazzelli.
A metà decennio, nascono i programmi cult: La
biblioteca di Studio Uno, che ebbe un gran
successo per le parodie in forma di commedia
musicale di classici quali L’Odissea,
Il conte di Montecristo con il Quartetto
Cetra, La cittadella con Alberto Lupo nei
panni di Andrew Manson e Specchio segreto
con Nanni Loi, una sorta di candid camera per
indagare sui caratteri della gente per strada.
Gli anni ’60 hanno dato i natali anche a divi
meno reali, come Topo Gigio, diventato
una star internazionale della trasmissione
americana Ed Sullivan Show. Un altro
pupazzo, prodotto dalla televisione italiana, è
Provolino (voce di Oreste Lionello),
spalla di Raffaele Pisu.
Con una ventata di ottimismo, arrivano
dall’America telefilm di successo come
Bonanza, Il dottor Kildare, La
famiglia Addams e anche la serie Alfred
Hitchcock presenta, il cui regista inglese
rivelò: «In uno dei miei prossimi film,
vorrei far cantare quella ragazzina italiana che
si chiama Mina».
Star indiscussa della televisione degli anni ’60
(e di sempre) è Raffaella Carrà, il cui
esordio in RAI nel 1961 segna un importante
successo per quella che diventa da subito la
più amata dagli italiani. Accanto al maestro
Lelio Luttazzi, la Carrà decreta il
successo del programma Il paroliere questo
sconosciuto.
Qualche anno dopo, sarà la volta dello
sceneggiato televisivo I grandi camaleonti
di Zardi, e della commedia musicale televisiva
Scaramouche con Domenico Modugno.
Questi anni rappresentano anche un terreno
fertile per la televisione a colori, annunciata
già all’inizio del decennio, ma per il protrarsi
della crisi politico-economica, rimandata agli
anni ’70.
A chiudere gli anni 60 è una grande impresa
storica oltre che un evento mondiale, trasmesso
e commentato in diretta Rai - in Italia - da
Tito Stagno: lo sbarco sulla luna il 20
luglio 1969. |
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HOT GIRLS Sempre
eccitati con Vulva
di Fausto Piu
Siete stanchi delle solite essenze alla fragola,
al talco o alla vaniglia? Da oggi potete provare
quello alla vagina; sì, proprio all’organo
sessuale femminile.
Dimenticatevi i cibi afrodisiaci, i vecchi
Bon Bons profumati, i sex toys e gli abiti
succinti. Con il profumo Vulva, parola
già inequivocabile, abbiamo raggiunto il top
nell’affascinante e provocante mondo
dell’eros e della sensualità. Al costo di
soli 19.90 euro, è stato prodotto dall’azienda
tedesca Viva Eros che ha precisato: «Non
si tratta di un profumo, ma di un concentrato di
odore vaginale estratto dall’organo
sessuale di una donna molto bella».
Agitando la fialetta, il liquido si trasforma
magicamente in un’essenza che ricorda all’uomo,
il vero destinatario del prodotto, l’oggetto del
suo desiderio proibito. Spruzzandolo sul
polso si stimola l’olfatto. E non solo quello.
Quest’iniziativa di marketing ha portato già i
suoi frutti: sono già migliaia e migliaia
le boccette di profumo che sono state vendute
attraverso il sito dell’azienda nei primi mesi
di messa in commercio. E anche in Italia è stato
un boom. Unico neo: non regalatelo ai
colleghi di lavoro o conoscenti, ma solo agli
amici stretti e con cui avete una certa
confidenza.
«Quando non si può avere quella reale, ci
accontentiamo di sentirne almeno il profumo»,
è stato il commento più diffuso tra coloro che
lo hanno acquistato.
Sarà davvero il caso di provarlo? |
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DONNE Victoria
Cabello: una simpatia travolgente
di Giulia Fiume
Energica, divertente, semplice: Victoria
Cabello è una continua sorpresa. Dopo
aver cominciato con la pubblicità e con un
programma scientifico per un’emittente
svizzera, la sua carriera ha preso una piega
del tutto nuova e in salita. Victoria è
stata Veejay, attrice,
giornalista per Le Iene,
presentatrice e molto altro ancora.
Eclettica e mai banale, questa protagonista
del piccolo schermo sa reinventarsi e dare
un tocco in più ad ognuno degli incarichi
che le vengono assegnati. I suoi punti di
forza sono, senza dubbio, una comicità
leggera ed una spontanea auto-ironia.
La sua, è una televisione giovane.
I primi lavori che le sono stati assegnati
hanno senza dubbio contribuito ad arricchire
l’esperienza di Victoria, ma il suo punto
forte rimangono da sempre le interviste.
Chi non la ricorda in Victoria’s Secrets?
Grazie al programma di Radio Deejay la
Cabello è ufficialmente stata iniziata al
mondo del gossip. Un mondo per lei
tutto nuovo nel quale è riuscita a muovere i
primi passi senza imbarazzanti cadute.
Il programma Le Iene su
Italia 1 è stato, però, il primo ha
mettere davvero in luce le sue straordinarie
potenzialità. La spumeggiante
Victoria si è affermata così, con
entusiasmo, nel panorama televisivo della
prima serata, pronta per tutti gli
incarichi arrivati successivamente.
Oggi, questa ormai veterana delle telecamere
è sbarcata a Quelli che il calcio…,
rimpiazzando la padrona di casa, Simona
Ventura, da poco passata a Sky. «Voglio
sconvolgere con la semplicità» ha affermato
la Cabello. Se questo è il suo intento ci
sta riuscendo alla grande.
La freschezza che ha portato alla
trasmissione è impressionante se si pensa
che la conduttrice di calcio se ne
intende davvero poco. Spesso rimane spaesata
dalle notizie che arrivano in studio e, per
questo, ultimamente è stata anche vittima di
qualche scherzo, tuttavia non si può
negare che il programma funziona e diverte.
Da parte nostra per lei c’è un grande in
bocca al lupo. La semplicità, a noi,
piace! |
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